Ci troviamo proprio del cuore della periferia romana, nello specifico a Tor Vergata, dove si innalza una delle costruzioni architettoniche ormai simboliche e caratteristiche della Capitale.

Si tratta della Città dello sport, comunemente conosciuta come “la Vela di Calatrava” in riferimento alla sua forma a pinna di squalo e al suo architetto: lo spagnolo Santiago Calatrava.

La storia della Vela inizia nel 2005, quando l’Università di Tor Vergata intraprese un progetto per la costruzione di un polo sportivo e di ricerca.

Successivamente, l’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, si accordò con l’università per creare una vera e propria “Città dello Sport”, in vista degli imminenti mondiali di nuoto del 2009.

Il progetto originario prevedeva due palazzetti a ventagli speculari (uno per basket e pallavolo, mentre l’altro per sport acquatici).

A causa del ritardo dei lavori il neo-eletto sindaco di Roma Gianni Alemanno decise nel 2008 di spostare la sede dei Mondiali al Foro Italico.

Ciò comportò il fermo della costruzione, che riprese momentaneamente nel 2011 in previsione delle Olimpiadi del 2020, di cui Roma era una possibile destinazione.

Le motivazioni principali del blocco furono di tipo economico, dato che l’ammontare lievitò dagli iniziali 120 milioni ai 610 milioni a causa dei costi aggiuntivi di riprogettazione e adattamento agli standard olimpionici.

Ad oggi i lavori non ancora visto la loro conclusione, lasciando intatta soltanto una delle due vele, ormai diventata iconica.

Davanti a “la Vela di Calatrava” le opinioni della popolazione sono contrastanti, da una parte coloro che la reputano un deturpamento del paesaggio sulla quale è stata edificata; dall’altra, coloro che la vedono ormai come una parte integrante dei verdi campi di Tor Vergata.

A sostegno di quest’ultima tesi, la Vela è stata convertita in set cinematografico per ospitare molteplici film e serie tv che hanno aumentato considerevolmente il valore di quello sembrava fosse solo un altro disastro edilizio.

Ricordiamo le celebri scene della serie Netflix: “Suburra”, che vedevano la Vela come ritrovo dei tre protagonista.

Inoltre, anche la cinematografia statunitense è approdata nella periferia romana, utilizzando la Vela come set per le riprese di “Six underground”, film diretto da Michael Bay.

Le aspettative per il futuro della Vela non sono ancora finite.

Infatti, grazie alla candidatura della Capitale come prossima meta dell’Expo 2030, pare che l’ex palazzetto dello sport possa esser convertito in un padiglione per ospitare innovazioni da ogni angolo del mondo.

Attorno alla struttura originaria verrà costruito un grande Parco Solare, con circa 150.000 mq di pannelli solari, per ribadire la sostenibilità come punto centrale del progetto.

La Vela è stata nel corso degli ultimi anni un vero e proprio centro di discussioni pubbliche, tra polemiche e apprezzamenti.

Ciò nonostante, essa rimane una possibilità per la Capitale di accrescere il valore della sua periferia, attraverso la valorizzazione e l’impiego di tale risorsa nel modo più adeguato al contesto nel quale è inserita.

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