Anche quest’anno non poteva mancare il Festival della musica italiana, andato in onda dal 1 al 5 febbraio su Rai 1. Terza conduzione per il conduttore televisivo Amadeus, accompagnato durante le serate da cinque donne dello spettacolo: Ornella Muti, Lorena Cesarini, Drusilla Foer, Maria Chiara Giannetta e Sabrina Ferilli.

Il Festival del 2022

Il Festival quest’anno ha finalmente abbracciato il pubblico, con una platea piena riempiendo la capienza del 100% mentre lo scorso anno il pubblico per via delle restrizioni non era presente. Amadeus, conduttore e direttore artistico, per questo festival ha scelto di portare sul palco svariati artisti in voga nel mondo dei giovani come: Rkomi, Sangiovanni o Aka7even che sono riusciti ad arrivare al pubblico nel teatro e anche a casa. Non sono però mancati i grandi della musica italiana, la presenza di Gianni Morandi, Iva Zanicchi e Massimo Ranieri che ne hanno fatta di storia nel mondo della musica italiana, si sono messi in gioco senza problemi in una gara piena di concorrenti volti a rappresentare ogni nuova sfumatura della musica italiana e anche di quella nel mezzo (Elisa, Emma Marrone, Noemi)

I temi del festival

La settimana di Sanremo è sintomo di leggerezza per tutti, ma quando poi si torna alla ‘normalità’ si puntano le attenzioni sulle critiche, sulle polemiche e ovviamente anche sugli elogi. Al centro dell’evento abbiamo avuto il discorso del comico Checco Zalone che ha ironizzato su stereotipi inerenti alla comunità LGBT+; Fiorello e le prese in giro nei confronti dei negazionisti del covid; il fantasanremo (il pubblico a casa sceglie la propria squadra di cantanti e in base ad un regolamento divertente e buffo acquisisce punti) ma anche la presenza di Drusilla Foer che con la sua ironia semplice e spiccata eleganza.

Le percezioni del pubblico a casa

Ma com’è stata la percezione del pubblico a casa? Dafne Tomasetto ed Elisabetta Forgia sono due giovani ragazze che hanno seguito la settimana del Festival della musica italiana ed hanno risposto alle domande poste loro riguardo i momenti più importanti di questo Sanremo.

Cosa ne pensate del primo premio e delle polemiche sull’ipotesi di una vittoria a sfondo politico, con il fine di contrastare il pregiudizio sugli immigrati?

D.T.: il primo premio, devo dire non era la mia canzone preferita, prima di sanremo puntavo su Mahmood e Blanco ma mi aspettavo qualcosa di diverso, però è una delle migliori canzoni. Non condivido il discorso politico, non capisco il discorso sull’immigrazione, secondo me fa trasparire proprio il substrato razzista presente nella cultura e politica italiana, dato che Mahmood è nato in Italia da madre italiana ed è italiano per ius sanguinis, perciò il discorso immigrazione lo collegano solo al fatto che: è scuro di pelle e suo padre è straniero. Non è né un immigrato né un italiano di ”seconda generazione”.

E.F.: per quanto riguarda il primo premio credo che fosse assolutamente meritato, le votazioni sono state abbastanza chiare e trasparenti, era quasi scontato che vincessero solo loro ma per una questione di meritocrazia quest’anno. Le polemiche sulla vittoria a sfondo politico credo non possano nascere in questo caso, forse era un discorso che si poteva aprire per il primo festival vinto da Mahmood (nel 2019) quando comunque la critica e i giornali avevano spinto parecchio perché vincesse lui, adesso credo proprio di no.

L’intervento di Zalone come lo avete visto nei confronti della comunità LGBT+? Per lei la comicità deve avere dei paletti?

D.T.: premetto che a me fa ridere Checco Zalone, sempre apprezzato i suoi film e la sua comicità, non mi è piaciuto però l’intervento a Sanremo per due motivi: in primis il ricalcare stereotipi, è un qualcosa che poteva andare bene in prima serata in un programma che fa il 60 % di share nella televisione pubblica magari 30 anni fa, adesso ricalcare stereotipi dannosi per la comunità LGBT+ scherzando su situazioni come la prostituzione delle persone straniere transgender, non è bello e non dovrebbe far ridere, ci sono state tantissime problematiche, dal parlare di una donna trans al maschile, scherzare sui peli e il pomo d’Adamo. L’altro motivo è legato alla visione generale del rispettare le persone solamente perché hanno un rapporto con noi o comunque è una situazione che ci riguarda […] non bisogna rispettare le persone trans perché potremmo avere una qualsiasi relazione con loro ma in quanto persone, per questo anche un po’ la visione che sta dietro lo sketch è un qualcosa di sbagliato.

E.F.: l’intervento di Checco Zalone, diciamo che non l’ho trovato proprio opportuno, tendenzialmente mi è indifferente (Zalone), non è una persona che reputo ‘’pericolosa’’ però in questo caso proprio quell’intervento non mi è piaciuto e ho visto che non è piaciuto a molti.

Un altro intervento a sfondo ironico è stato quello di Fiorello che ha ironizzato sui complottisti e no vax, avete apprezzato questa ”ironia” nei confronti dei no vax?

