Per i liceali che intendono proseguire gli studi, l’ultimo anno è il momento della difficile scelta dell’università in cui andare. In particolare, una domanda sorge spontanea all’inizio della propria ricerca: è meglio un’università pubblica o una privata?

Statale o non statale: questo è il problema

Il quinto anno di superiori rappresenta uno dei periodi più intensi e significativi della propria vita. Gli studenti sono chiamati ad affrontare la loro prima prova di maturità. Quella in senso letterale, composta dall’esame di stato, e nello stesso momento essi devono decidere indipendentemente cosa fare dopo il liceo. Tra le principali opzioni vi è la possibilità di proseguire gli studi accedendo all’istruzione terziaria. Secondo i dati del Ministero dell’Università e della Ricerca nell’anno 2022-23, ben 329.817 ragazzi hanno deciso di iscriversi all’università dopo il liceo, 7.000 in più rispetto all’anno precedente.
Il primo bivio di fronte a cui lo studente si trova nella sua ricerca universitaria è l’alternativa tra università pubblica e università privata.
In questo caso numerosi fattori giocano un ruolo significativo: le inclinazioni e gli interessi, la situazione economica e familiare, la distanza da percorrere e molti altri. Senza le dovute informazioni questo processo di selezione è molto arduo e complicato.
L’Italia nel suo complesso offre un’ampia gamma di scelta. Sempre secondo il MUR, in tutta la penisola vi sono 61 università pubbliche e 20 università private. In particolare, le regioni con la maggiore concentrazione di strutture universitarie sono tre: Lombardia, Lazio e Campania.
Un’indagine dell’Istat, invece, sottolinea la differenza nell’offerta formativa. Gli atenei statali, soprattutto quelli più grandi, mettono a disposizione un’eterogenea offerta di facoltà e corsi. Al contrario le università non statali sono di dimensioni inferiori e hanno percorsi formativi focalizzati in ambiti specifici, quali economico-statistico, politico-sociale e giuridico.
Infine, significative sono anche le differenze economiche tra le due offerte, che possono influire sulle possibilità dei giovani liceali.

L’esperienza di due studentesse

Al fine di analizzare meglio la differenza tra università pubblica e privata abbiamo deciso di intervistare due studentesse che ci hanno gentilmente fornito la loro personale esperienza al riguardo. La prima studentessa si chiama Angelica, ha 23 anni e al momento sta frequentando il corso di magistrale in relazioni internazionali all’università statale di Roma La Sapienza. La seconda ragazza invece si chiama Claudia, ha 24 anni e dopo aver svolto il percorso di studio triennale presso un’università pubblica, ha deciso di iscriversi a un corso magistrale in Strategic Management dell’università privata Luiss, anch’essa a Roma.

Cosa ti ha spinto a scegliere l’università pubblica/privata?

A: Era molto semplice avere informazioni riguardo l’università e ovviamente anche l’ampiezza della proposta di corsi dell’università perché, quando sono uscita dal liceo, non ero ancora certa di quale indirizzo volevo seguire in università. Sicuramente andando in un’università pubblica con un maggior numero di corsi offerti è stato più semplice decidere.
C: I motivi principali sono due. Uno: perché aveva un corso che mi sembrava molto interessante e che non ho trovato nelle altre università. Due: pensavo che potesse darmi più possibilità poi nel trovare un lavoro nel futuro.

Quale credi sia il maggior vantaggio nell’andare in un’università pubblica/privata?

A: Sicuramente la diversità delle persone che la frequentano, perché la maggior parte delle università pubbliche ha un alto numero di studenti che provengono da background diversi; quindi, si crea un ambiente di apprendimento culturale e sociale che ti permette di confrontarti con realtà diverse dalla tua.
C: Sicuramente essere più seguita. Mi ricordo quando andavo a La Sapienza, in triennale, era un casino semplicemente riuscire a comunicare con la segreteria e c’era sempre l’ansia di quando mi risponderanno. Qui, alla privata, sei molto seguito, rispondono subito e sono molto disponibili. Da questo punto di vista è molto diverso.

Quale pensi che sia il maggior svantaggio nell’andare in un’università pubblica/privata?

A: Qualcuno un giorno mi disse: “Il bello dell’università è che nessuno ti dice cosa fare. La parte brutta dell’università è che nessuno ti dice cosa fare”. Quando sei all’università pubblica, visto l’alto numero di studenti, ti senti un po’ lasciato a te stesso. Spesso fai fatica a capire come muoverti e quello che devi fare quando ti trovi in difficoltà. È difficile trovare supporto nella parte burocratica della vita accademica.
C: Nella privata il più grande svantaggio è l’ansia che ti fanno sentire. C’è un livello di competizione che non mi ricordo ci fosse così tanto nella pubblica. Le classi sono molto piccole, in gruppi da 25/30 persone e quindi si sente ancora di più la competizione. Tutti sono fissati con i voti e, almeno a me, questo clima non mi ha fatto benissimo. Nella pubblica si sente di meno, ma allo stesso tempo ti senti un po’ trascurato dai professori perché siamo in tanti.

