“End of Justice – Nessuno è innocente” (2017) è un film drammatico scritto e diretto da Dan Gilroy. La pellicola è stata presentata in anteprima al Toronto International Film Festival ed ha ottenuto una candidatura nella categoria miglior attore protagonista agli Oscar 2018.
I PROTAGONISTI
Roman J. Israel (interpretato da Denzel Washington) è avvocato in uno studio penalista dove la difesa dei più deboli e degli emarginati è la stella polare. Veste sempre con le stesse giacche anni ’70 e ascolta musica jazz, prepara le cause dalla sua scrivania grazie ad un’ottima memoria ma rimanendo dietro le quinte. È un’idealista poco incline al compromesso che mal sopporta i tribunali e, come ricorda egli stesso, le ingiustizie che si compiono in quelle aule. Il volto pubblico dello studio è William Jackson, professore all’università e mentore di Roman.
George Pierce (Colin Farrell) è stato anch’egli allievo di William Jackson ma, a differenza di Roman, rappresenta l’archetipo dell’avvocato scaltro e di successo che punta al denaro e alla carriera.
Quando William ha un infarto è proprio George a prendere le redini dello studio e in un testamento aveva scritto che in caso di impedimento sarebbe stato lo stesso George a occuparsi di tutto. Lo studio versa in una situazione di grave deficit e Pierce è incaricato di portare a termine tutte le cause in corso e di chiudere lo studio cercando di recuperare più denaro possibile per ripagare i debiti.
I due non vanno subito d’accordo. Ma George vede del talento in Roman che ha, tra le altre qualità, grandi capacità nel ricordare codici e sentenze e per questo decide di assumerlo nel suo studio. Inizialmente titubante Roman decide di accettare ma ben presto si accorge che il suo idealismo mal si concilia con il modus operandi di George.
In particolare, se ne rende conto quando Roman propone a George di aiutarlo a far parte in un progetto ambizioso ossia una class action che lo stesso Roman vuole intentare nei confronti del sistema giudiziario americano. Ma George si rifiuta di prenderne parte e non vuole assolutamente che Roman perda tempo ed energie su questa causa collettiva avvertendolo di concentrarsi solo sulle cause in corso.
Sarà il caso di Derrell Ellerbee, giovane accusato di omicidio e difeso dallo studio di Pierce, a scuotere la vita di Roman e a fargli cambiare idea più volte nel corso di poche settimane. Inizia ad allontanarsi dalle sue ferree convinzioni per abbracciare i piaceri del dio denaro provando cose che non aveva mai provato. In questo frangente è come se Roman avesse temporaneamente perso la trebisonda per cercare di rendersi bello e vincente agli occhi degli altri. Ma tutto ciò non dura molto e avrà un’evoluzione drammatica che terrà lo spettatore incollato allo schermo nonostante il film abbia un ritmo tutt’altro che forsennato.
Il finale emozionante ricalca in pieno lo stile dei film che vedono Denzel Washington come protagonista con un’evoluzione interessante del personaggio di George Pierce in pieno stile legal-thriller.
UNA GIUSTIZIA DAL VOLTO UMANO
Roman è un personaggio che spicca per il suo idealismo ma anche per la sua solitudine; sembra così determinato nella sua ricerca di eguaglianza da non accettare nessun cedimento. Nel corso del film si può apprezzare il suo sogno di una giustizia che non veda gli imputati e i carcerati come un mero numero ma come persone che hanno sbagliato e che devono avere un processo giusto.
Per com’è impostato il sistema americano molto spesso il processo non arriva per gli imputati che preferiscono patteggiare una pena minore al fine di evitare punizioni più severe e costi esorbitanti in parcelle. Il protagonista vuole cambiare tutto ciò ed è fortemente convinto della bontà del suo progetto. Solo la mancanza di denaro farà temporaneamente vacillare i suoi ideali. Ma, nonostante ciò, Roman ha una forte morale che gli consente di tornare sui suoi passi e proseguire la sua lotta. Questo avviene anche grazie alla conoscenza di Maya che gli ricorda la sua gioventù nella National Assembly for Civil Rights dove fa da volontaria. La vocazione civica di entrambi sarà il collante tra i due tant’è che quando Roman perderà momentaneamente la bussola ritroverà proprio in Maya la passione e il senso del dovere che dovrebbero sempre caratterizzare un avvocato.
Del resto, la frase che Roman dice nelle battute iniziali del film è emblematica: “ciascuno di noi è più grande del suo più grande errore”. È un motto che racchiude la visione di giustizia del protagonista dove dovrebbe prevalere il perdono piuttosto che la punizione. Per come si sviluppa la pellicola fa sì che lo spettatore si immedesimi nella visione di Roman e tifi per il suo modo di vedere le cose anche grazie alla eccellente recitazione di Denzel Washington e ad una sceneggiatura ricca di significati.
La situazione americana può sembrare lontana a noi; eppure, il dibattito garantismo-giustizialismo domina spesso le prime pagine dei giornali italiani. Perciò, aldilà delle differenze che riguardano il sistema giuridico, questo film è assolutamente godibile anche dallo spettatore italiano.