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Sono ormai trascorsi cinquant’anni dal misterioso omicidio del trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti John Fitzgerarld Kennedy. Era il 22 Novembre del 1963 quando JFK, accompagnato dalla moglie Jacqueline e dal governatore Connally, fu ucciso da diversi colpi di arma da fuoco mentre salutava i cittadini di Dallas tra Elm e Houston Street. L’assassino, Lee Harvey Oswald, fu ucciso pochi giorni prima di essere processato; le teorie che riguardano una cospirazione contro il presidente sono molteplici e partono tutte dalla convinzione che Oswald non sia stato il solo a sparare quel giorno.

Oggi ricorre il cinquantesimo anniversario da quell’evento che per sempre cambiò l’America, ma non è ancora stata fatta chiarezza sulla vicenda, e il mistero dell’omicidio di uno dei più grandi uomini che il sistema democratico abbia mai conosciuto si infittisce sempre più. Ieri, l’attuale presidente Obama ha voluto ricordare Kennedy al museo nazionale di storia americana Smithsonian, dopo aver posto una corona di fiori sulla sua tomba al cimitero di Arlington, accompagnato dalla moglie Michelle e da Bill e Hillary Clinton.

Nel discorso di commemorazione Obama ha elogiato il coraggio e la coerenza di Kennedy, elementi che hanno ispirato e continuano ad ispirare ancora oggi molte generazioni non solo appartenenti al popolo americano, e attraverso i quali gli insegnamenti e gli obiettivi di Jfk vivono ancora in tutti coloro che hanno apprezzato la sua visione trasparente del mondo. In data odierna viene ricordato non solo un grande presidente, ma soprattutto un grande uomo, la cui morte ha lasciato troppe ferite ancora aperte.

 

 

 

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