Estate e pandemia. Come il 2020 ha (e non ha) cambiato le vacanze

Molto si diceva su quale sarebbe stato il volto di questa estate 2020. Sarà possibile andare in vacanza? Come andranno eventualmente gestiti i potenziali assembramenti? Sarà sempre obbligatorio indossare la mascherina?, ci si domandava. Lo scorso aprile la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva prima scoraggiato chiunque stesse pensando di fare piani per l’estate e poi, appena una settimana dopo, si era dichiarata favorevole alla possibilità di trascorrere una smart summer, ovvero delle vacanze estive “intelligenti” in cui le giuste misure di sicurezza avrebbero consentito relax e svago senza particolare rischio. Sempre in aprile, il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte aveva dichiarato che, sì, gli italiani avrebbero potuto godere le loro vacanze, ma incoraggiava a trascorrerle entro i confini dello Stivale.estate e pandemia

Il 17 marzo, circa un mese prima, lo European Tourism Manifesto – alleanza per la tutela del settore turistico in Europa – aveva rilasciato un comunicato per richiedere urgenti misure di supporto allo scopo di ridurre l’impatto del Covid-19 sul settore e, più in generale, sull’intera economia europea. Si richiedeva l’immediata attuazione delle misure presentate dalla Commissione europea (tra cui l’elargizione dei fondi disposti tramite il Corona Response Investment) e un loro ulteriore rafforzamento tramite strumenti aggiuntivi specificatamente rivolti al settore turistico. Proprio a causa del serio impatto della pandemia su tale settore, si riteneva che l’Italia fosse fra i paesi che più avrebbero sofferto le conseguenze economiche del Coronavirus, insieme a Spagna, Portogallo e Grecia.

Per continuare a consentire il turismo anche in una situazione che si preannunciava senza dubbio eccezionale, sono state avanzate ipotesi di vario genere. Misure di base quali igiene e sanificazione, distanza di sicurezza e uso della mascherina, sono state affiancate da altre per così dire più fantasiose: dall’uso di barriere in plexiglass, all’igloo “da spiaggia”, fino ai tavoli in serra per i ristoranti. Insomma, trovare una soluzione che mettesse d’accordo le necessità dei commercianti, quelle dei turisti (o aspiranti tali) e le condizioni pandemiche sembrava molto complicato, se non quasi impossibile. Nel clima di incertezza creatosi, molti italiani hanno indugiato a lungo prima di prenotare le proprie vacanze, aspettando di scoprire che piega avrebbe preso la situazione. Ma in fin dei conti e perlomeno in una fase iniziale, questa estate 2020 si sta forse rivelando meno “strana” di quanto si immaginava, soltanto in parte diversa da quelle passate e in difficoltà nel conciliare le necessità di tutti pur continuando a contrastare il Virus.estate e pandemia

Qualche cambiamento, ma comunque in vacanza 

Per quanto riguarda il panorama italiano, in un primo momento si riteneva che molti avrebbero rinunciato alle proprie vacanze, vuoi per paura del contagio o per i problemi economici che in molti casi la pandemia e il conseguente lockdown hanno portato con sé. Anche per questo era stato ideato il Bonus vacanze, facente parte delle iniziative previste dal Decreto Rilancio (19 maggio 2020, n. 34) che, a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare, offre a tutte le famiglie con un Isee inferiore ai 40mila euro un contributo che va da un valore di 150 fino a 500 euro da spendere nel settore. A maggio la Confcommercio aveva presentato uno scenario piuttosto preoccupante secondo cui soltanto il 20% dei cittadini avrebbe potuto permettersi di recarsi in vacanza e gli alberghi avrebbero avuto difficoltà a riempire le proprie stanze.

Ma un’analisi Coldiretti/Ixè di giugno ci dice invece che, nonostante una diminuzione del 13% rispetto allo scorso anno, il calo non è stato drastico come si era immaginato e ben 34 milioni di italiani si sono concessi almeno qualche giorno di relax estivo anche in questo 2020. Sarà stato dunque per gli incentivi e gli aiuti o per ragioni differenti, ma appare ormai più che evidente che buona parte degli italiani non abbia rinunciato alle vacanze e abbia piuttosto deciso semplicemente di modificare i propri itinerari e scegliere nuove mete. Vediamo dunque come e quanto le vacanze degli italiani sono cambiate.estate e pandemia

