Novecentoquarantacinque (945)  poltrone tra camera e senato sono troppe, quindi per tagliare a Marzo ne aggiungiamo novanta ( 90).

Questo non è  il solito sarcasmo politico bensì un disegno di legge approvato quasi all’unanimità, in tempi record dalla commissione affari costituzionali del senato. L’ Unica opposizione arriva da Francesco Pardi dell’italia dei valori.

La proposta prevede l’elezione a suffragio universale di una commissione costituente che si occuperebbe della revisione della seconda parte della Costituzione italiana.

Alle prossime elezioni oltre alla nuova camera ed il nuovo senato dovremmo quindi eleggere anche per una nuova commissione costituente , composta da novanta persone.

Gli eletti secondo la bozza non dovranno ricoprire altri incarichi elettivi. Il loro compito è unicamente  volto ad interventi come ” il taglio dei parlamentari, l’abolizione del bicameralismo perfetto, i poteri del presidente della repubblica”.

Il ddl è il frutto dell’unificazione di numerose proposte variamente datate tutte destinate a rimanere nei cassetti di palazzo madama fino al termine della legislatura, se il leader dell ‘Api Francesco Rutelli ed il suo collega Pasquale Viespoli non le avessero frettolosamente recuperate il 1 agosto 2012 chiedendo e ottenendo la procedura d’urgenza.  Inciampata  ieri quando è mancato il numero legale. Tutto rimandato alla prossima settimana.

 Così dopo le politiche di marzo le poltrone saranno 1035: come primo passo verso il taglio non c’è male.

Questa commissione durerà il carica un anno e lo stipendio dei nuovi eletti, secondo quanto proposto da Luciana Sbarbati e Giampiero D’ Elia dovrebbe essere pari a quello dei membri della camera dei deputati indennità comprese.

A conti fatti i magnifici novanta costeranno al ricchissimo e abbiente popolo italiano solo 20 milioni di euro.

Una spesa che in tempi di spending review poteva essere risparmiata. Infatti secondo la nostra Costituzione, precisamente all’articolo 138 questo arduo compito spetterebbe al parlamento.

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