IL PROGETTO 

Dopo circa un anno è appena terminato, in quella che un tempo era la capitale della Magna Grecia, una sorta di festival di arte urbana, frutto della collaborazione tra l’associazione calabrese «Rublanum» e il Comune di Taranto: il nome del ‘festival’ è «T.R.U.St», acronimo che sta per «Taranto Regeneration Urban Street». Rigenerazione urbana a Taranto Direttore Claudio Palazzi
Questa iniziativa nasce con “il fine di promuovere le arti contemporanee e di riqualificare, valorizzare e sviluppare inedite potenzialità territoriali”, si legge nel profilo Facebook del progetto. Da poche settimane è cominciata la seconda edizione che, attraverso la rivoluzione della bellezza e del colore, sta regalando un volto nuovo per tanti palazzi delle periferie tarantine. Il volto dell’arte, che si unisce all’ansia di riscatto ambientale e di giustizia sociale di una comunità. 
Rigenerazione urbana a Taranto

Fortemente voluta dal sindaco Rinaldo Melucci, l’iniziativa trasforma la città di Taranto in un museo a cielo aperto. rigenerazione urbana a Taranto

«La nostra comunità si sta emancipando, stiamo dando un’immagine diversa del territorio che attira investitori e interessi diffusi.  Sapevamo che avrebbe richiesto tempo, ma ora è un processo che sta arrivando ovunque, anche nelle periferie, dove stiamo contestualmente investendo risorse per la rigenerazione urbana».- Queste le dichiarazioni del sindaco. rigenerazione urbana a Taranto

GLI ARTISTI  rigenerazione urbana a Taranto

Sono sedici i protagonisti della scena contemporanea che, fino al 30 settembre, hanno riempito strade e palazzi di forme e colori. Rigenerazione urbana a Taranto

Divenuti celebri in tutto il mondo per la loro capacità di valorizzare edifici e monumenti con illustrazioni e messaggi dal forte impatto sociale, gli artisti invitati sono veri e propri punti di riferimento del panorama artistico contemporaneo. Fra i tanti ricordiamo Lidia Cao, autrice di sorprendenti eroine femminili, la britannica Helen Bur, il francese 3ttman e lo spagnolo Belin. All’appello non poteva inoltre mancare Jorit, l’artista napoletano che, con i suoi giganteschi ritratti iperrealisti, ha lasciato un’impronta inconfondibile in numerose città tra le quali, ovviamente, la ‘sua’ stessa Napoli. Rigenerazione urbana a Taranto

IL RITRATTO DI GIORGIO  rigenerazione urbana a Taranto

Proprio Jorit è l’artista che ha fatto parlare di sé con il suo murale, ormai divenuto ‘simbolo’ dell’intero progetto, ma ancor di più, vero e proprio simbolo del riscatto di un’intera città. Il noto street-artist manda dei messaggi importanti prima di realizzare le sue opere e così ha lasciato stupiti cittadini ed amministrazione con una immensa scritta apparsa sulla parete di un palazzo del quartiere Tramontone.

Prima di iniziare il murale, l’artista ha voluto fare un richiamo all’articolo 32  e all’articolo 4 della Costituzione Italiana.

Il messaggio è eloquente e, come è evidente, fa riferimento al problema che da decenni attanaglia questa città: lavoro e sviluppo possono e devono esistere senza che ciò leda la salute dei cittadini, specie dei più piccoli.  

Un significato molto forte e profondo per la città, forse riferito anche e soprattutto alle cariche importanti, che sicuramente non è passato inosservato dai cittadini i quali hanno contribuito a rendere virale sui social il suo messaggio, ma passerà inosservato a chi di competenza? 

Così come la scritta anche il suo dipinto è molto importante. Jorit ha confessato, di non aver avuto certezza assoluta sul rappresentare ciò, ma alla fine ha deciso, ha realizzato il ritratto di Giorgio Di Ponzio, un bambino cittadino di Taranto di 15 anni, l’ennesimo bambino che ha perso la vita per un rarissimo sarcoma causato dalle esposizioni alle emissioni nocive dell’ ormai nota ex ILVA, attualmente Acciaierie d’Italia.

UN RISCATTO REALMENTE POSSIBILE?

La città di Taranto è stata oggetto di cospicui finanziamenti provenienti da fondi europei, statali, regionali, anche per l’attenzione riservata dalle recenti politiche al tema della rigenerazione urbana. Ma il problema maggiore che la città deve affrontare è la necessità di definire una vera e propria strategia tesa ad individuare una visione di sintesi, una politica di gestione del suo territorio. Troppe risorse sono state poco condivise con gli abitanti e quasi nessuno dei procedimenti intrapresi dall’amministrazione comunale ha concluso il suo iter.

Appare quindi evidente la necessità di guidare quella che probabilmente sarà una lenta riconversione della città verso modelli di sviluppo maggiormente sostenibile e coerenti con il patrimonio territoriale: una città d’acqua, con una storia millenaria, un paesaggio naturale unico. 


Il Ponte di Porta Napoli, detto anche ‘Ponte di Pietra’, nel borgo antico di Taranto

Ma riqualificare pietre e paesaggi non basta. Occorre coinvolgere abitanti e fruitori della città in un processo che non sarà breve né immediato ma che sia capace di integrare nuovi investitori con le forze economiche ancora presenti, evitando le sostituzioni tipiche dei processi di gentrificazione e capaci di cogliere la decrescita demografica (altro problema recente di rilevante importanza per la città) come opportunità per rigenerare anche le persone.

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