Il dato più evidente appare essere questo: il Belpaese è la meta prediletta, scelta – ci dice Coldiretti – dal 93% delle persone in vacanza (rispetto all’86% del 2019) e 1 italiano su 4 decide di restare entro i confini della propria regione, con un gran successo dunque del cosiddetto turismo di prossimità. Tale risultato si lega certamente a un certo timore che ancora permane nei confronti del virus, ma anche alla maggiore difficoltà e incertezza cui si incorre nel caso in cui si decida di viaggiare all’estero. Infatti, mentre da una parte i viaggi oltreoceano non rappresentano quasi più neppure un’opzione, dall’altra anche muoversi all’interno del continente europeo può risultare problematico e costringe comunque a tenere sotto controllo costante annunci ufficiali ed eventuali cambiamenti (proprio a tal proposito l’Unione europea ha ideato Re-open EU).

È dunque facile immaginare come la stragrande maggioranza degli italiani abbia preferito restare entro i confini (prediligendo gli spostamenti in macchina ed evitando le grandi strutture alberghiere) sebbene vi siano pure 1,5 milioni di persone che nonostante tutto ad agosto abbiano deciso di prendere un aereo e avventurarsi all’estero. Per motivi simili si registra dall’altro lato un calo drastico dei turisti stranieri nella penisola, soprattutto per quanto riguarda i big spender provenienti dal continente asiatico e da quello americano.estate e pandemia

Una riscoperta dell’Italia e delle sue infinite bellezze, dunque. Mare e montagna continuano ad essere le mete predilette, con la prima ancora preferita ma in maggiore calo rispetto alla seconda, probabilmente anche come conseguenza del fatto che la montagna presenta un indice di rischio decisamente minore, offrendo ampi spazi aperti e consentendo di evitare con facilità qualsiasi tipo di assembramento. Ma alle mete più classiche si affiancano anche mete di diverso tipo. Molti hanno infatti riscoperto la Penisola come luogo straordinario anche per godere del sapore antico tutti quei borghi medievali e quei piccoli centri caratteristici che ben si prestano a gite giornaliere o weekend fuoriporta, all’insegna del relax, della tradizione e della gastronomia. Diminuiscono invece drasticamente le presenze nelle città, sebbene in molti abbiano comunque voluto approfittare dell’assenza di turisti provenienti dall’estero per visitare quei centri, primo fra tutti Roma, che sono normalmente affollati di visitatori che vi si recano da ogni parte del mondo.

Coronavirus? Non fa(ceva) più pauraEstate e pandemia

Ma per quale motivo si era detto che questa estate sembrava stesse rivelandosi meno insolita del previsto? Le varie soluzioni avanzate allo scopo di evitare il più possibile l’insorgere di nuovi contagi erano state completamente abbandonate, ritenute troppo difficili da porre in atto, e per questo trascurabili. Per quanto riguarda la fruizione dei lidi, principale meta del turismo, si era parlato perlomeno di una adeguata distanza di sicurezza (tra i 4,5 e i 5 metri) fra le postazioni, che andavano preventivamente prenotate al fine di mantenere sotto controllo di cosiddetto indice di affollamento. Le piscine e tutte le attività ludico-ricreative ritenute a rischio, si diceva, sarebbero rimaste chiuse. Sui mezzi di trasporto pubblico, oltre alla mascherina, sarebbe stata mantenuto un distanziamento adeguato attraverso la conservazione di posti liberi tra un passeggero e l’altro.

Ma le aspettative di un’estate “cauta” sono state decisamente deluse. Le piscine? Aperte. Le discoteche? Anche (ma mantenendo la distanza di 2 metri l’uno dall’altro!). Le spiagge? Più affollate che mai. Fino alla prima metà del mese di agosto, molti di quei provvedimenti che avrebbero dovuto essere adottati per viaggi e strutture ricettive sono venuti a mancare. La differenza delle misure da attuare sui diversi mezzi pubblici – principalmente treno e aereo – ha generato forti critiche.estate e pandemia

Oltre a ciò, un fattore di base era evidente a chiunque avesse messo il naso fuori casa anche soltanto per recarsi a fare la spesa: le basilari misure di sicurezza, ancora teoricamente presenti ovunque, nella pratica sembravano essere state rimpiazzate in blocco da quell’unica misura che obbliga all’uso della mascherina in spazi pubblici. La famosa distanza di sicurezza – quella social distance di 1 metro almeno – il cui rispetto continuava a essere sempre intimato, nella pratica sembrava ormai essere stata dimenticata. Ne consegue che fossero venuti meno anche l’impegno a sottrarsi al contatto fisico o a evitare luoghi affollati. D’altronde, lo sforzo di indossare la mascherina in piena estate sembrava già abbastanza. A ciò si aggiunga anche che l’obbligo della mascherina riguardava soltanto i luoghi pubblici al chiuso e, naturalmente, che non offrissero un qualche servizio di ristorazione e rinfresco.estate e pandemia

