Roma, con i suoi 5,352 km2 di area metropolitana, rientra tra le città più grandi e popolose d’Europa. Celebre per il suo patrimonio artistico, culturale e storico, le cui strade hanno ricominciato a ripopolarsi di turisti dopo lo stop globale causato dalla pandemia.

Se da un lato Roma riesce a regalare ai suoi turisti e ai suoi cittadini spettacoli architettonici e storici in ogni angolo, c’è anche da analizzare quelli che sono gli ostacoli che si ripropongono quotidianamente nella urbe: il trasporto pubblico.

La capitale italiana è sempre stata criticata, e per questo diventata anche celebre per la mancanza di una gestione adeguata dei mezzi pubblici, ormai diventati cruciali in un’area urbana, sia per favorire e facilitare lo spostamento per i suoi cittadini, riducendone lo stress, sia per iniziare una transizione più ecosostenibile verso una riduzione delle attività inquinanti quotidiane del singolo.

Tutto ciò sembra impossibile nella città romana, ed anzi, sembra quasi che vada a creare una classificazione e distinzione tra i suoi cittadini, tra coloro che vivono nel centro e coloro che si ritrovano a vivere nella periferia. Infatti, dopo l’apertura della terza linea metropolitana nel 2014, la popolazione della zona periferica Roma est ha potuto finalmente avere un accesso facilitato alle porte della città.

Tuttavia, questa è solo una parentesi, in quanto il resto della popolazione, lontana dalle fermate della suddetta metro, trova ancora difficoltà a raggiungere le zone centrali senza l’ausilio di autovetture o eccessivi cambi di autobus a disposizione.

Al contrario, nelle zone centrali si è andata a creare un privilegio per tutti quegli individui che hanno a disposizione fermate di metropolitana, bus o tram relativamente più vicine, oppure con il ricorso ai nuovi servizi di carsharing, e-bikes o scooter a noleggio. Così facendo riescono a raggiungere i vari punti della città in maniera più semplice.

Questa problematica tende ad impattare negativamente anche tutti gli studenti universitari romani e fuori sede. Infatti, Roma, grazie alle sue molteplici università con fama internazionale, è riuscita a diventare un punto di approdo per molteplici studenti fuori la regione laziale, ma anche dai confini italiani.

Grazie alle dichiarazioni di due studenti presso l’Università di Roma: La Sapienza, siamo riusciti ad analizzare più da vicino il “viaggio” compiuto dai due studenti e le differenze che si istaurano in base ai propri punti di partenza nella città.

Luigi, studente fuori sede, al primo anno della laurea magistrale in relazioni internazionali presso La Sapienza. Al momento lui si trova in una delle piazze più importanti della zona settentrionale del centro romano: piazza Istria. Alla domanda quanto tempo impiegasse per raggiungere la sede universitaria, Luigi risponde: “circa 20/25 minuti dato che ho la fermata della metro b vicino casa […] oppure molto spesso utilizzo la bicicletta per arrivare a La Sapienza”

È ovvio che la vicinanza al centro aiuta notevolmente lo spostamento, però parlando con Chiara, studentessa a La Sapienza del secondo anno di servizi sociali, ci ha raccontato il tragitto che compie ogni mattina, il quale le occupa circa un’ora mezza, o persino due, partendo dal quartiere di Castelverde (Roma est). Chiara aggiunge: “la mattina ho bisogno di prendere lo 055 fino alla fermata della metro c, da li arrivo al capolinea per aspettare il tram che mi porta a destinazione”.

Per lei risulta impossibile utilizzare servizi di carsharing a causa dei tempi indefinibili di arrivo per via del traffico che trova lungo il tragitto, ma anche a causa dell’assenza di tali servizi nella periferia appena fuori dal centro città.

Ciò che abbiamo riscontrato in entrambi gli intinerai è il ritardo. Infatti, sia Luigi che Chiara ci hanno confermato che più volte i bus o persino le metropolitane hanno costretto gli studenti ad un tempo di attesa che arrivava anche ai 20 minuti per la linea metropolitana, fino ad un’ora per mezzi come tram e bus.

Un ritardo che però nel caso di coloro che vivono al centro tende a compromettere in maniera minima il raggiungimento della destinazione, a differenza di chi, come Chiara, ha bisogno di fare più cambi per raggiungere l’università, creando un effetto catena con tutti gli altri mezzi che si dovranno prendere successivamente.

In conclusione, all’interno di una città come Roma risulta inevitabile non sentire quotidianamente lamentale da parte dei suoi cittadini, studenti o turisti riguardo il funzionamento dei mezzi pubblici, i quali creano disagi e compromettono piani a causa della loro inadeguata gestione rispetto ad una metropoli come la Capitale.

Proprio per questo, sarebbe necessario un ampliamento delle reti di trasporto persino nella periferia per evitare che si vadano a creano inconvenienti “discriminatori” per individui risedenti nelle varie zone della città.

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