“Il giardino delle vergini suicide” è un film della regista Sofia Coppola, tratto dall’omonimo libro di Jeffrey Eugenides, e racconta la tragica storia delle cinque sorelle Lisbon. Cecilia, Lux, Bonnie, Mary e Therese sono adolescenti tra i tredici e i diciassette anni, che vivono in un tranquillo sobborgo americano durante anni ’70 del secolo scorso. Le vicende sono raccontate da gruppo di ragazzi del quartiere, ossessionati dalla vita misteriosa delle sorelle. Nonostante l’apparente racconto di un semplice film sull’adolescenza, l’opera di Sofia Coppola è ricca di significato e affronta importanti tematiche legate all’ oppressione familiare e alla solitudine, all’adolescenza e alla complessità delle emozioni umane.
Dove la perfezione e la serenità sembrano regnare, quali oscuri segreti nascondono le sorelle Lisbon?
La fragilità delle sorelle Lisbon
La storia racconta la vita delle sorelle Lisbon, della loro esistenza desolata e della loro vita famigliare opprimente, sotto il controllo di due genitori estremamente religiosi e protettivi.
Dopo il verificarsi di un tragico evento, la morte suicida della sorella più piccola Cecilia, i genitori impongono nuovi e continui divieti, fino a rinchiudere le figlie all’interno della loro abitazione, negandogli ogni libertà e impedendo loro ogni tentativo di emancipazione e maturazione della vita adolescenziale. Nonostante le intenzioni benevole e protettive, le decisioni prese dai genitori hanno conseguenze devastanti, portando alla morte, sempre suicida, delle altre quattro sorelle: il tentativo di “salvare” le ragazze diventa in realtà la loro condanna a morte.
Coppola illustra la tragicità di questi eventi con delicatezza, trasmettendo perfettamente lo stato d’animo dei personaggi. Interessante è anche l’utilizzo che fa del colore: nella prima parte si serve di colori caldi e tenui per trasmettere l’ingenuità e la purezza delle sorelle, i colori poi cambiano progressivamente fino a diventare freddi e spenti, come per tradurre quello stato d’animo cupo e desolato che porta le giovani ragazze alla morte.
Le complessità dell’adolescenza ieri e oggi: perché Il giardino delle vergini suicide è più attuale che mai?
Il film descrive numerose problematiche legate all’adolescenza che ancora oggi colpiscono diversi giovani.
Repressione e controllo familiare: le sorelle Lisbon sono intrappolate in una casa che si trasforma in una prigione, sotto il controllo di genitori oppressivi e spaventati che non permettono loro di crescere e vivere a pieno la loro adolescenza. Sofia Coppola descrive questa situazione per rappresentare il tema della oppressione familiare, facendo riflettere su come l’iper protezione nei confronti dei propri figli sia spesso causa di ansia e di depressione. Oggi molti adolescenti si trovano a dover combattere con le regole imposte dalla famiglia; un controllo eccessivo, per quanto motivato dal desiderio di proteggere, impedisce ai giovani di affrontare le difficoltà e commettere sbagli, parte inevitabile della crescita, in quanto ogni errore offre spesso l’opportunità di riflettere e migliorare.
Interessante è il fenomeno sempre più diffuso degli “Hikikomori”, che in giapponese significa letteralmente “stare in disparte” e viene utilizzato per riferirsi a chi decide di rinchiudersi nella propria abitazione senza aver nessun tipo di contatto diretto con il mondo esterno. Questo stato mentale tuttavia colpisce sempre più giovani, non solo in Giappone ma in tutto il mondo. Cause significative che portano alla condizione “Hikikomori” sono principalmente caratteriali e sociali ma dipendono anche da rapporti difficili con i genitori, spesso iperprotettivi, che si trasformano in figure oppressive alimentando le tensioni nel rapporto genitore-figlio.
Salute mentale e disinteresse sociale: nel film è reso evidente come la salute mentale delle sorelle Lisbon sia estremamente precaria, in particolare dopo la morte della piccola Cecilia e l’isolamento da parte dei genitori, che non comprendono la reale sofferenza delle figlie. Anche la comunità si mostra solo superficialmente interessata alle vicende delle cinque ragazze; tutti guardano da lontano senza mai intervenire direttamente per capire realmente cosa accade tra le mura della famiglia Lisbon.
Questo atteggiamento di indifferenza è tipico della società odierna, che non ascolta e non vede quanto ad oggi il disagio giovanile e la salute mentale sono un tema importante e spesso poco affrontato. Oggi sono numerose le persone che soffrono di disturbi mentali di cui buona parte sono adolescenti. Inoltre il suicidio è tra le cause di morte più diffuse tra i giovani, con una media di 3 ragazzi al giorno che si tolgono la vita.
Nonostante ciò, spesso gli adulti fanno ancora fatica a riconoscere i segnali del disagio dei giovani. Sarebbe quindi opportuno sensibilizzare la società su questo tema. Per esempio, un supporto psicologico può realmente essere d’aiuto, soprattutto nelle scuole dove gli adolescenti trascorrono la maggior parte della loro giornata e dove si formano come persone.
L’idealizzazione della donna: Cecilia, Lux, Bonnie, Mary e Therese sono idealizzate dai ragazzi del vicinato, che le ammirano come fossero creature fantastiche e misteriose, non cogliendone dunque l’umanità e la sofferenza che si cela dietro i loro visi angelici. Questa visione idealizzata della figura femminile è un tema ricorrente anche al giorno d’oggi, dove la donna perfetta è raffigurata come uno stereotipo da raggiungere e da imitare. La problematica è oltretutto peggiorata a causa dei social media, dove la perfezione, soprattutto estetica, raggiunge livelli inarrivabili, creando cali di autostima e disturbi psicologici, come disturbi alimentari, depressione e ansia, soprattutto tra le giovani ragazze, dando vita a un mondo di finzione che porta a sentirsi continuamente incompleti e imperfetti.
Conclusioni
Il giardino delle vergini suicide non è dunque solo un film ma è una riflessione dettagliata sul mondo degli adolescenti. È una critica alla società odierna, spesso apatica e incurante delle richieste di aiuto dei giovani, e una critica alla standardizzazione della figura femminile che conduce alla perdita della propria identità.
Sofia Coppola con la sua opera vuole evidenziare i rischi legati alla sottovalutazione della salute mentale, all’ oppressione genitoriale e alla mancanza di comunicazione delle proprie emozioni e dei propri sentimenti. Tutte queste tematiche sono affrontate con estrema delicatezza e sensibilità essendo l’intento della regista quello di creare all’interno dei suoi film una “confort zone” dove lo spettatore possa immergersi, comprendendo fino in fondo il messaggio che vuole trasmettere.
Se dovessimo riassumere l’insegnamento de Il giardino delle vergini suicide, potremmo dire che la perfezione è in realtà solo apparenza e potrebbe nascondere una realtà più complessa, da scoprire, da ascoltare, da capire.