Situata nella costa meridionale della Sardegna, la città di Cagliari nasce dal connubio indissolubile tra terra e mare. Si erge potente tra mura di pietra medievali e quartieri in stile liberty e racchiude al suo interno una storia antichissima, figlia di influenze storiche che vanno dal periodo punico e romano fino all’epoca medievale e moderna e che abbracciano la storia del suo popolo nativo, i nuragici.
Conosciuta come la città del sole, Cagliari è da sempre una perla al centro del mediterraneo, che l’ha resa crocevia di popoli e punto strategico per il commercio. Testimonianza di questo suo ruolo storico è senz’altro l’architettura che la contraddistingue e che riflette la coesistenza di stili differenti.
Camminando per le strette strade del capoluogo è infatti difficile non rimanere incantati alla vista di resti antichissimi che richiamano ora il mondo fenicio-punico, con la necropoli di Tuvixeddu, ad esempio; ora il mondo romano, con il bellissimo anfiteatro alle pendici di Buon cammino. E ancora il mondo bizantino, con chiese dalla pianta a croce e cupola, come quella di San Saturnino; e quello pisan a cui si deve la fondazione di Castel di Castro (chiamato Castello o “Casteddu” in Campidanese), il principale quartiere di Cagliari, caratterizzato da alte mura, torri e bastioni. Dopo la dominazione spagnola, che ci ha lasciato ricchissime chiese tardogotiche, rinascimentali e barocche, incontriamo resti del dominio piemontese, come il Palazzo Reale, uno dei simboli della città.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1943, Cagliari subì una serie di bombardamenti portati avanti dalla Strategic Air Force americana che le costarono più di un migliaio di vittime, oltre che la rovina di edifici e di parte del patrimonio artistico-culturale. Ma se la guerra in Italia continuò ancora per qualche anno, in Sardegna tutto si concluse con l’Armistizio di Cassibile: si pensò a un piano di rinascita e ripresa che vide privilegiare gli investimenti nel settore edilizio oltre che nella costruzione di opere pubbliche.
In poco tempo Cagliari riesce a trasformarsi in città metropolitana moderna e accogliente.
Oggi si presenta come una città complessa, talvolta ricca di contraddizioni. Da un lato il clima mite, le tradizioni millenarie a cui è intrinsecamente legata, la tranquillità, la sicurezza e l’alta qualità della vita rendono Cagliari una città da vivere non solo d’estate; dall’altra l’insularità viene vissuta come un vero e proprio limite a cui si aggiunge il problema dei trasporti che ostacola la mobilità dei residenti. A questo proposito, attualmente vanno avanti i lavori per la realizzazione di un’estensione della metropolitana che arriverà fino alla stazione di Piazza Matteotti, collegando perfettamente la città, dal centro al porto.
Cagliari, nel suo piccolo, può essere considerata la rappresentazione effettiva della Sardegna, un mondo a sé, diverso dal resto. È sincretismo di culture e fusione di popoli, è l’espressione più viva della diversità, fuori dal tempo e dalla storia.
David Herbert Lawrence scrittore e poeta inglese, in “Sea and Sardinia”(1921), parla della città con queste parole: «E improvvisamente ecco Cagliari: una città nuda che si alza ripida, ripida, dorata, accatastata nuda verso il cielo dalla pianura all’inizio della profonda baia senza forme. È strana e piuttosto sorprendente, per nulla somigliante all’Italia. La città si ammucchia verso l’alto, quasi in miniatura, e mi fa pensare a Gerusalemme: senza alberi, senza riparo, che si erge spoglia e fiera, remota come se fosse indietro nella storia, come una città nel messale miniato da un monaco. Ci si chiede come abbia fatto ad arrivare là. Sembra la Spagna, o Malta: non l’Italia».

Non a caso, gli stessi sardi, cui l’orgoglio certamente li contraddistingue, affermano fieramente “Sardigna no est Italia”, svelando un’ideale indipendentista, di matrice identitaria e pluralista, che viene da lontano.
E ancora, sempre secondo la descrizione di H. Lawrence, “Cagliari è un nudo gioiello d’ambra che si apre all’improvviso, come un bocciolo di rosa, nel profondo dell’ampio golfo”.                                                                                                                          Ecco cosa riesce ad essere questa città agli occhi di chi la visita, anche solo una volta, di sfuggita.

Cagliari è il calore del sole, è l’immensità del mare, è il rumore del vento e il sapore del sale, è il giallo delle ginestre, le tinte calde dell’architettura e le sfumature rosa del cielo. È il contrasto tra la sensazione di isolamento e tranquillità che trasmette e la sua natura pluralista, che non smette di raccontare.

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