Gigi Proietti, all’anagrafe Luigi Proietti, nato a Roma il 2 novembre 1940, si è spento il giorno del suo ottantesimo compleanno. Un addio molto doloroso, il “lutto di tutti”, che ha sconvolto non solo il mondo dello spettacolo, ma tutto lo scenario italiano. Attore, comico, cabarettista, doppiatore, conduttore televisivo, regista, cantante, direttore artistico e insegnante, Gigi Proietti era considerato uno dei maggiori rappresentanti del teatro italiano, uno degli ultimi esponenti di una classe di artisti che oggi difficilmente possiamo trovare. Una “Mandrakata” che ha delineato un’intera epoca: Ciao Gigi! Direttore responsabile: Claudio Palazzi
IL GRANDE MATTATORE ITALIANO

L’incontro di Gigi con il teatro avviene nei primi anni sessanta, ma ebbe il suo vero e proprio debutto nel 1963 nel teatro-cabaret, all’Arlecchino di Roma, ora teatro Flaiano, con il can-can degli italiani. Da qui inizia la sua carriera, contraddistinta soprattutto per la sua forza scenica e per la sua molteplicità di risorse.

Coltiva, nel tempo, una passione musicale sostanziale e determinante per la sua carriera. Una passione che, pian piano, si trasforma in un lavoro. Inizia a sperimentare un repertorio musicale che si estende dal genere popolare italiano alla grande musica d’importazione.
Nel 1964 inizia a cimentarsi anche nel campo del doppiaggio, dove riscuote grande successo, portando questa attività ad un livello quasi parallelo al teatro, eccellendo comunque in qualsiasi ambito. Questi per Proietti sono anni d’oro, durante i quali perfeziona la propria cultura e le proprie risorse, con un’attenzione ai dettagli particolare e quasi maniacale.

Nel 1967 inizia a lavorare anche al cinema, con un susseguirsi di film che lo portano sempre più in alto e a distinguersi anche sul piccolo schermo.
Nonostante le molteplici esperienze vissute alla soglia dei trent’anni, decide di dedicarsi anche al genere “musical”, debuttando per la prima volta al teatro Sistina, dove riconosce quanto sia importante e fondamentale il pubblico nella vita di un’artista. Il pubblico inizia a guardarlo con occhi nuovi, diversi, ed inizia a riconoscerlo come uno dei migliori attori italiani. Così giovane, ma già così ricco di esperienza, sembra essere uno dei migliori attori del Novecento.

Verso la fine degli anni Settanta decide di estendere ed insegnare le sue doti, aprendo così il “Laboratorio di Esercitazioni Sceniche” che vede, tra i suoi numerosi allievi, personaggi divenuti poi volti noti dello spettacolo.

Parallelamente al successo avuto al cinema e al teatro, diventa anche protagonista di alcune serie televisive di successo. Tra queste possiamo trovare anche il “maresciallo Rocca” che porta, nel 2013, l’allora sindaco di Viterbo, a conferirgli la cittadinanza onoraria della città.

Scrive diversi libri e, alla fine del 2013, decide di pubblicare un’autobiografia intitolata “Tutto sommato qualcosa mi ricordo”, dove ripercorre la sua storia, personale e professionale, intrecciando le gioie della vita e quelle del palco, lasciando sempre sullo sfondo la sua Roma.
Qualche anno dopo pubblica anche un altro libro, “Il decamerino. Novelle dietro le quinte”, dove raccoglie una serie di racconti e aneddoti, rendendo così partecipe il lettore di tutte quelle cose nate nel camerino e dietro le quinte del teatro.

Una carriera importante e ricca, che lo vede protagonista fino all’ultimo.
Vogliamo ricordarlo così, un gigante del palcoscenico italiano, un fuoriclasse, un artista unico. Un artista che, con la sua umanità, umiltà e semplicità, è riuscito a trasmettere la sua visione della vita, con quel sorriso indimenticabile stampato sulle labbra e che resterà per sempre nel cuore di tutti noi. Continueremo ad applaudirti, come abbiamo sempre fatto.

Ciao Gigi!

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