La via della seta: per millenni la via di comunicazione più importante del mondo conosciuto, un insieme di itinerari terrestri, marittimi e fluviali che servivano a commerciale nell’immenso continente euroasiatico. La Cina alla conquista dell’Eurasia Direttore Claudio Palazzi
È questo ciò che sta cercando di riproporre la Cina moderna, il tutto grazie ad infrastrutture e politiche di cooperazione con e tra i paesi che attraversano il percorso da essa prestabilito.
LA VIA DELLA SETA ORIGINALE
Nome dato dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen nella sua opera “Tagebucher aus China” essa collegava Chang’an (l’odierna Xi’an) all’Asia Minore e al Mediterraneo attraverso il Medio Oriente e il Vicino Oriente diramandosi anche ad est, verso Corea e Giappone, e a Sud, verso l’India.
Via di comunicazione dove non viaggiavano solo merci ma anche idee e culture religioni quali matematici e astronomi, manichei e buddisti; fondamentale fu per lo sviluppo dell’antico Egitto, della Cina, dell’India e dell’antica Roma.
LA NUOVA VIA DELLA SETA
La Belt and Road Initiative (BRI) è la nuova via della seta: un progetto capitanato dalla Cina che vuole raccogliere il sostegno economico e politico internazionale necessario a realizzare una immensa via di comunicazione tra l’Europa e all’Africa Orientale attraverso due corridoi infrastrutturali fra Estremo Oriente e continente europeo: uno terrestre e uno marittimo .
La Via della Seta Terrestre attraversa tutta l’Asia Centrale dalla Cina alla Spagna.
La Via Marittima, in cui l’Italia è direttamente coinvolta, costeggia invece tutta l’Asia Orientale e Meridionale fino al Mar Mediterraneo, dove si arriva attraverso il Canale di Suez.
Dopo il 2020 la Cina ha iniziato a pensare ad una nuova rotta:
La “Via della Seta Polare”, dovuta alle rotte che si stanno creando come conseguenza del surriscaldamento globale, infatti con lo scioglimento dei ghiacci le navi cinesi preferiranno raggiungere il Nord Europa attraverso l’Oceano Artico.
Due sono le rotte artiche per il passaggio delle merci: quella a nord della Russia, un collegamento diretto con Rotterdam e quindi con l’UE, e quello a nord-ovest, che passa sopra il Canada, il che faciliterebbe il passaggio per il canale di Panama.
Tutto ciò è dovuto alla volontà cinese di favorire i flussi di investimenti internazionali e gli sbocchi commerciali per le produzioni proprie, di trasformare l’industria del Paese rendendola più sviluppa a livello tecnologico, di dominare settori strategici dell’economia globale e di individuare nuove rotte commerciali e nuovi mercati per le esportazioni di prodotti cinesi.
IL SOGNO CINESE
Ma la BRI non è solo una strategia economica ma è anche uno strumento per diffondere il peso culturale, diplomatico e quindi politico, della Cina in tutto il globo, quindi è uno strumento geopolitico per rafforzare la proiezione internazionale cinese.
Un sogno, quello cinese, che prevede il rafforzamento del Partito comunista cinese, il nazionalismo, il mono etnicismo e il cambiamento da un’economia basata sulle esportazioni ad una basata anche sui consumi interni.