Tornano i Pearl Jam all’Heineken dopo la tragedia scampata nel 2007 che ha visto annullare il loro tour italiano. Una tromba d’aria, in quel frangente, fece crollare le torri che allestivano il palco dell’Heineken. Ma “maledizione” continua. Anche quest’anno un nubifragio ha creato problemi nella seconda giornata del festival facendo annullare la performance dei Green Day. Ma non è stata questa l’unica potenza della natura a manifestarsi nei prati di Mestre, anche i gruppi che hanno suonato all’evento musicale italiano più atteso dell’anno, hanno dato prova della loro potenza. I Pearl Jam, più di tutti, hanno dimostrato di essere i “Re” del rock. Anche artisti come gli Skunk Anansie, con una Skin in perfetta forma per la reunion del gruppo inglese e Ben Harper sono impalliditi di fronte all’impeto del gruppo più seguito di Seattle. Il pubblico era tutto lì per loro e in gran delirio. Commoventi i duetti di Vedder con Ben Harper. Eddie ha dimostrato di essere, oltre un magnifico cantante, anche un simpatico intrattenitore della folla. Tra una sorsata e l’altra dalla bottiglia di vino che teneva con se sul palco e che, a fine serata, ha dato i suoi effetti, ha interagito con i suoi fan con battute di spirito in inglese e in uno “zoppicante” italiano.
L’Heineken Jammin Festival è, in Italia, l’avvenimento della musica pop, rock, grunge e simili più importante dell’anno. Questi enormi festival, già presenti da tempo sulla scena musicale internazionale, ospitano ogni anno i gruppi più seguiti al momento e alcuni gruppi storici che di solito chiudono le serate. L’edizione 2010 si è tenuta a Mestre al Parco San Giuliano e ha proposto ospiti illustri del calibro di Aerosmith, Cranberries, Massive Attack, Cypress Hill, Pearl Jam, Ben Harper & Relentless Seven, Skunk Anansie. Per capire di quale portata siano gli ospiti della scena musicale internazionale basta fare l’ esempio delle edizioni passate che hanno visto sul palco Fatboy Slim, Placebo, Lenny Kravitz, Red Hot Chili Pepper, Police, R.E.M. e altri grossi calibri.
La prima edizione dell’ Heineken è stata nel 1998 dove non poteva che esordire la nostrana star del rock Vasco Rossi e l’allora primo in classifica nelle top ten mondiali Ben Harper. La location è cambiata rispetto all’originale che occupava un consistente spazio a Imola, ma la nuova non lascia rimpiangere l’originale. L’organizzazione è ottima. Si potrebbe azzardare che sia il Festival meglio organizzato, nonostante si tratti di uno tra i più “giovani”. L’area comprende il palco principale, dove le star si esibiscono dalla mattina fino a notte con brevissime pause tra loro. Sono presenti anche piccoli palchi sparsi nella grande area che ospita l’evento dove si esibiscono gruppi emergenti. L’Heineken rappresenta quindi un’opportunità per farsi conoscere mostrandosi al pubblico e a eventuali produttori, ma è anche un’ottima occasione per crescere facendo esperienza, mettendosi in discussione come delle vere star.
Ma l’Heineken è ancora di più. Nelle aree in cui è suddiviso il Parco San Giuliano ci sono centri massaggi, campi da beach volley, rode di capoeira, basket. Il connubio sport-musica è veramente geniale ed è una peculiarità dell’Heineken. Lo spettacolo dura un’intera giornata e potrebbe risultare molto stancante (anzi lo è per chi non è più un adolescente), quindi spezzare con un massaggio rilassante o con “due tiri” a pallone può restituire la grinta necessaria ad arrivare all’ascolto dell’ultimo gruppo musicale, il che avviene intorno alle 2 di notte.
Altra peculiarità del festival musicale tutto italiano è che fin dalla mattina, all’inizio dell’evento, vengono distribuiti dei braccialetti di diverso colore che permettono di posizionarsi davanti al palco principale in diverse zone delimitate da transenne. Prima si arriva al concerto e più è facile ottenere il braccialetto per poter accedere a una zona vicina al palco. Essendo ovviamente ogni colore di braccialetto numericamente limitato, anche chi ottiene una posizione estremamente vicina ai musicisti non rischierà di essere schiacciato dalla folla che lo preme da dietro. Criticabile, invece, la cessazione del servizio da parte del servizio d’ordine e delle ambulanze che in passato distribuivano di frequente e gratuitamente acqua potabile per ristorare un esausto pubblico che per ore è costretto a seguire lo spettacolo sotto un sole cocente. I prezzi delle bevande e anche dei cibi attualmente sono alle stelle rendendo difficile un dignitoso ristoro.
Quindi l’Heineken Jammin Festival presenta lati positivi e qualche lato negativo ma i primi prevalicano sui secondi e fanno quasi dimenticare le disavventure del 2007 e il nubifragio di quest’anno. È importante che in Italia ci siano manifestazioni di questo tipo. La musica è sempre stata bistrattata come forma d’arte nel nostro paese, soprattutto se ci si riferisce alla musica rock. Ma tutta la musica è cultura, dovrebbero esserci molti più spazi che offrano la possibilità da una parte agli artisti di esibirsi e dall’altra al pubblico di seguirli per divertirsi ed accrescere le proprie conoscenze.
Fonte: Claudio Palazzi, La voce di tutti