Da Tetris ad Assassin’s Creed, da Pac-Man ad Uncharted, i videogiochi hanno conosciuto, negli ultimi decenni un’evoluzione travolgente. Lo sviluppo di un videogioco, oggi, coinvolge attori, registi, sceneggiatori, animatori, compositori, con budget che, nelle produzioni più importanti, raggiunge cifre che superano le centinaia di milioni di dollari (alcuni rumor, addirittura, quantificano il budget di GTA VI, videogioco attualmente in sviluppo da Rockstar Games, in una forbice compresa tra uno e due miliardi di dollari).
L’industria del gaming sta dunque vivendo un periodo florido: nel periodo pandemico, infatti, ha conosciuto uno sviluppo notevole. La necessità di trascorrere molto tempo chiusi in casa ha portato molte persone ad avvicinarsi ai videogiochi, con una conseguente esplosione del settore che, si prevede, conoscerà un incremento ancora maggiore nei prossimi anni.
Secondo le rilevazioni di Klecha&Co, riportate da Il Sole 24 Ore, il settore gaming ha raggiunto un valore di 336 miliardi di dollari, con una crescita prevista fino 522 miliardi entro il 2027. Il numero dei giocatori, inoltre, è previsto che aumenti entro il 2025 di circa 400 milioni di unità. Si tratta di una crescita impetuosa, che riflette le numerose potenzialità dell’industria, la quale si sta affacciando anche oltre il puro intrattenimento, come dimostra il cosiddetto serious gaming, ovvero l’impiego, in ambito medico o aerospaziale, di simulatori realizzati con motori grafici tratti direttamente dai videogiochi.
Per quanto riguarda l’Italia, un rapporto del 2021 del Censis, in collaborazione con IIDEA (Italian Interactive Digital Entertainment Association), evidenziava come, in Italia, nel 2020, le vendite di videogiochi hanno conosciuto un incremento del 21,9%, totalizzando un guadagno di 2,2 miliardi di euro. In Italia risultavano attive circa 160 imprese nel settore, con un fatturato complessivo di 90 milioni di euro. Non solo economia, però: la ricerca, che aveva come titolo “Il valore economico e sociale dei videogiochi in Italia”, rilevava anche una crescita di interesse per il videogiocare in sé. In particolare, il 71,6% degli intervistati ritiene i videogiochi un passatempo piacevole, il 52%, inoltre, lo considera un mezzo efficace per sviluppare competenze e capacità di problem solving. Più ancora, tra il 55 e il 60% degli intervistati dichiara di considerare i videogiochi come ottimi strumenti di divulgazione, di terapia o di promozione turistica.
Leggendo questi dati, si può notare una certa inversione di tendenza nell’opinione pubblica rispetto al consolidato stereotipo, soprattutto nelle vecchie generazioni, del videogioco come causa dell’isolamento sociale dei giovani, uno stereotipo di cui la narrazione mediatica tradizionale si è largamente servita per veicolare un’immagine caricaturale del videogiocatore, abbastanza lontana dalla realtà su tutta una serie di aspetti come, ad esempio, l’età o il genere. Come possiamo leggere in un sondaggio del 2022 di Hearts&Science, riportato da Wired, la fascia di età in cui ci si approccia di più ai videogiochi è quella tra i 15 e i 24 anni (4 milioni di giocatori), seguita a stretto giro dalla fascia 45-64 anni (3,8 milioni), che si avvicina al gaming grazie agli smartphone e che, poi, sperimenta altri giochi su diverse piattaforme grazie ai figli. Anche lo stereotipo del gamer quasi esclusivamente uomo non sopravvive alla prova dei fatti: notiamo una percentuale di giocatrici che si attesta al 43%, con una preferenza di generi videoludici decisamente differente, un vero e proprio mondo nel mondo.
A tutto ciò si aggiunge un importante riconoscimento che il governo italiano ha offerto all’industria videoludica e ai videogiochi in generale nel maggio del 2022, quando l’allora Ministro della Cultura, Dario Franceschini, tramite un decreto ha equiparato i videogiochi ad altri prodotti audiovisivi come film e videoclip, ammettendone, dunque, il valore artistico e permettendo agli sviluppatori di godere degli stessi benefici fiscali riservati alle altre industrie in ambito artistico. Al di là dei tecnicismi, si è trattato di un importante traguardo, che ha fornito dignità artistica al gaming, riconoscendone anche il potenziale educativo e culturale.
Il mondo videoludico, al di là di facili banalizzazioni, rappresenta una vera e propria sottocultura in continua evoluzione ed espansione, che non solo attira fette sempre più ampie di popolazione ma fornisce opportunità innovative da un punto di vista occupazionale ed economico. La presenza del gaming sta diventando sempre più trasversale nel mondo di oggi, aprendo nuovi scenari non solo per quanto riguarda l’intrattenimento e la socializzazione, ma anche per lo sviluppo di tecnologie da impiegare in altri ambiti della società.
Insomma, i videogiochi hanno fatto tanta strada per arrivare fin qui. Cosa riserverà il futuro? Non ci resta che attendere e scoprirlo.