D.T.: per quanto riguarda l’ironia sulle persone che ipotizzano vari tipi di complotti dietro al vaccino, secondo me è un qualcosa che possiamo capire tutti, non la vedo come una cosa discriminatoria, ho apprezzato la comicità di Fiorello. Può forse toccare molte persone che si ritrovano ad essere spesso accomunate al mondo complottista e no vax quando hanno magari delle osservazioni\posizioni rispetto più che sul vaccino, all’obbligo del vaccino, in particolare poi al green pass. Potrebbero magari sentirsi toccate ma è qualcosa che non mi riguarda. Comunque siamo sempre sulla televisione pubblica quindi la linea del governo è sempre quella. Chiaro che si parli così di queste cose, siamo arrivati ad un punto con la vaccinazione che opporsi al vaccino o supporre teorie complottiste è abbastanza strano, potevo capire un anno e mezzo fa, ma ora no.

E.F.: Fiorello, diciamo anche quello è stato abbastanza irrilevante, nel senso che se ne sentono molte di ‘frecciatine’ nei confronti dei no vax e alla fine la televisione manda il messaggio che vuole, di conseguenza se in questo momento l’esigenza è di vaccinarsi e si può fare ironia sul fatto che ci siano persone che credono nelle teorie del complotto, una si fa una risata e basta.

Da telespettatrici, la musica, lo stesso spettacolo, gli ospiti e il presentatore, sono di qualità? Rispettano un livello culturale adeguato per un canale pubblico?

D.T.: Secondo me la qualità del festival potrebbe essere molto più alta se non fosse che molti artisti in particolare i giovani si impegnano a fare un qualcosa che sia il più ’sanremese’ possibile, nel senso, per quanto negli ultimi anni apprezzo il fatto che si sia un po’ tolta questa ‘patina’ di serietà che circondava il festival, ancora secondo me alcuni artisti rimangono un po’ frenati dal dare effettivamente il massimo perché portano canzoni che sono un po’ più adatte al contesto. Ho apprezzato la conduzione di quest’anno di Amadeus, senza Fiorello, perché secondo me la coppia non funzionava dato Amadeus risultava un po’ schiacciato. Per quanto riguarda in generale anche con il discorso fantasanremo, ho apprezzato che si sia tolta questa patina di serietà di Sanremo. Così molto più vicino a spettatori che possono essere nuovi, soprattutto magari tra i più giovani. Ho apprezzato anche la durata minore, ovvero interventi non troppo lunghi, sto apprezzando i cambiamenti che ci sono a Sanremo, il cercare di parlare di tematiche un po’ più serie anche se non sempre nel modo giusto, si apprezza lo sforzo.

E.F.: il presentatore, lo spettacolo e gli ospiti…Allora quest’anno devo dire la qualità è stata nella media, gli ospiti mi sono piaciuti molto e la musica abbastanza variegata, c’erano canzoni di alto livello e quindi hanno rispettato un livello culturale adeguato.

La scelta di portare in gara cantanti con un’esperienza di lunga data, è stata fatta secondo voi per accontentare una fetta del pubblico più grande o per mostrare anche le varie tappe generazionali della musica e come anche la stessa musica in finale si considera senza età?

D.T.: sul discorso anagrafico dei cantanti, è giustissimo che ci siano dei concorrenti più ‘esperti’ ed è anche bello rivedere persone che magari hanno fatto Sanremo molto tempo prima o comunque storici cantanti italiani, è bello vederli amalgamati con cantanti giovani, anzi in alcuni casi giovanissimi. Secondo me è fatto sia per accontentare una fetta di pubblico perché comunque Sanremo è un festival per tutti, è giusto che sia un qualcosa che possa essere apprezzato da tutte le generazioni.

E.F.: portare in gara artisti così differenti fra loro perché cioè erano presenti Massimo Ranieri e Matteo Romano ad esempio, è stata comunque una scelta un po’ azzardata, nel senso che è difficile poi mettere a confronto una canzone come quella portata da Ranieri (Lettera di là del mare) e una più attuale tipo l’artista Tananai (Sesso Occasionale). Allo stesso tempo penso che si volesse avvicinare il più grande pubblico possibile e in questo sicuramente ci sono riusciti.

Condividete la scelta di piazzare monologhi su tematiche di grande portata a fine serata mentre magari spettacoli comici vengono posizionati nei primi blocchi della serata?

D.T.: la posizione degli argomenti, il perché quelli più seri siano messi più tardi e sketch comici messi prima, mi sembra chiaro, non penso ci sia bisogno di fare dispendiose statistiche per rendersi conto di quante persone cambierebbero canale davanti ad uno sketch comico rispetto a quante persone cambierebbero canale davanti ad un monologo più serio, lì ci sta una volontà di intrattenere, cosa di cui Sanremo non ha assolutamente bisogno, con tutte le modifiche anche di mentalità generale non c’è molto bisogno di puntare a fare più share, i dati auditel sono conosciuti da tutti.

E.F.: Non condivido la scelta di piazzare i monologhi sulle problematiche che affliggono il nostro paese alla fine e le cose più divertenti all’inizio, secondo me ci dovrebbe essere un equilibrio e in qualche modo alternare questi momenti.

Le aspettative del dopo Festival

Con alti e bassi, commenti negativi e positivi questo Sanremo ha fatto discutere ma soprattutto ha fatto compagnia a noi italiani a casa durante la settimana, per scelta e per non scelta. La capienza piena al 100% ha mandato un messaggio a tutti: vogliamo tornare nei teatri, negli stadi e nei concerti, tutti quanti, nessun posto escluso e questo potrebbe essere forse l’inizio. Nel suo ‘piccolo’ Sanremo riesce ad unire tutte le età e raggruppa ogni genere musicale presente nelle playlist di ognuno di noi.

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