Sorprendente, patriottica, seducente, particolare, esuberante: questi sono solo alcuni degli aggettivi più comunemente usati per riferirsi alla città di Valencia e alla cultura che la contraddistingue.

Valencia è la terza città più grande della Spagna e offre molteplici esperienze ai suoi milioni di visitatori ogni anno. C’è chi raggiunge la città spagnola per la sua storia e le sue tradizioni e chi, invece, vi si reca per puro divertimento. Valencia è l’incastro perfetto tra cultura e intrattenimento, tradizioni e svago, antichità e modernità.

Di Beatrice Bellotto

Plaza de Toros è indubbiamente una delle mete che riscuote più successo. Nel bel mezzo della piazza troviamo una costruzione che si ispira all’architettura romana e che, nel suo aspetto, somiglia molto al Colosseo. L’arena ospita spettacoli di corrida e per assistervi ci sono quattro momenti di rifermento durante l’anno che corrispondono alle ricorrenze religiose o a particolari festività cittadine. L’evento più importante si celebra a marzo in occasione della famosissima festa de las Fallas. Anche per il giorno in cui si celebra la Comunidad Valenciana, il 9 ottobre, viene organizzato uno spettacolo che è solito lasciare gli spettatori a bocca aperta. Ad ogni modo, trattandosi di una costruzione così centrale e caratteristica, nel corso dell’anno al suo interno vengono organizzati numerosi altri eventi, non necessariamente legati alla corrida. Invero, solo qualche anno fa l’arena ha ospitato il concerto del celebre Bob Dylan, riscontrando molto successo.

Di Beatrice Bellotto

A pochi passi da Plaza de Toros troviamo un edificio tanto colorato quanto particolare: Casa Judía. Sorge in pieno centro della città ed è considerato l’edificio più originale di tutta Valencia, in quanto diverso da tutte le altre costruzioni della zona. L’esplosione di colori che caratterizza Casa Judía non passa assolutamente inosservata. Alcuni specialisti ritengono che l’artista che l’ha realizzata, l’architetto spagnolo Juan Francisco Guardiola Martinez, sia stato un allievo di Antonio Gaudí, ma al momento non vi sono prove a comprovare tale ipotesi.

Di Beatrice Bellotto

Nell’ambito della cultura culinaria, va subito riconosciuto che gli spagnoli hanno dei ritmi totalmente diversi da quelli degli italiani. Pranzano alle ore 15 e cenano non prima delle 22:30. Per noi sono orari del tutto impensabili e a cui risulta parecchio difficile abituarsi. Alla stessa ora in cui buona parte degli italiani inizia ad intravedere la fine di una lunga giornata di lavoro, gli spagnoli si siedono a tavola. Si vocifera che questa abitudine sia dovuta al fatto che gli abitanti della Penisola Iberica convivono da più di 70 anni con un fuso orario sbagliato. Effettivamente, se si osserva la cartina geografica, spicca subito all’occhio che la Spagna si trova sulla medesima longitudine di Inghilterra e Portogallo, il che la collocherebbe, come orario, nella fascia del meridiano di Greenwich, vale a dire un’ora indietro rispetto a quella corrente. La Spagna, però, è da sempre allineata al fuso orario di Roma e Berlino perché nel 1940 il Generale Francisco Franco decise di adeguare la fascia oraria spagnola con quella della Germania nazionalsocialista, in segno di solidarietà. Ecco spiegato il mistero che si nasconde dietro gli orari così bizzarri e sballati degli spagnoli.

Di Beatrice Bellotto

La paella, piatto che ha oltrepassato frontiere e conquistato Paesi, nasce proprio a Valencia, nel Parco naturale dell’Albufera, in quella che è considerata dai valenciani la culla del riso. Nel corso del tempo la paella è divenuta il punto di riferimento per antonomasia della gastronomia spagnola. Moltissime sono le festività paesane in cui si assapora in compagnia questa pietanza, spesso cucinata in strada o in aree adibite. Molte sono le varianti di paella: pesce, carne, mista o sole verdure. La tipica paella valenciana è cucinata con pollo, coniglio e verdure.

Di Beatrice Bellotto
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Il patriottismo è uno dei tratti più caratteristici dell’intera Spagna e delle singole comunità autonome. Non è affatto raro trovare la scritta “todo por la Patria”, ovvero tutto per la Patria, incisa in diversi edifici. Questo forte senso di attaccamento al proprio Paese lo si riscontra in varie occasioni. Innanzitutto, la festa nazionale spagnola che si celebra ogni 12 ottobre e che commemora il giorno della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo è molto sentita dagli abitanti della Penisola. La festività rappresenta un momento di profonda celebrazione dell’identità nazionale spagnola ed è un’occasione per ricordare le grandi esplorazioni in cui la Spagna ebbe un ruolo cruciale.

Di Beatrice Bellotto

Il 9 ottobre di ogni anno Valencia è in festa. Il giorno della comunità valenciana è motivo di grande festa in tutta la città: si celebra l’entrata trionfale del Re Jaime I, avvenuta nel 1238, che ha messo fine al dominio arabo durato diversi secoli.

Di Beatrice Bellotto

Infine, anche dal punto di vista linguistico gli spagnoli si dimostrano molto più nazionalisti rispetto ad altri. Gli abitanti della Penisola Iberica sono particolarmente attaccati alla loro lingua, tanto che la Real Academia Española molto frequentemente ostacola l’introduzione degli anglicismi. Differentemente dalla lingua italiana che accoglie liberamente parole acquisite dall’inglese o dal francese (es. weekend, mouse, car-sharing, abat-jour, bouquet, pochette, ecc.), arrivando ad utilizzarle anche quando non è strettamente necessario, gli spagnoli preferiscono di gran lunga adoperare termini o espressioni tradotti nella loro lingua madre.

Di Beatrice Bellotto

Dal punto di vista culturale, la Ciudad de las Artes y las Ciencias è una tappa obbligatoria per chi visita Valencia. Si tratta di un complesso architettonico all’avanguardia che ha trasformato radicalmente una parte della città. Ove un tempo scorreva il Fiume Turia, l’architetto valenciano Santiago Calatrava ha costruito una città completamente dedicata all’arte, alla scienza e alla natura.

Non si può lasciare Valencia senza aver prima visitato l’Oceanografico, l’acquario più grande di tutta Europa. Situato nel complesso architettonico della Ciudad de las Artes y las Ciencias, l’acquario ospita all’incirca 500 specie, per un totale di 45.000 esemplari. Visitare l’Oceanografico è un’esperienza unica, in quanto riproduce fedelmente i più importanti ecosistemi marini.

Di Beatrice Bellotto
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Valencia è anche una città ricca di divertimento e intrattenimento notturno. L’Umbracle, che fa da entrata alla Ciudad de las Artes y las Ciencias, è un enorme giardino di oltre 17.000 m2 dove è possibile fare passeggiate, ammirando piante tipiche mediterranee o sculture contemporanee. Nella stagione estiva, una parte della struttura dell’Umbracle viene trasformata in un suggestivo locale in cui vivere un’esperienza indimenticabile.

Di Beatrice Bellotto

Dunque, Valencia è senz’altro una di quelle destinazioni che non delude mai. In qualunque periodo dell’anno, dà sempre buone ragioni per visitarla: stile di vita, clima piacevole 365 giorni l’anno, gastronomia mediterranea, festività, tradizioni e tanto divertimento.

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