Nel 1952 il Marchese Alessandro Gerini, una delle persone più ricche in Italia, dona ai Salesiani un terreno molto vasto adiacente a Via Tiburtina, nel quartiere periferico romano di Ponte Mammolo. Lo scopo è quello di creare un’area educativa, culturale e sportiva per la gioventù. Nello specifico il progetto prevede la costruzione di una chiesa, un oratorio, istituti professionali con laboratori di meccanica, elettronica ed elettromeccanica per formare la futura forza lavoro di quei settori, un cineteatro e degli impianti sportivi, costituiti da stadio, palestra, piste di atletica e pattinaggio. Nel 1953 i Salesiani ottengono l’autorizzazione a procedere con le costruzioni, che vengono ultimate nel 1957, ma nel 2003 vendono ad una società privata la zona comprendente l’oratorio, il cineteatro e gli impianti sportivi. Gli eredi del Gerini intentano una causa contro di loro, accusandoli di aver sviato così dall’obiettivo della donazione. Il tribunale non concede agli eredi un indennizzo. Il polo sportivo e l’oratorio vengono demoliti e al loro posto oggi si trovano magazzini commerciali per la vendita di generi alimentari e di detersivi. Per quanto riguarda il cineteatro, ci sono state diverse mobilitazioni da parte di esponenti del mondo dell’arte, che, per evitarne la demolizione, hanno offerto gratuitamente spettacoli al pubblico. E questo è servito, tanto che la società ha optato per una sua donazione nel 2009 al Comune di Roma, che l’ha accettata, anche se da allora il cineteatro si trova in totale stato di abbandono.

Nel 2013 ha avuto luogo un’occupazione da parte della cittadinanza e di figure del settore teatrale e di quello cinematografico, che insieme hanno costituito un’associazione culturale per ridare vita a quel luogo abbandonato. A tal fine sono stati richiesti ripetutamente finanziamenti all’amministrazione di Roma, ma non sono stati ancora concessi. Nonostante ciò, l’associazione ha sistemato a proprie spese l’apparecchiatura tecnica e ha continuato a offrire spettacoli a titolo completamente gratuito. L’obiettivo consisteva nel creare un luogo di cultura, di socialità, di svago e di benessere per la popolazione del quartiere.

Nel 2014 l’autorità giudiziaria ha imposto il sequestro del cineteatro e dell’area circostante, non per motivi legati all’occupazione, ma questo chiaramente ha costretto le persone che lì vivevano a lasciare l’edificio. Il luogo è così ritornato ad uno stato di abbandono e sono state vane tutte le proposte di riqualificazione dell’associazione. L’amministrazione di Roma dovrebbe cogliere lo spirito con cui fu eseguita la donazione del 1952, ovvero quello di regalare ai cittadini uno spazio culturale.

È importante sottolineare che il cineteatro Gerini era una delle poche realtà culturali del IV Municipio di Roma. Una sua possibile riqualificazione fornirebbe molti benefici alla società. Cinema e teatro sono beni comuni di cui nessuno dovrebbe essere privato. Il fatto che questa zona di Roma sia povera dal punto di vista di infrastrutture culturali compromette la qualità della vita dei suoi abitanti, costretti a recarsi in cinema e teatri più lontani. Ciò demotiva le persone dal partecipare alla vita culturale della città e del quartiere. Occorre, quindi, che l’amministrazione di Roma finanzi l’associazione Cineteatro Gerini, così che questa possa riqualificare l’area regalando agli abitanti del quartiere un luogo in cui apprezzare film e spettacoli teatrali, confrontarsi, conoscere nuove persone, migliorare la propria conoscenza culturale.

Spesso questo settore è considerato poco vantaggioso economicamente, per cui, le amministrazioni danno la precedenza a investimenti in altre aree. In realtà, la cultura gioca un ruolo fondamentale nella formazione delle persone, stimola curiosità e interessi e per questo dovrebbe essere valorizzata e incentivata in quanto risorsa di progresso delle comunità. Senza dimenticare che la cultura è il settore che più subisce tagli nei periodi di crisi, mentre è essa stessa una risorsa che ci permette di affrontare meglio fasi di congiuntura.

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