Non è dunque difficile immaginare come sia accaduto che i contagi siano gradualmente aumentati di settimana in settimana. Il Ministero della Salute riferisce un abbassamento dell’età mediana della popolazione che contrae le infezioni (30 anni nel periodo compreso tra il 10 e il 16 agosto), cui si associa una minor gravità clinica dei casi diagnosticati, che il più delle volte sono asintomatici. La causa sarebbe proprio da ricercare nella riapertura delle attività commerciali e nell’aumento della mobilità.estate e pandemia

Corsa ai ripariEstate e pandemia

Il 16 agosto si corre così ai ripari. In una riunione tenutasi tra governo e Regioni, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza che a partire dal giorno immediatamente successivo e fino almeno al 7 settembre impone la chiusura di tutte le discoteche in Italia, nonché l’obbligo di indossare la mascherina dalle ore 18 alle ore 6anche all’aperto in tutti i luoghi pubblici in cui si rischierebbero potenziali assembramenti (tra questi, anche lidi e piazze). Si tratterebbe di un provvedimento resosi necessario in seguito al forte aumento dei casi e volto a evitare di rendere vani gli sforzi sinora fatti per contrastare l’epidemia. La priorità – ha detto Speranza – è adesso l’istruzione dei più giovani e dunque tentare di riaprire le scuole a settembre in piena sicurezza. Secondo il Codacons, l’intervento del governo sarebbe arrivato troppo tardi.estate e pandemia

Critiche e proteste non sono mancate. Gli operatori del settore, direttamente coinvolti nelle conseguenze di tale ordinanza, si sono opposti allo stop forzato e chiedono misure di supporto e compensazioni. La Silb-Fipe Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e spettacolo ha parlato di 4 miliardi di fatturato a rischio e ha presentato un ricorso al Tar per bloccare gli effetti dell’ordinanza, il quale è stato tuttavia respinto. Critiche sono venute anche da parte del centro-destra: Matteo Salvini sostiene il ricorso al Tar e attribuisce l’aumento dei casi ai “porti spalancati” e non alle discoteche, mentre Daniela Santanchè, senatrice di Fratelli d’Italia nonché proprietaria della discoteca Twiga a Forte dei Marmi, si dice contraria all’ordinanza e afferma che le discoteche costituiscono un capro espiatorio e non un reale pericolo. estate e pandemia

Estate e pandemia. Come il 2020 ha (e non ha) cambiato le vacanzeFra i nuovi provvedimenti si annovera anche l’ordinanza del 12 agosto che ha sancito l’obbligatorietà del tampone per chiunque rientri in Italia da Croazia, Grecia, Malta e Spagna. Il tampone nasofaringeo per verificare l’eventuale contagio in atto deve essere effettuato entro le 72 ore precedenti all’ingresso in Italia oppure al momento dell’arrivo direttamente nei principali aeroporti o, ancora, entro le 48 ore dal rientro (con obbligo di quarantena fino all’arrivo dell’esito). Il Ministero della Salute mette in tal senso a disposizione i numeri regionali per segnalare il proprio ritorno.

ConclusioniEstate e pandemia

Questa estate 2020 non è ancora terminata, ma sembra aver ormai preso una piega differente rispetto a quella con cui era iniziata, presentandosi dunque per così dire divisa in due. A una prima fase più rilassata in cui i cittadini hanno dato sfogo a un comprensibile bisogno di libertà e socialità dopo mesi di limitazioni, sembra stia seguendo adesso una seconda fase “di risveglio” in cui si è stati forzatamente riportati alla realtà. Non soltanto il Coronavirus è ancora presente e potenzialmente pericoloso, ma non sappiamo neppure per quanto ancora certe misure saranno necessarie e se e in che modo lo stesso virus Sars-CoV-2 potrà eventualmente mutare. Anche l’arrivo di un vaccino potrebbe non essere la soluzione definitiva. È dunque fondamentale mantenere alta l’attenzione, con la consapevolezza che la situazione epidemiologica al momento resta ancora incerta e continuare ad agire in maniera cosciente nel rispetto delle norme, per noi stessi e per gli altri.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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