La lettura riveste un ruolo centrale nel processo di sviluppo del pensiero. Una lettura attenta e rigorosa di un testo permette di coglierne tutte le sfumature, favorendo al contempo la formazione di un’opinione critica, la quale garantisce la piena ricezione di quanto appreso. Ciò vale per ogni materia e argomento, dal più triviale, al più complesso: del resto, sin da piccoli leggiamo storie e favole per trarne insegnamenti utili per la nostra vita; ciò rappresenta un passo fondamentale e imprescindibile nel processo formativo e anche quando cresciamo non possiamo espungere totalmente la lettura dalle nostre vite. Essa ci accompagna giorno dopo giorno, dedicarvisi distrattamente o, peggio, non dedicarvisi affatto ci priva di un pezzo importante del nostro essere individui pensanti, del nostro essere umani.

A questo proposito, il quadro italiano delineato da ISTAT non è rassicurante. Stando a quanto rilevato, nel 2022 soltanto il 39,6% della popolazione di età superiore a sei anni ha dichiarato di aver letto un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali, dato in diminuzione rispetto al 2021. La lettura, insomma, appare sempre più come un compito da svolgere a scuola o per lavoro, piuttosto che uno strumento di edificazione personale.

La lettura rappresenta un volano essenziale per lo sviluppo del pensiero critico. Tra i centinaia esempi che si potrebbero fare di testi che hanno fatto la storia della letteratura si possono citare:
– “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello: un’opera che più di tutte le altre mette in evidenza il pensiero dell’autore e ci presenta una visione dell’uomo tutta concentrata sulle “maschere”, immagine che richiama tutti quei comportamenti e convenzioni che, consapevolmente o meno, adottiamo per vivere in società. Indossiamo, per necessità o per scelta, talmente tante maschere che ad un certo punto dimentichiamo noi stessi. Pirandello ci mostra le contraddizioni e le difficoltà dell’uomo moderno, costretto ad annullare sé stesso in nome del “quieto vivere”, la dualità tra l’Io intimo e l’Io percepito dagli altri, una dualità spesso conflittuale, che porta allo smarrimento.
– “1984” di George Orwell: è una delle opere più importanti dell’autore britannico, una distopia che mostra il mondo prigioniero di un regime oppressivo che governa in tutto e per tutto le vite delle persone, sorvegliandole giorno e notte. Orwell porta alle estreme conseguenze le sue riflessioni sul totalitarismo, giungendo a tracciare i contorni di un sistema che impone il suo controllo in maniera violenta, regolamentando persino il linguaggio da adottare e riscrivendo quotidianamente la versione della storia del mondo da raccontare.
– “Fahrenheit 451”, di Ray Bradbury, affronta il tema della libera circolazione della conoscenza. Il contrasto al libero pensiero, esemplificato dal divieto assoluto di leggere e possedere libri, rappresenta il tema centrale dell’opera.
– “Il Gattopardo”, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, illustra la situazione della Sicilia dopo l’Unità, alle prese con un cambiamento radicale dal punto di vista istituzionale, politico ma anche sociale. L’opera si concentra attorno alle riflessioni di un ricco proprietario terriero siciliano, che vede nella mutata condizione della regione il declino della nobiltà. Eppure, con una punta di ironia, egli fa notare come il “nuovo”, rappresentato dallo stato unitario, in realtà non porterà nessun cambiamento. Tutto ciò è ben espresso da un’iconica citazione del romanzo: “se vogliamo che tutto resti com’è, bisogna che tutto cambi”.
– “Il castello dei destini incrociati”, di Italo Calvino, è un romanzo fantastico che narra le vicende di un gruppo di viandanti che scoprono di aver perso l’uso della parola dopo essersi incontrati in una taverna. I viandanti, di estrazioni sociali e provenienze differenti, riescono a comunicare le loro storie attraverso un mazzo di tarocchi, disponendo le figure in maniera sempre diversa. Calvino ci presenta una visione dell’esistenza caotica e casuale, in cui le vicende personali di ognuno si incrociano e si separano in maniera imperscrutabile.

Un altro aspetto importante è rappresentato dalle modalità di fruizione di un testo. Un libro non è più solo un insieme di pagine cartacee ma è ormai approdato anche nel mondo virtuale. Sebbene la carta stampata abbia ancora tutto il suo fascino, l’impatto della lettura su dispositivo elettronico è stato evidente. Al prezzo di poche decine di euro, è possibile avere un’intera biblioteca nel palmo della propria mano: ciò rappresenta indubbiamente un vantaggio dal punto di vista economico. Tolto l’investimento iniziale per il dispositivo, confrontando il prezzo di una copia fisica e una virtuale è facile constatare come il prezzo di un libro cartaceo permetta, mediamente, di acquistarne due o tre virtuali, con la possibilità di poterli portare con sé in ogni momento. Pertanto, una logica conclusione potrebbe essere quella che un accesso così facilitato alla lettura permetta un salto in avanti nella sua diffusione. Eppure, dati alla mano, ci accorgiamo che in Italia la tendenza non è quella: al contrario, secondo i dati ISTAT, nel 2022 la percentuale di popolazione che ha dichiarato di leggere esclusivamente libri in formato cartaceo è stata del 69,8%.
Solo rifiuto della modernità? Non esattamente. Sebbene sul lato economico il confronto veda prevalere il digitale, anche il libro cartaceo dispone di alcune frecce al proprio arco. Il libro propriamente detto può essere “vissuto” e non semplicemente “consumato”: possiamo sottolinearlo, dedicarlo, più in generale renderlo “nostro”. Inoltre, ciò che ci attira di un libro è spesso la copertina, non uguale alle altre ma frutto di un lavoro artistico che non si limita soltanto ad un’immagine digitale. Sempre in relazione alle copertine non si può non considerare la dimensione collezionistica, che può rendere il libro cartaceo un vero e proprio elemento d’arredo.

Il sentire il libro tra le mani, inoltre, è una componente essenziale della lettura tradizionale e consente di memorizzare le informazioni e comprendere il testo in maniera più efficiente rispetto alla lettura digitale. In materia sono stati compiuti numerosi studi, in particolare quello di Kate Garland, riportato dalla rivista Time.
Leggere apre gli occhi della mente, fornisce nuove chiavi di lettura del mondo che ci circonda. Rispetto al passato, non rappresenta più un privilegio per pochi ma un’attività a cui tutti possono dedicarsi. Che sia in formato cartaceo o digitale, leggere rappresenta un’occasione di crescita. Promuovere la lettura significa incoraggiare la formazione di persone e cittadini consapevoli, pertanto è essenziale che essa non venga considerata soltanto come un esercizio pedante da fare a scuola o a lavoro ma, piuttosto, come uno strumento prezioso che ci cambia la vita, letteralmente.

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