Earth day 2023. Uniti per il nostro pianeta
Oggi, 22 Aprile 2023, si celebra il 53° anniversario dell’Earth day, la più grande manifestazione a favore dell’ambiente e della salvaguardia del pianeta Terra.
La prima Giornata nazionale della Terra fu celebrata negli Stati Uniti il 22 aprile 1970, in seguito all’idea, proposta nel 1969 dall’attivista John McConnell, di istituire un evento globale per celebrare la bellezza della Terra, sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della natura e promuovere la pace.
Un anno dopo, fu il senatore Gaylord Nelson a dare ufficialmente forma a questa giornata celebrativa, anche in seguito a quanto avvenne nel 1969 in California. Possiamo infatti dire che il progetto dell’Earth day si concretizzò quando la fuoriuscita di petrolio da un pozzo della Union Oi, che si riversò in mare, provocò un disastro ambientale senza precedenti. Questo evento spinse Nelson a dare priorità assoluta alle questioni ambientali, sensibilizzando l’opinione pubblica al problema.
Nel 1970 circa 20 milioni di persone negli Stati Uniti tra cittadini, istituzioni, organizzazioni e movimenti universitari presero parte all’evento, dimostrando un enorme sforzo di mobilitazione: con la Giornata della Terra nasceva la prima generazione verde. Ma è stato solo a partire dagli anni ’90 che il mondo iniziò a preoccuparsi seriamente al “problema ambiente”: nel 1992 a Rio de Janeiro si tenne la prima conferenza mondiale dei capi di Stato sull’ambiente, il “Summit della Terra”, in cui furono presi accordi di cooperazione tra gli Stati e vennero fissati i principi fondamentali per uno sviluppo sostenibile.
Temi quali l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la tutela di ecosistemi e biodiversità, l’esaurimento delle risorse non rinnovabili, portarono negli anni ‘70 a un risveglio dell’opinione pubblica in grado di mettere in moto una vera e propria rivoluzione ambientale. Nel corso degli anni i problemi si sono drasticamente moltiplicati e negli ultimi tre decenni il cambiamento climatico è passato dall’essere una questione marginale, a essere una priorità globale sull’agenda internazionale.
In particolare, per quanto riguarda l’Italia, il 2022 è stato l’anno più caldo dal 1800, fatto che ha portato ad avere un aumento di 4 gradi sulla media delle temperature e devastanti problemi di siccità (la peggiore negli ultimi 70 anni). Gli eventi nefasti non hanno tardato ad arrivare causando morti in tutta Italia: a Luglio del 2022 il crollo del ghiacciaio della Marmolada costò la vita ad 11 persone; a Settembre un’alluvione di una notte nelle Marche provocò la morte di 12 persone; sempre a Novembre l’alluvione di Ischia costò la vita ad altre 12 persone.
Solo l’ultimo anno è stato dunque un anno record per quanto riguarda i disastri ambientali e nessun angolo del pianeta è rimasto illeso. Per citarne alcuni, partendo dall’Europa, la tempesta Eunice a Febbraio ha colpito Belgio, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia e Regno Unito provocando morti e danni irreparabili, e l’intera regione Europea tra Giugno e Settembre è stata attraversata da un’ondata di calore estrema che ha causato siccità e incendi; violente inondazioni hanno colpito anche Australia, Sudafrica, Pakistan e Cina; tra Settembre e Ottobre l’Uragano Ian si è scagliato violentemente su Cuba; è stato un anno da record anche per la deforestazione in Amazzonia.
Oggi sono ben 192 i paesi coinvolti nell’iniziativa dell’Earth day. In occasione della stessa si fa un punto della situazione sullo stato di salute della Terra, portandoci a riflettere sull’impatto delle nostre azioni nell’ambiente. Ogni cittadino è una pedina potente in questo scacchiere e i suoi comportamenti virtuosi sono estremamente funzionali alla salvaguardia della vita sulla Terra, oggi più che mai.
Il tema della giornata della terra 2023 è “investi nel nostro pianeta”, un appello rivolto a tutti, dai cittadini ai governi, dalle imprese alle istituzioni. Negli accordi che son stati stipulati durante gli anni precedenti i governi di tantissimi paesi hanno dichiarato il loro assoluto impegno nel mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C (limite di temperatura di 1,5°C stabilito dall’accordo di Parigi, 2015), attuando politiche ecologiche finalizzate a ridurre la dipendenza da fonti fossili ed emissioni inquinanti. Tuttavia, sembra che nonostante gli obiettivi fissati per il 2030 la strada da percorrere per raggiungere i risultati preposti sia ancora molto lunga e tortuosa. Vi è infatti una continua incongruenza tra le spinte volte a tutelare l’ambiente e le spinte finalizzate a un vantaggio economico, come emerge nel caso dell’Unione Europea che, con l’invasione russa dell’Ucraina, si è trovata a scegliere se sostituire il gas e i combustibili fossili dalla Russia con quelli di altri paesi oppure optare per una scelta sostenibile e scegliere di sfruttare fonti di energia rinnovabili nazionali. Durante la Cop 27 di Sharm el Sheik, i leader mondiali non sono infatti riusciti a trovare un accordo su come uscire dalla dipendenza dei combustibili fossili.
È arrivato il momento di invertire la rotta, responsabilizzarci nei confronti della Natura e soprattutto farlo assieme, iniziando dall’adozione di semplici comportamenti che, a dispetto di quanto possa sembrare, fanno davvero la differenza, a partire dal riciclo di materiali o dalla riduzione degli sprechi di acqua o energia.
In questo ultimo anno si sono intensificate le battaglie portate avanti da attivisti per il clima (principalmente studenti), tanto criticate perché sempre più radicali. A essere prese di mira sono infatti spesso le opere d’arte, la cui immortalità è destinata a venir meno se non si arresta questa deriva distopica a cui stiamo andando incontro. Queste grida disperate di ragazzi che temono per il proprio futuro hanno un eco ancora maggiore se ad esse si uniscono le voci di tutti gli individui intenzionati a lottare per l’equilibrio ecologico e la difesa della propria vita sul pianeta Terra. Prendere parte alla manifestazione di oggi è un ottimo punto di partenza.