L’ex ippodromo di Tor di Valle, che prende il nome dalla zona di Roma in cui è situato, risale al 1957 e sostituisce l’ippodromo presente ai Parioli abbattuto in favore del Villaggio Olimpico in occasione delle Olimpiadi del 1960. L’impianto di trotto presente è tra i più estesi di Europa. Esso comprende due piste, una di galoppo e una di trotto, insieme alle scuderie e un’area riservata all’allevamento. Le tribune per il pubblico, comprendenti anche il ristorante e la sala dei bookmakers, sono stimate coma la più grande paraboloide iperbolica del mondo, con un aggetto di venti metri e una superficie coperta notevole. Intorno agli anni Settanta, aggiunsero delle vetrate che formano un controsoffitto sotto il cemento, perdendo forse un minimo della spettacolarità originaria di questo elemento.
Qui sono state girate diverse scene di Febbre da Cavallo nel 1976, un film riguardante il mondo delle scommesse dei cavalli, che rese ancora più celebre questa struttura. Inoltre, nel 2004 ha ospitato gli MTV European Music Awards, dove sono stati premiati gli artisti più amati del momento.

La crisi dell’ippodromo inizia nel 2012 con la vendita del terreno che lo comprende. Questo crollo è parallelo a quello più generale del settore ippico. Lo scopo della cessazione è quello di valorizzare la zona e rilanciare l’impianto, costruendo un nuovo stadio per il trotto in modo tale che i correnti lavoratori non perdano l’impiego. Gli ambientalisti, però, denunciano questo progetto. Il 30 gennaio 2013, l’ippodromo chiude definitivamente e viene lasciato nel degrado e con una totale mancanza di controllo e manutenzione.
Nel 2017, arriva il progetto del nuovo stadio dell’AS Roma, già ideato qualche anno prima, con un accordo tra James Pallotta, il presidente della squadra, e Luca Parnasi, il nuovo proprietario del terreno. La proposta viene accolta con entusiasmo da molti, poiché in questo modo finalmente anche Roma avrà uno stadio moderno e innovativo come quelli delle altre città europee. Iniziano, però, a sorgere i primi problemi. Infatti, la zona di Tor di Valle consente di costruire solo 14 mila metri cubi, contro il milione necessari. Per ovviare questa questione, si pensa a un cambiamento del piano regolatore e del piano paesaggistico regionale. I continui cambiamenti di questo piano si estendono fino al febbraio del 2021, quando la Roma rinuncia alla costruzione dello stadio in quest’area, poiché non sostenibile finanziariamente.

Al momento, l’ippodromo di Tor di Valle è in rovina e coperto da vegetazione selvatica. Tuttavia, ha un grande potenziale e potrebbe essere riqualificato in diversi modi. Una delle prime cose che potrebbero essere fatte, a prescindere dall’entità del progetto, è la pulizia e la rimozione di rifiuti. Per garantire che l’area sia sicura e pulita, dovrebbe essere effettuata una bonifica completa dell’impianto e degli edifici circostanti. Una volta pulito, sarà possibile pensare a una qualche riqualificazione della struttura. Ci sono diverse opzioni che potrebbero essere prese in considerazione.
In primo luogo, potrebbe essere sviluppato un piano per riportare le corse di cavalli. Questo richiederebbe, oltre alla messa in sicurezza della zona, la ricostruzione dei recinti e delle strutture necessarie.

In alternativa, l’ippodromo potrebbe essere trasformato in un parco pubblico. Sarebbe necessaria una riqualificazione completa, in aggiunta alla creazione di sentieri per le biciclette e per fare jogging, di aree per bambini e giardini. Potrebbero essere anche istallate strutture sportive, come campi da basket.
Un’altra opzione potrebbe essere quella di utilizzare l’impianto come sede per eventi culturali e artistici. Il luogo potrebbe essere adattato per ospitare concerti, festival di musica e spettacoli teatrali.

Indipendentemente dalla scelta, sarebbe importante coinvolgere la comunità locale nella decisione. In questo modo, le loro esigenze e preferenze sarebbero prese in considerazione.
In conclusione, l’ippodromo di Tor di Valle potrebbe diventare un’importante risorsa per la città di Roma. Con una bonifica dell’area e un piano di riqualificazione ben strutturato, potrebbe divenire un punto di riferimento per l’intera popolazione romana.

1 commento

  1. E’ assodato che la chiusura dell’ippodromo sia conseguente al progetto dell’AS Roma di costruire uno stadio al suo posto. Come siano andate le cose è altrettanto assodato, e alla rinuncia dell’AS Roma a costruire lo stadio dovrebbe conseguire una condanna della società calcistica a rifondere tutti i danni da essa causati (ed eventualmente a riqualificare l’area). Questo in un paese civile.

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