Cosa sono e a cosa servono le politiche migratorie?

Le politiche migratorie sono un insieme coordinato di azioni, normative e strategie messe in atto sia da entità governative nazionali che da organizzazioni internazionali, con l’obiettivo primario di regolare e gestire i movimenti di persone tra diversi paesi. Queste politiche sono essenziali per affrontare una vasta gamma di questioni legate all’immigrazione, inclusi, ma non limitati a, l’ingresso, il soggiorno, l’integrazione e, in alcuni casi, il rimpatrio dei migranti.

Le politiche migratorie servono a diversi scopi fondamentali e ogni società ne dispone l’utilizzo; qualsiasi sia la posizione geografica o periodo storico.
Esse forniscono un quadro legale per regolare chi può entrare e soggiornare in un paese, sotto quali condizioni e per quanto tempo. Questo include la definizione di categorie di visti, requisiti per l’ingresso e il soggiorno, e procedure per la richiesta di asilo. Aiutano a prevenire l’ingresso non autorizzato di persone e a combattere la tratte appartenenti a soggetti della criminalitá transnazionale. Questo rende le politiche migratorie strumenti chiave per garantire che la mobilità delle persone non comprometta la sicurezza interna di uno stato.
Infine promuovono l’integrazione dei migranti nelle società di accoglienza, facilitando l’accesso al mercato del lavoro, all’istruzione, alla sanità e ad altri servizi pubblici. L’integrazione è fondamentale per costruire società coese e beneficiare degli apporti economici, demografici e culturali dell’immigrazione.

Sfide e bilanciamento

Le politiche migratorie devono navigare in un delicato equilibrio tra diversi obiettivi e interessi, spesso in tensione tra loro. Da un lato, come abbiamo accennato, c’è la necessità di garantire la sicurezza nazionale e di controllare i confini; dall’altro, è imperativo rispettare i diritti umani dei migranti promosse anche da un quadro di solidarietà internazionale. Senza contare che politiche migratorie devono adattarsi a un contesto globale in rapida evoluzione, caratterizzato da crisi umanitarie, conflitti, cambiamenti climatici e disuguaglianze economiche, che influenzano i modelli migratori ( le rotte, l’intensitá, qualitá, ecc dell’immigrazione ).

La Matrioska: 3 livelli fondamentali

Livello internazionale

Il quadro normativo internazionale dell’ONU sul fenomeno migratorio. Questo è costituito da una serie di convenzioni e trattati che mirano a regolare e proteggere i diritti dei migranti a livello globale.
Alcuni dei testi piú importanti che compongono il quadro normativo internazionale sui migranti sono: La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948), La Convenzione ONU di Ginevra del 1951 e il Protocollo del 1967, La Convenzione Internazionale sulla Protezione dei Diritti di Tutti i Lavoratori Migranti e dei Membri delle Loro Famiglie (1990).
Le politiche migratorie dell’ONU si sono evolute nel tempo, passando da un approccio inizialmente incentrato sulla risposta alle crisi dei rifugiati e sulle migrazioni forzate, a una visione più ampia che considera anche le migrazioni volontarie e la mobilità come fattori positivi per lo sviluppo. Questa evoluzione è stata influenzata da fenomeni come la globalizzazione, il cambiamento climatico e specifiche dinamiche nazionali e locali.

A livello Europeo

Le politiche migratorie hanno avuto origine con la creazione del mercato comune e l’eliminazione dei controlli alle frontiere interne tra gli Stati membri, come stabilito dal Trattato di Roma del 1957 e successivamente rafforzato dall’Atto Unico Europeo e dal Trattato di Amsterdam. Quest’ultimo, entrato in vigore nel 1999, ha segnato un passo importante verso la comunitarizzazione delle politiche migratorie, cercando di superare la cooperazione intergovernativa con l’adozione di regole e politiche comuni.
Con l’Agenda europea sulla migrazione del 2015, l’UE ha definito un nuovo approccio strategico basato su quattro pilastri, tra cui la riduzione degli incentivi alla migrazione irregolare e una politica comune europea di asilo. Tuttavia, la realizzazione di una politica migratoria comune dell’UE ha incontrato resistenza da parte degli Stati membri, che hanno difeso le loro prerogative nazionali.
Le sfide includono la gestione dei flussi migratori, l’integrazione sociale degli immigrati, e la cooperazione con i paesi di origine e transito. L’UE continua a lavorare su una politica migratoria che tenta di conciliare efficacia, umanitá e sicurezza, ma i risultati non hanno sortito effetti; con ogni stato membro che reagisce a questo fenomeno come una vera e propria invasione.
Per affrontare il problema Il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE hanno adottato una tabella di marcia congiunta per adottare le proposte legislative, con l’obiettivo di raggiungere un accordo prima delle elezioni europee del 2024. Questo processo è ancora in corso, con negoziati tra le istituzioni legislative europee per definire il futuro della politica migratoria e di asilo dell’UE. 

A livello nazionale

Le politiche migratorie sono state storicamente caratterizzate da un’ampia varietà di approcci e regolamenti, riflettendo le diverse realtà socio-economiche, storiche e geografiche di ciascun paese.
Come giá accennato, proprio questa diversità ha rappresentato una delle principali sfide nella realizzazione di una politica migratoria comune a livello europeo.
La resistenza degli Stati membri alla realizzazione di una politica migratoria comune dell’UE può essere attribuita a diversi fattori, ma tra i piú importanti abbiamo: Sovranità Nazionale, Differenze nelle Esposizioni ai Flussi Migratori, Percezioni di Insicurezza e Identità Culturale.
Questi rappresentano la forza opposta e la visione antitetica all’idea rappresentata dal quadro internazionale.

La matrioska vá presa nel suo insieme

Le politiche migratorie devono trovare un equilibrio tra la protezione delle frontiere e il rispetto dei diritti umani, calibrando l’approccio umano con quello delle relazioni internazionali. Il fenomeno migratorio può essere sia un’opportunità che una minaccia, e spetta alle nostre politiche migratorie e ai nostri governi scegliere la prospettiva da adottare.
Guardando alla natura del fenomeno, è chiaro come questo non possa essere fermato e che un equilibrio sempre valido per il suo controllo non esiste.
Solo considerando la matrioska nel suo insieme, senza farsi dominare né dalle paure nazionali né dalle idealità internazionali, potremo affrontare efficacemente le sfide della migrazione globale.

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