In data 25 settembre 2022 si sono tenute le elezioni politiche per il rinnovo di entrambi i rami del Parlamento italiano, all’indomani dello scioglimento anticipato delle Camere decretato dal Presidente della Repubblica il 21 luglio 2022. Gli italiani, chiamati a eleggere per la prima volta un Parlamento composto da 400 deputati e 200 senatori, hanno votato e scelto il centrodestra e l’astensionismo. È dunque giunta l’ora per la politica di interrogarsi e chiedersi come mai così tanti italiani abbiano preferito non recarsi alle urne: il 63,91% di affluenza è il dato più basso da quando l’Italia è divenuta una Repubblica.

La coalizione di centrodestra ha vinto

Come previsto dai sondaggi che nelle settimane precedenti al voto hanno analizzato le preferenze degli italiani, a vincere con un netto distacco dagli avversari è stata la coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, Forza Italia di Silvio Berlusconi e Lega di Matteo Salvini), raggiungendo il 44,5% dei consensi, mentre la coalizione di centrosinistra (Partito Democratico di Enrico Letta, +Europa di Emma Bonino, alleanza dei Verdi con Sinistra italiana e Impegno civico di Luigi di Maio) si è fermata al 28%. Le elezioni segnano l’exploit di Fratelli d’Italia che, dopo esser stato per l’intera legislatura all’opposizione, si prepara a scendere in campo all’insegna della responsabilità.

La peggiore performance della sinistra italiana

Alle elezioni del 25 settembre il blocco di centrosinistra ha registrato la sua peggior performance dal 1948 ad oggi. Invero, se si analizzano i dati regionali, il centrosinistra non è stata la coalizione più votata né in Toscana, né in Emilia-Romagna, due regioni storicamente considerate tra le più “rosse”. Occorrerà dunque riflettere approfonditamente sugli errori compiuti e sulla possibilità di adottare un approccio diverso, in nome del rinnovamento della politica, dei suoi contenuti e del sistema di alleanze per il futuro, in quanto incapace di cogliere la radicalità delle domande sociali provenienti dagli italiani. 

Da quando, circa un anno e mezzo fa, è diventato segretario del Partito democratico, Enrico Letta ha provato per ben due volte ad allargare la coalizione, alleandosi prima con il Movimento 5 stelle, poi, successivamente, provando a stringere un accordo elettorale con Carlo Calenda, leader di Azione. Tuttavia, nessuna delle due operazioni ha avuto successo.  Il più che discreto risultato raggiunto dal Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte ha spinto molti a ipotizzare che una eventuale coalizione con il Partito Democratico sarebbe stata piuttosto competitiva e avrebbe indubbiamente sottratto voti alla destra. È dunque evidente che il centrosinistra diviso non sia stato in grado di avere la meglio sul centrodestra alleato.

La vittoria di Giorgia Meloni sulla stampa internazionale

Poco dopo la diffusione dei primi exit poll, la stampa internazionale ha prontamente dato spazio ai risultati elettorali italiani. Grande attenzione ha sicuramente ricevuto la vittoria della coalizione di centrodestra e il potenziale incarico di Presidente del Consiglio affidato a Giorgia Meloni.

La CBS, emittente radiotelevisiva statunitense di New York, ha commentato il risultato elettorale mandando in onda un servizio in cui sono comparse raffigurazioni di Benito Mussolini risalenti all’epoca fascista. Il New York Times ha sottolineato come la leader di Fratelli d’Italia possa diventare la prima donna Presidente del Consiglio con radici post-fasciste. L’editoriale spagnolo El Mundo ha invece ribadito come la vittoria dell’estrema destra in Italia agiti l’Unione Europea. Persino Al Jazeera, la rete televisiva satellitare con sede in Qatar, ha dedicato uno spazio ai risultati elettorali del 25 settembre, scrivendo come Giorgia Meloni sia destinata a diventare il Primo ministro donna del Paese.

Mai come quest’anno le elezioni politiche italiane hanno destato così tanto l’interesse della stampa straniera anche se, non diversamente dagli anni scorsi, l’esito elettorale è stato semplicemente la conseguenza più evidente della vittoria della democrazia.

Il blocco sovranista nell’Unione Europea

La vittoria alle elezioni di Giorgia Meloni sicuramente apre una nuova stagione politica nella storia d’Italia. Le reazioni sono state molte e disparate: da una parte esultano i sovranisti europei e dall’altra forte è la preoccupazione espressa dalla comunità internazionale.

Il Primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, così come quello ungherese Viktor Orbán, sono stati tra i primi leader internazionali a congratularsi pubblicamente con la coalizione uscita vincitrice dalle elezioni. È probabile che con un partito sovranista come prima forza politica nel Paese e con Giorgia Meloni come potenziale Presidente del Consiglio, i Primi ministri di Polonia e Ungheria credano di aver guadagnato un alleato all’interno dell’Unione Europea. Anche la leader del Rassemblement national, Marine Le Pen, non ha esitato a congratularsi con la coalizione di centrodestra per aver resistito alle minacce di un’Unione Europea a suo avviso arrogante e antidemocratica.

La preoccupazione di Bruxelles

Se da una parte si esulta, dall’altra c’è un velo di inquietudine e preoccupazione, tanto da arrivare a parlare di neofascismo. Infatti, c’è chi, come il co-presidente del gruppo della sinistra all’Eurocamera, sostiene che il neofascismo si stia insediando alle porte di Bruxelles con la vittoria di Giorgia Meloni in Italia. Anche l’ex presidente del Parlamento europeo Martin Schulz commenta negativamente l’esito elettorale, affermando come quella del 25 settembre non sia una buona giornata per l’Europa. Le istituzioni europee, invece, rimangono in attesa e sperano di non assistere a un potenziale allentamento italiano dall’Unione Europea.

L’Italia che sarà

In una situazione di particolare crisi internazionale, dovuta alle conseguenze della pandemia di Covid19, all’invasione russa dell’Ucraina e a tutto ciò che questa comporta, la coalizione di centrodestra si trova a dover governare il Paese. È dunque più che mai necessario che le democrazie occidentali restino unite per combattere contro Putin, colui che da mesi minaccia la sicurezza dell’intero continente europeo, e non solo.

L’auspicio è quello di un risollevamento del Paese, in cui dominano inflazione, caro bollette e incertezza dei mercati. Quello che tutti gli italiani si aspettano in questo momento è che la classe politica dimostri una volta per tutte di essere in grado di gestire responsabilmente il Paese. La società ha un disperato bisogno di risposte semplici e basilari. Il successo di Giorgia Meloni sta nel fatto che offre Dio, patria e famiglia e trasmette la sensazione che basti un po’ di decisionismo per risollevare l’Italia.

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