Che tu sia turista o residente, non puoi che amarla la città di Roma e chi non lo fa è perché non è in grado di coglierne il fascino.
Chiaramente non ha soltanto pregi, anzi i suoi difetti sono innumerevoli, ma per parlare di entrambi non basterebbe un’intera vita: meglio focalizzarsi su uno dei suoi quartieri più apprezzati di sempre, Trastevere. Al tempo dei Romani, la zona di Trastevere apparteneva agli Etruschi, ma era ambita dai primi perché costituiva un punto strategico per il controllo del fiume. In seguito all’espansione di Roma, fu l’imperatore Augusto a considerare Trastevere come parte della città. Per la sua vicinanza al Tevere, era abitata soprattutto da marinai, pescatori e anche immigrati dal Medio Oriente, per questo sono presenti nelle vicinanze monumenti di culti asiatici, come per esempio il Santuario siriaco sul Gianicolo. Nel Medioevo questo rione si è caratterizzato per la presenza di viottoli tortuosi e labirintici che lo contraddistinguono tuttora, anche se all’epoca erano sterrati. Fu, infatti, Papa Sisto IV a deliberare alla fine del Quattrocento la loro lastricazione mediante sampietrini. Trastevere si è contraddistinta nei secoli per essere un quartiere popolare, in opposizione a quelli caratterizzati dalle possenti abitazioni dei ricchi. Oggi è un luogo ricco di osterie, ristoranti e pub, adatti a tutte le fasce di età.

La peculiarità di Trastevere si riscontra anche nell’arte, inclusa quella contemporanea: oggi è pieno di sticker e poster art, opere che, a differenza dei murales, possono essere facilmente sostituite o eliminate per preservare i monumenti storici. Passeggiando per le vie, si incontra, ad esempio, in Piazza S. Maria in Trastevere una chicca: il piccolo poster che ritrae Sora Lella, storico personaggio del rione, che indossa un grembiule con il simbolo di Superman e sul braccio la celebre frase “Annamo bene!”. È possibile osservare anche un murale, eseguito più recentemente, intitolato “L’amore ai tempi della pandemia”, che ritrae un bacio tra un ragazzo e una ragazza con la mascherina. Degno di nota, infine, un dipinto su saracinesca, in cui è immortalata la dea romana Anna Perenna, di cui parlava Ovidio, nelle vesti di un’antica saggia con il volto pieno di rughe, ma gli occhi ancora pieni di vitalità, metafora calzante per questo antico rione.

Sono diverse le problematiche che attanagliano Trastevere, patrimonio dell’Unesco. Durante il fine settimana, specialmente il sabato sera, si trasforma in un punto di movida che si concentra in Piazza Trilussa e in Piazza S. Maria in Trastevere, riempiendosi di auto, parcheggiate anche in divieto di sosta. Di conseguenza, camminare per i vicoli e le piazze non è più piacevole, inoltre, in alcuni punti non è possibile ammirare gli antichi muri medievali, perché nascosti dai furgoni dei venditori ambulanti che vendono borse, giocattoli, bigiotteria e chi più ne ha più ne metta.

Foto di Ahtziri Lagarde su Unsplash

Non si può concludere l’articolo senza citare Alberto Sordi, a cui il rione ha dato i natali, e Trilussa che qui vi ha abitato. Celebre poeta, scrittore e giornalista, quest’ultimo è noto soprattutto per le poesie in dialetto romanesco, ambientate nell’età giolittiana, nel fascismo e nel dopoguerra. Trilussa agisce nel contesto politico e sociale, andando a mirare soprattutto sui politici corrotti, i gerarchi fanatici e i potenti. Il suo strumento principale è un’arguta ironia. Non mancano poesie romantiche, ma si tratta della malinconia per amori ormai appassiti. Altri temi sono il patriottismo e la solitudine che caratterizza la vita degli anziani. Trilussa nelle sue opere raggiunge la borghesia romana per commentare e fare satira sui suoi comportamenti, spesso utilizzando animali domestici come personaggi delle storie. È degno di essere citato in questo contesto il sonetto Er cane moralista, in cui vuole inviare un messaggio al lettore: molti esseri umani hanno un comportamento censorio e critico nei confronti di azioni riprovevoli, ma poi finiscono per compiere loro stessi ciò che disprezzano.

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