In molti rimasero sorpresi, quando nell’inverno del 2010 venne annunciata la chiusura del Metropolitan di Roma, lo storico cinema situato su via del Corso. Nel sentire la notizia, i cittadini non esitarono prima di dare il via a una petizione con l’obiettivo di salvare il multisala, ma i tentativi furono vani e, anzi, la programmazione fu sospesa in anticipo rispetto a quanto precedentemente comunicato.
In attività dal 1911, assunse il nome con cui viene tutt’ora ricordato nel 1948, in seguito alla Seconda Guerra Mondiale, continuando la sua attività per quasi un intero secolo. Era difficile abitare nella capitale e non conoscere il Cinema Metropolitan: si trovava a pochi passi da Piazza del Popolo e la sua posizione non solo attirava l’attenzione di molti turisti, ma lo rendeva un perfetto luogo di raduno per i giovani romani, che hanno sempre amato frequentare la zona.
Per interi decenni, il Rione Campo Marzio è stata teatro di una routine familiare, in cui ragazzi di tutte le età si incontravano, passeggiavano per i negozi, prendevano da mangiare, che fosse della pizza al taglio o un menù al McDonald’s di Piazza di Spagna, e concludevano le loro serate proprio nella grande sala cinematografica. Era composta da un solo ambiente, permettendo la trasmissione di un’unica pellicola, in lingua italiana od originale, una caratteristica ad oggi non abbastanza presente nei cinema.
Anche quando nel 2000 l’edificio fu ristrutturato e l’unico ambiente fu trasformato in quattro sale separate tra di loro, cambiando le dinamiche interne a tale sistema, la sua attività rimase in funzione e proseguì senza troppe difficoltà. Nessuno si sarebbe aspettato che, in seguito all’acquisto dell’immobile da parte della società DM Europa SRL nel 2010, l’intera attività sarebbe stata interrotta in meno di un anno. La chiusura fu repentina e sorprendente, senza una vera e propria giustifica, se non i guadagni che non raggiungevano le loro aspettative e un piano di rinnovo dello stabile.
È impossibile negare che, nel corso del tempo, stava avvenendo un progressivo declino dell’esperienza della sala cinematografica, strettamente legato alla popolarizzazione del mezzo televisivo. La graduale diminuzione di pubblico non ha potuto che portare ad un aumentò dei prezzi di accesso, che permettessero di mantenere in funzione le sale, ma i biglietti inaccessibili sono diventati a loro volta ragione per scegliere in maniera più minuziosa le proiezioni a cui assistere.
Tuttavia, nonostante l’anno della chiusura del Metropolitan fosse tra i primi di questo periodo di crisi, è importante riconoscere che i suoi guadagni non avevano subito alcuna pericolosa ricaduta: questo era infatti situato in una zona ricca e fortemente frequentata della città, che con molta probabilità avrebbe potuto reggere i cambiamenti in corso senza alcuna difficoltà. Per questo motivo, è necessario ricollegare la scelta portata avanti dalla nuova società proprietaria a una visione stessa della sala cinematografica e della sua utilità.
Il management della DM Europa SRL in questi anni ha lavorato molto sulla politica promozionale dedicata al salvataggio del cinema stesso, eppure i piani di riqualificazione dello stabile rendono chiaro che l’intento potesse essere completamente differente. Sembrerebbe, infatti, che questo sia stato acquistato con il semplice intento di convertirlo in un’ambiente commerciale, portando loro un numero di guadagni nettamente più elevato grazie alla sua vantaggiosa posizione.
Il Rione Campo Marzio, tuttavia, è un’arma a doppio taglio, infatti una zona tutelata come questa presenta anche restrizioni maggiori sull’utilizzo degli edifici acquistati. Essendo il Metropolitan un importante luogo di spettacolo, perciò, almeno il 70% dei suoi ambienti devono continuare ad essere utilizzati con questa finalità, caratteristica non rispettata nelle proposte di riqualificazione.
I piani attuali vedrebbero la ristrutturazione dell’edificio e il mantenimento di una sola sala cinematografica messa a disposizione del Comune di Roma, per un totale di cento posti a sedere circa. Questo vorrebbe dire che solamente il 10% dell’edificio manterrebbe la sua funzione di cinema, dando quindi uno spazio chiaramente maggiore all’attività commerciale: dal momento in cui l’obiettivo della Regione Lazio dovrebbe essere proprio di proteggere la sala, non risulta sorprendente il respingimento dei progetti.
Ad oggi, quattordici anni dopo l’acquisto, risulta quasi inspiegabile la determinazione che la DM Europa SRL dimostra nei confronti della realizzazione di quel tanto bramato ambiente commerciale. Mentre può risultare comprensibile, infatti, il desiderio di non dedicare l’intero stabile al cinema in quanto tale, la loro caparbietà sta contribuendo all’abbandono e inutilizzo di un edificio che avrebbero potuto valorizzare in maniera differente.
In una società in cui l’inglese ha assunto un’importanza sempre maggiore, i giovani hanno ricominciato ad apprezzare la visione delle pellicole in lingua originale, che danno loro la possibilità di esercitare la lingua, di comprendere al meglio la performance degli attori e assimilare dettagli che vanno a perdersi con l’adattamento. Il numero di sale che offrono questo tipo di esperienza è ancora molto limitato, portando molte persone a dovervi rinunciare per impossibilità tempistiche durante il breve periodo di proiezione. Per questa ragione, se il Metropolitan riapprisse i battenti dedicandovi uno dei suoi ambienti risulterebbe certamente come una decisione molto popolare.
Al contempo, il piano di una zona commerciale potrebbe essere sostituito da una caffetteria o una bakery, un locale accogliente e rilassante in cui gli ospiti possano trascorrere il loro tempo prima o dopo la visione del film da loro scelto. Un’attività di questo genere richiederebbe uno spazio minore, permettendo alle sale di occuparne la maggioranza, tuttavia darebbe ugualmente un ampio margine di guadagni legati sia alla stessa esperienza cinematografica, che a clienti esterni interessati solamente alla parte culinaria.
Che si pensi sia necessario un nuovo ambiente commerciale o si preferirebbe la tutela della sala, i cittadini di Roma sanno che un luogo come il Metropolitan merita di ricominciare a splendere e uscire dal ciclo di degrado in cui è stato bloccato per fin troppo tempo. A questo punto bisognerà solamente attendere: chi sceglierà di fare un passo in dietro, cedendo alle richieste dell’altro, la DM Europa SRL o la Regione Lazio?