Il settore dei  trasporti pubblici a Roma ha inummerevoli problemi: la mancata manutenzione, la copertura insufficiente  del territorio dalle metro, carenze strutturali e sovraffollamento sono solo alcuni. Negli ultimi mesi la situazione sembra essere peggiorata e i disagi sono aumentati per i migliaia di pendolari che si spostano ogni giorno nella città.

Il motivo principale  di questa crisi è il piano di revisione che coinvolge sia la linea A che la linea B, che prevede la  rimozione dalla circolazione i treni che richiedono manutenzione. Ogni convoglio viene immobilizzato per cinque mesi, e in totale, 51 treni delle linee A e B devono essere revisionati. In particolare la metro B1, la diramazione della metro B che ha come capolinea la metro di Jonio, sta subendo molti ritardi dovuti alla mancanza di convogli, che si sommano ai problemi che affligono già da tempo questa parte della linea. In particolare,  gli utenti lamentano che nella metro B1 non funzioni l’aria condizionata, gli ascensori siano fuori servizio e che la rete telefonica non prenda in banchina.

Ho intervistato degli utenti che prendono frequentemente la linea in questione per saperne di più su come tali problemi abbiano un impatto  negativo sulla loro qualità di vita: Riccardo, pendolare che utilizza la metro B1 per raggiungere il lavoro, lamenta tempi d’attesa lunghissimi e sovraffollamento nelle ore di punta e Veronica, che prima portava il suo bambino all’asilo aziendale utilizzando la metro e che ora è costretta da qualche settimana a prendere l’autobus a causa della mancanza di ascensori funzionanti e scale mobili per trasportare il  passeggino.

Entrambi gli utenti lamentano che gli annunci dei tempi di attesa non siano corretti; questo è un problema per l’affidabilità del servizio, e inoltre, anche se si riscontrasse un ritardo nel servizio non sarebbe possibile comunicarlo in quanto il telefono non prende da quando la metro è stata inaugurata. Come confermato dal sito dell’Atac e dalla testimoninza di Veronica, le stazioni di Jonio, Conca d’Oro, Libia e Annibaliano non sono accessibili con gli ascensori, che sono fuori servizio per revisione o collaudo dal 2022.

Ritardi, scioperi e disfunzioni costringono gli utenti intervistati, così come migliaia di altre persone giornalmente,  a organizzarsi  per evitare ritardi e disagi. Questo comporta svegliarsi prima per non rischiare di fare tardi, oppure scegliere di muoversi con altri mezzi pubblici o con mezzi privati.

I pendolari intervistati credono che la soluzione di questi problemi non debba essere rimessa ai cittadini, i quali si sentono impotenti di fronte alla negligenza delle istituzioni locali e statali. Riccardo, al contrario di Veronica, crede però che il comportamento degli altri utenti  della metro contribuisca al peggioramento del problema: sia a Conca d’Oro che a Jonio infatti, sono spesso aperte le transenne che permettono il passaggio verso le banchine e  la maggior parte delle volte non c’è un effettivo controllo che impedisca alle persone di non pagare il biglietto.

Entrambi gli intervistati  sono concordi nei cambiamenti che dovrebbero essere intrapresi: rendere gli annunci sui tempi d’attesa più precisi e migliorare la comunicazine in generale, ammodernare l’intera infrastruttura, aumentare il numero dei convogli, rendere il servizio più  accessibile alle persone diversamente abili. Secondo entrambi gli utenti intervistati  invece, non è stato intrapreso di recente nessun piano per migliorare il servizio.

La completa inefficienza dei mezzi di trasporto di Roma non fa altro che spingere sempre più persone ad utilizzare veicoli privati e questo finisce per congestionare sempre di  più il traffico della  città, che è un altro dei problemi fondamentali della mobilità nella capitale. Metà delle persone si muovono utilizzando la macchina e questo ha un impatto ambientale non indifferente a cui gli ultimi due sindaci sembrano interessarsi vietando la circolazione per il traffico privato in alcuni punti del territorio comunale con le cosiddette “fasce verdi”, senza però offrire un’alternativa valida ed affidabile ai cittadini.

La disfunzione degli ascensori  e delle  scale mobili costituisce una violazione dei diritti fondamentali delle persone con disabilità, con ridotta mobilità o dei genitori che devono trasportare passeggini. Queste categorie dovrebbero essere protette dalle istituzioni  locali e statali, le quali dovrebbero garantire il principio di uguaglianza sostanziale che viene sancito dalla costituzione italiana. Sulla base dell’articolo 3 della costituzione infatti, lo stato, oltre a garantire l’uguaglianza formale di tutti i cittadini, dovrebbe impegnarsi  ad eliminare “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Questo significa eliminare anche gli  ostacoli e le barriere di accessibilità che non consentono  alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare a tutti gli aspetti della vita in condizioni di  uguaglianza con gli altri cittadini. Tali principi sono inoltre garantiti, oltre che dalla costituzione italiana, anche dalla convenzione ONU sui  diritti delle persone  con  disabilità, di cui l’Italia è un paese firmatario. Non è giusto che questa violazione passi inosservata, né che alcune categorie di cittadini si sentano impotenti di fronte all’abbandono dello stato, il quale dovrebbe rispettare i principi fondamentali della costituzione, nonché gli impegni  internazionnali al fine di garantire i diritti umani  di tutti i cittadini.

La situazione della metro a Roma è diventata una vera emergenza per gli utenti e mentre Atac e Roma Capitale cercano di affrontare la questione della revisione dei treni, è essenziale che vengano prese misure immediate per migliorare la qualità del servizio e garantire una mobilità efficiente e accessibile per tutti i cittadini.

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