L’analisi della manovra presentata dal Governo, nella versione “trapelata” da giornali, internet ed altri media, sospinge fra sussurri e grida, fra affermazioni e smentite ad una considerazione di fondo: l’italia non è un paese per disabili e suona assai ironico ricordare, come ha fatto la dott. Maria Rita Saulle – giudice della corte costituzionale – alla ultima assemblea ANFFAS, che l’Italia è stata fra i paesi promotori della Convenzione ONU sui diritti della persona con disabilità-
La manovra infatti, si abbatte come una valanga su concetti che credevano – ingenuamente – del tutto acquisiti, come la non discriminazione, il diritto di tutti ad una vita dignitosa, la solidarietà sociale.
Scopriamo , invece, che basterebbe un genitore con un incarico dirigenziale per perdere la possibilità dell’assistenza riconosciuta al disabile grave (i permessi ex art 33 della L. 104/92), scopriamo che qualsiasi momento l’INPS può rimettere in discussione la situazione di chi per legge sarebbe esentato da revisioni, scopriamo che “invalido” è sinonimo di “parassita”, scopriamo sopratutto di avere fatto un errore grave, un errore fondamentale !
Abbiamo in tutti modi, con ogni sacrificio, con ogni sforzo cercato di fare acquisire ai nostri figli le abilità che la natura ha ritenuto di dovergli ancora riservare, di “educare”, di porre in essere interventi “comportamentistici”, di avere implementato la socialità e di avere lavorato sulle “Autonomie” !
Oggi abbiamo molti ragazzi che hanno raggiunto livelli prima solo ipotetici, persone in grado di svolgere alcune attività, sia pure con tutti gli ausili del caso, di non essere soggetti passivi ma attivi, cittadini e basta, pur con tutte le loro ineliminabili limitazioni.
Queste persone hanno lavorato e sudato con una serietà, che forse manca a tanti alunni “somari” , e sanno leggere e scrivere, hanno appreso ad attraversare la strada e a contare i soldi al supermercato. Come abbiamo pianto di gioia nel vedere questi risultati !! e come ci siamo ingannati e piangiamo oggi !
Infatti al ragazzo che i presenta alla commissione medica per l’invalidità si chiederà di contare di fino a 5 e prontamente gli sarà negato il grado di invalidità – oggi si ipotizza ben l’85 % !! – utile al riconoscimento del minimo, quasi offensivo obolo della pensione !!
Dunque per questi nulla ! E ciò per colpa nostra che tanto ci siamo adoperati per loro a volte anche “contro” di loro…. decidendo di “restituire alla vita ed alla consapevolezza” chi – non sappiamo – forse viveva beato in un limbo di astrattezza”.
Bene ha detto il Presidente delle FISH Barbieri:” L’innalzamento della soglia percentuale dal 74% all’85% per vedersi erogare l’assegno mensile, non colpisce in alcun modo i falsi invalidi, bensì principalmente persone con disabilità intellettive di media entità espulse dal mercato del lavoro per lo stigma dell’improduttività e per lo stesso stigma privati della vita di relazione ordinaria. Il carico assistenziale ricade, ancora una volta, esclusivamente sulle loro famiglie”.
Di fronte a questa situazione intravedo solo una soluzione: chiedere l’applicazione completa e concreta della definizione OMS dell’handicap come espressa dall’ICF: la definizione di disabilità, intesa come una condizione di salute in un ambiente sfavorevole. e siccome oggi l’Italia è un ambiente sfavorevole non c’è più da preoccuparsi e non occorrono né commissioni mediche né INPS: sono tutti disabili gravi….
Gabriella D’acquisto
Presidente Anffas Sicilia