Paradiso nascosto in un’ansa del Tevere: Torrita, Nazzano e la Riserva

Nel Lazio, a due passi dalla Capitale, si svela un’area di straordinaria bellezza naturalistica e grande fascino storico: due piccoli borghi medievali sviluppatisi a stretto contatto con il fiume Tevere e la sua Riserva.

L’Italia, si sa, è un luogo eccezionalmente ricco di cultura, di storia, di arte, di bellezze naturali, bontà gastronomiche e molto altro. Centro amministrativo e culturale della Penisola, Roma è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, e ogni anno (in questo infausto 2020 un po’ meno, bisogna ammetterlo) attrae tantissimi turisti da tutto il mondo. Con il suo fascino irresistibile la Città Eterna finisce inevitabilmente per distogliere l’attenzione da luoghi che, sebbene non siano altrettanto famosi, godono di un particolare fascino.

È il caso di un’area situata a poche decine di chilometri a Nord di Roma che si dispiega nel verde seguendo il corso del fiume Tevere. In passato i grandi corsi d’acqua sono stati fondamentali per lo sviluppo e il proliferare di molte antiche civiltà, e il Tevere non fa certo eccezione. Di particolare importanza era anche il tratto della confluenza, con il più modesto fiume Farfa, poiché facilitava il commercio verso città di prodotti provenienti dalle campagne romane. Qui sorgono in particolare due piccoli centri: Torrita Tiberina – che proprio dal Tevere (in latino Tiberis) prende il suo nome – e Nazzano. I due borghi si sono sviluppati a stretto contatto reciproco e con il territorio circostante e oggi conservano intatti alcuni di quelli che erano gli elementi caratterizzanti di un’epoca ormai molto distante.

Tra natura e medioevo: i due borghi 

Inerpicata su una collina con lo sguardo volto alla Valle del Tevere, Torrita Tiberina conta appena un migliaio di abitanti, due bar, una piccola scuola media, un asilo, qualche casa e molto verde. Il centro storico è dominato dal Palazzo Baronale, conosciuto anche come Palazzo Savelli, dal nome della famiglia cui il borgo passò in feudo nel XII secolo. Furono proprio i Savelli a fortificare il centro incrementando le difese murarie del castello, già peraltro dotato di una serie di torri di segnalazione o “torrette” da cui con buona probabilità deriva la prima parte del toponimo. Il Palazzo è oggi proprietà comunale.

Altra interessante testimonianza del passato sono le chiese dell’Assunta, denominata anche Santa Maria del monte, e quella di San Tommaso. Quest’ultima fu probabilmente edificata dai Savelli e venne successivamente inglobata nel castello, assumendo l’aspetto di una fortezza a discapito della facciata originaria in stile romanico.

Spostando lo sguardo e l’attenzione sulla collina adiacente, ecco l’inconfondibile profilo del borgo di Nazzano, con il suo castello di origine medioevale. Si tratta di un altro centro piccolissimo che ospita circa un paio di centinaia di persone in più rispetto a Torrita. Le sue antiche origini si legano all’importanza che aveva per il commercio tra Roma e la Sabina, anche grazie all’esistenza di un guado e di un traghetto che collegavano le due sponde del Tevere.

Il castello (XIII-XIV secolo), tra Tre e Quattrocento anch’esso di proprietà della famiglia Savelli, domina il centro storico. È caratterizzato da due torri: una rivolta verso l’abitato, l’altra rivolta verso la Valle del Tevere con funzione di controllo. Negli ultimissimi anni, una interessante iniziativa denominata Pictor Imaginarius ha regalato a Nazzano un nuovo elemento caratterizzante: una serie di suggestivi mosaici disposti variamente all’interno del paese, che hanno reso tale località ancora più tipica.

La riserva naturale

Questi due piccoli centri di origine medievale hanno un rapporto speciale con il Tevere e la sua valle. Nazzano e Torrita sorgono infatti sulla riva destra del fiume, nel punto in cui quest’ultimo scorre più lentamente formando ampie anse e meandri. Ciò è dovuto anche alla creazione, tra il 1953 e il 1954, di una diga artificiale a scopo idroelettrico. In seguito alla realizzazione dello sbarramento, il livello dell’acqua si è innalzato, inondando l’area circostante e formando un “lago” di circa 300 ettari che ha portato con sé la nascita di un vero e proprio nuovo ecosistema. A partire da tale momento, infatti, la zona si è gradualmente popolata di specie animali e vegetali tipiche delle zone umide. A tutela del nuovo ambiente creatosi, nel 1979 è stata istituita la Riserva Naturale Regionale Nazzano, Tevere-Farfa, la prima riserva regionale istituita nel Lazio.

Oltre a essere certamente molto amata dagli abitanti del luogo, la Riserva attira un discreto numero di visitatori provenienti da fuori, soprattutto in primavera e nella stagione estiva. Eccellente meta per scopi escursionistici o per il birdwatching, essa costituisce anche un’ottima soluzione per coloro che sentano il bisogno di sfuggire al caos cittadino per trascorrere una giornata all’insegna del relax e del contatto con la natura. Numerose aree pic-nic sono rese disponibili a chiunque lo voglia, mentre due battelli denominati l’Airone e il Martin pescatore offrono la possibilità di compiere una gita della Riserva lungo le acque del suo fiume.

Sebbene dunque quest’area della Sabina romana non sia particolarmente nota, costituisce certamente un luogo di un certo interesse che vale la pena visitare e scoprire. Tra coloro che oggi abitano la zona, vi sono anche ex cittadini romani che hanno deciso di cambiare la propria vita in favore di una esistenza più rilassata in cui “natura” è senz’altro la parola chiave.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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