“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito…perché la lettura è un’immortalità all’indietro”.
Umberto Eco con queste parole riesce a racchiudere l’essenza della lettura. Leggere significa questo e molto altro: significa emozione, condivisione, cultura e passione.
La lettura è qualcosa che ci accompagna per tutta la vita, ci tiene compagnia nei momenti più bui. È la nostra salvezza, la nostra cura. Leggere, come la musica, dà colore alle nostre giornate e porta magia ed emozione alla nostra vita spesso monotona e grigia. E l’emozione è tutto, è ciò che ci fa sentire vivi, ciò che non deve mai mancare nel nostro quotidiano. Poi la prima cosa che ti dicono a scuola è che leggere ti aiuta ad aprire la mente e a imparare tante cose. Con il tempo capisci che è proprio così: leggere è un percorso di continuo arricchimento e miglioramento. L’importanza di confrontarsi con ciò che non conosciamo, lontano o diverso da noi è l’essenza della crescita, ciò che ci permette di evolverci.
Leggere, e soprattutto informarsi, sono attività fondamentali nella vita di tutti i giorni e non fanno che incrementare notevolmente lo spirito critico dell’individuo. Un individuo con forte spirito critico sarà meno soggetto a manipolazioni e raggiri e soprattutto più consapevole della realtà e delle circostanze che lo circondano. Il primo obiettivo dell’istruzione dovrebbe essere questo: formare cittadini autonomi, liberi, in grado di distinguere e discernere i messaggi validi da quelli non.
Diversi studi hanno analizzato la nostra capacità di comprensione dell’italiano scritto e del parlato medio-alto e i dati, come risulta da analisi internazionali, non sono positivi. Ciò sta a significare che una buona parte di cittadini non riesce a comprendere e a ricavare informazioni da un testo. Finiti gli anni del liceo lo Stato non porta sufficienti e valide iniziative per una formazione che sia sempre costante. Il numero di biblioteche è basso e i centri di aggregazione culturale non sono abbastanza diffusi sul territorio (elementi necessari per la partecipazione delle persone a un avvicinamento alla lettura).
Ne ha parlato moltissimo Tullio De Mauro, celebre professore e linguista italiano che spesso ha portato alla luce il tema dell’analfabetismo strumentale e funzionale. La mancanza di competenze intellettuali porta all’incapacità di affrontare non solo un testo scritto ma decisioni che necessitano di una giusta elaborazione di concetti come può essere la scelta elettorale. Tuttora il voto è lo strumento per definizione della democrazia. Nonostante molti non gli diano il giusto peso resta il mezzo per poter esprimere la propria opinione e contribuire a una scelta collettiva. Se si perde il senso del voto il politico avrà sempre più gioco e continuerà a portare avanti i suoi interessi a discapito di quelli sociali. Il concetto importante è che meno si hanno gli strumenti per “tradurre” un messaggio (che venga lanciato da qualcuno sui social, dal politico di turno o da un giornalista qualsiasi), più sarà facile portare le opinioni dove più si preferisce annullando di fatto la coscienza individuale e la volontà del singolo.
I social di certo non hanno aiutato questo fenomeno. Le piattaforme più usate dalla maggior parte della popolazione sono buchi neri per la nostra attenzione. La polarizzazione delle opinioni è strettamente collegata a questa realtà, che fa gioco ai social media: vivendo tutti in una bolla social dove vediamo e ascoltiamo solo chi la pensa come noi, saremo sempre meno tolleranti e predisposti a prendere in considerazione chi ha un’opinione diversa dalla nostra. Tutt’altro, aumentano livore e aggressività contro chi cerca di portare un altro punto di vista. E questo se letto sotto l’ottica del maggiore analfabetismo funzionale fa capire come sia possibile che gli estremismi siano sempre più diffusi e sempre più estremi. È tutto bianco o nero, buono o cattivo. Allora ecco i titoli clickbait di fake news costruiti appositamente per fare scalpore e far arrivare più persone all’articolo, senza avere fonti attendibili o notizie veritiere: nessuna competenza ma ampia diffusione. È proprio leggere che ci innalza da queste logiche becere e superficiali. E’ leggere che ci permette di andare oltre le polemiche sterili e comprendere la reale importanza delle cose, quali battaglie è necessario combattere rispetto a quelle inutili. Fa riflettere che un uomo come Donald Trump sia diventato presidente degli Stati Uniti nonostante sia del tutto convinto della finzione del cambiamento climatico. Una questione cruciale come questa lasciata nelle mani di un cospirazionista ignorante fa veramente capire la deriva che sta prendendo il pensiero logico. I no vax che pongono sfiducia nella scienza, i terrapiattisti, i fascisti che rimpiangono un periodo di dittatura e violazione dei diritti: i politici non aspettano altro. Una mente debole è un mezzo eccellente per sedurre ed attrarre le persone tramite mistificazioni e distorsioni.
“Il sonno della ragione genera mostri” è un quadro del 1797 che può essere interpretato in diversi modi, ma mai come in questo periodo storico può considerarsi attuale. Come nel dipinto di Goya, se lasciamo dormire la nostra coscienza (politica, civile e sociale), questo porterà all’irrazionale, alla brutalità e alla paura. Per evitare che questo accada dobbiamo voler sapere ciò che ci circonda e che fa parte del nostro mondo. Perché no, leggendo.