Che cosa ci puoi dire riguardo al metodo e alla mole di studio dell’università pubblica/privata?

A: Una prima differenza è il fatto che lo studio all’università pubblica sembra seguire un metodo molto tradizionale. Ci sono pochi progetti di gruppo.
Visto che questo metodo è tradizionale si riflette poco sulle necessità che si hanno quando ci si interfaccia nel mondo del lavoro. È soddisfacente dal punto di vista dell’acculturamento personale, ma non crea una buona base per approcciarti al mondo dopo l’università.
C: Nella pubblica tanta mole di studio, poca pratica. Ti fanno studiare tantissimo per un esame, ma poi dopo non ti rimane niente, perché sapevi solo le cose dei libri.
Invece alla privata è il contrario. C’è il libro da studiare, però ci sono anche molti progetti, presentazioni o analisi. Quindi poi a fine corso, oltre alla parte teoria, ti rimane la parte pratica e senti che effettivamente hai imparato di più. Questa è la differenza maggiore secondo me.

Quanto influisce l’aver frequentato un’università pubblica/privata quando si va a cercare lavoro?

A: Penso che non sia così importante quale tipo di università tu abbia frequentato, quanto l’università che hai frequentato. Perché ci sono università fantastiche sia nel pubblico che nel privato. Il problema è riuscire a scegliere la giusta università che ti dia la giusta preparazione. La differenza più che altro la fanno gli ambiti che vuoi andare a studiare.
C: Le tempistiche sono diverse. Magari ti fa accedere più facilmente. Penso che la differenza sostanziale sia questa. Non se accedi o no al mercato del lavoro, ma quanto tempo ci metti ad accedere. Perché la privata ha molte convenzioni direttamente con le aziende e sono meglio collegate con determinati settori del mondo del lavoro.

L’aspetto economico ha influenzato la tua scelta di andare in un’università pubblica/privata?

A: Secondo me l’ha influenzato molto. Non ho mai considerato la possibilità di un’università privata. Immaginati uno studente liceale che non ha mai lavorato prima e che non ha modo, oltre all’aiuto dei genitori, di mettersi da parte i soldi. Le spese già sono alte di suo per il costo dell’affitto, i libri, il mangiare. Immagina moltiplicare questo più le spese che comporta l’università privata. Diciamo che l’università privata rimane elitaria.
C: C’è una grandissima differenza. Solo il fatto che nella pubblica le tasse vanno in base all’ISEE; quindi, se è basso paghi di meno. Invece nella privata non c’è distinzione e si paga la stessa somma. C’è da dire che anche nella privata c’è la possibilità di avere delle borse di studio, per esempio con Disco Lazio, e questa è una cosa che non è molto pubblicizzata e non tutti lo sanno. Se lo sapessero anche la privata sarebbe più accessibile.

Il costo dell’università pubblica/privata influisce sulla qualità dei servizi offerti?

A: Non saprei, perché non ho mai potuto confrontarmi con un’altra università. Almeno a La Sapienza, forse perché è un grande ateneo, non ho mai sentito come se mi mancasse qualcosa. Le aule sono pulite e i servizi di mensa funzionano.
C: La qualità non è assolutamente la stessa. Il costo influisce sia sulla qualità dei professori, delle strutture e dei servizi offerti in generale. Solo alla mensa non è giustificato il prezzo e trovo sia meglio la mensa di Disco Lazio, convenzionata con La Sapienza.

Tornando indietro, faresti la stessa scelta?

A: Penso che cercherei di avere entrambe le possibilità, in quanto l’università privata segue di più le tendenze del mondo del lavoro. Però, comunque, trovo che l’università pubblica forma e avrei voluto seguire almeno la triennale li e forse la magistrale nel privato.
C: Farei la stessa scelta, perché i vantaggi li ho visti. Sia a livello formativo che a livello lavorativo.

In conclusione, possiamo affermare che sono numerosi gli elementi da prendere in considerazione nella scelta dell’università da frequentare. Le differenze tra atenei pubblici e privati non mancano, ma al tempo stesso lo Stato offre supporti economici in grado di aiutare lo studente bisognoso nel suo percorso di studi. Occorre seguire le proprie passioni e informarsi anticipatamente circa le proprie possibilità.

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