Anzio è una cittadina sul litorale romano, nota ai più per ragioni storiche e recentemente anche per essere finita sotto i riflettori della cronaca nera. L’importanza storica di Anzio parte da lontano: si tratta infatti della città natale dell’imperatore Nerone, che vi costruì una magnifica domus sul mare di cui possiamo ammirare i resti ancora oggi. Allo stesso tempo possiamo goderci la spiaggia, che si trova sotto le rovine della villa incastonate nella falesia. Anzio è tornata nei libri di storia durante la Seconda Guerra Mondiale, quando gli Alleati la individuarono come punto di sbarco per la loro operazione volta ad aggirare la linea Gustav tedesca. Vi sbarcarono il 22 gennaio 1944, rimasero per diversi mesi tra Anzio e la confinante Nettuno, portando la guerra sul litorale e lasciando un’importante eredità storica. Oltre a tutto ciò, la cittadina è nota per il suo rapporto viscerale con Roma e soprattutto con i romani, che da sempre amano riversarsi sulle spiagge anziati per passare l’estate e abbandonare la frenesia della città e le temperature insostenibili che Roma propone nei mesi estivi.

Un paradiso sul mare

Proprio del mare Anzio fa il suo punto di forza. Si tratta di una città tradizionalmente dedita alla pesca e alla balneazione, che infatti quest’anno è stata premiata per la diciassettesima volta con la Bandiera Blu. Eppure, curare le spiagge e i servizi balneari non è l’unica maniera per valorizzare lo splendido mare del litorale romano: è ciò che pensò l’imprenditore e sindaco di Anzio, Giuseppe Polli, quando nel 1919 commissionò all’architetto Cesare Bazzani la costruzione di un edificio sulla riviera Zanardelli, anche detta “Riviera di Levante”. È il punto esatto dove gli alleati sbarcarono nel 1944 ed oggi, passeggiando su quella stessa riviera, è impossibile non scorgere un imponente palazzo bianco che si affaccia sulla costa: si tratta del “Paradiso sul Mare”. L’edifico in stile liberty fu inaugurato nel 1924 e si presenta con una grande struttura semi-circolare sulla facciata, con un’ampia terrazza e due torri cupolate ai fianchi. Originariamente avrebbe dovuto ospitare il Casinò di Anzio, ma anche altri eventi mondani, come feste, convegni, balli, mostre, cerimonie. Gli interni al piano superiore sono interamente affrescati, mentre al piano terra c’è uno spazioso salone da pranzo con annessa pista da ballo. Gli esterni ne fanno un gioiello e rappresentano a pieno lo stile liberty che era così in voga in quegli anni. Infatti all’epoca la struttura si andò ad abbinare perfettamente con le ville che venivano edificate sulla riviera. Anche per questo motivo in quel periodo Anzio divenne une meta d’obbligo per l’alta società romana, attratta anche dall’armonia architettonica che si veniva a creare, in particolare sulla Riviera Zanardelli.

Nel corso degli anni il Paradiso sul Mare ha rivestito un ruolo centrale all’interno della vita cittadina di Anzio, ospitando eventi diversi. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu addirittura scelto come sede dei comandi alleati. Successivamente ospitò consigli comunali, esposizioni, concerti e numerose mostre di arte contemporanea. Un’importante eredità che l’edificio ha lasciato deriva sicuramente dal cinema: il Paradiso sul Mare è stato il set cinematografico di numerosi film, ma in particolare di due pellicole che hanno fatto la storia del cinema italiano, come Amarcord di Federico Fellini e Polvere di Stelle di Alberto Sordi. Dunque, la raffinatezza architettonica della struttura non passava certo inosservata ai grandi registi, che hanno contribuito a portare il grande cinema ad Anzio anche grazie all’opera dell’architetto Bazzani. Negli anni 60 poi, il “Paradisino” (spesso chiamato così dagli anziati) aveva ospitato anche una sala da ballo chiamata Motus, che divenne molto popolare tra i giovani locali e tra i villeggianti romani.

Una lunga decadenza

Tuttavia, l’utilizzo della struttura per occasioni mondane non durò a lungo. Nel 1968 la gestione del Paradisino passò alla Provincia di Roma, che presto lo adibì parzialmente a scuola e convitto per l’Istituto professionale di Stato per i Servizi alberghieri e della ristorazione. Dieci anni dopo i convittori rimasti erano soltanto 30 e in seguito la struttura è stata trasformata nella sede dell’Istituto alberghiero Marco Gavio Apicio. In tutti questi anni non è stata effettuata alcuna opera di manutenzione, il che ha portato al distaccamento di pezzi di intonaco e più in generale a preoccupazioni riguardanti la tenuta della struttura. Alcune stanze sono state e sono tuttora utilizzate dal Museo archeologico di Anzio come deposito e basta questo per capire le condizioni in cui versa quello che un tempo era un punto di riferimento architettonico e culturale. Fino al 2015 ha ospitato alcuni degli studenti dell’Istituto Apicio e anche alcune cerimonie private, in particolare matrimoni civili, ma in seguito ad alcuni crolli di intonaci è stato chiuso. Nel 2016 un sopralluogo dell’associazione civica Anziodiva aveva confermato lo stato di degrado in cui versava la struttura e aveva di conseguenza informato le autorità competenti come il Comune di Anzio, la Sovrintendenza Belle Arti e Paesaggio, l’Ufficio Scolastico Regionale ed il Prefetto. Nello stesso anno il Paradiso Sul Mare è poi tornato alla gestione del Comune, che però è costretto a tenerlo chiuso ed inutilizzato.

Le nuove prospettive

Purtroppo, l’investimento necessario per un restauro ed una messa in sicurezza non sono nelle disponibilità economiche del Comune di Anzio, che dunque avrebbe bisogno di un aiuto esterno per riportare alla luce un pezzo di storia della città, ma anche una risorsa sotto molti punti di vista. Questo aiuto sembra arrivare dal Ministero delle Infrastrutture, che ha stanziato 8 milioni di euro per il biennio 2023-2025, proprio per la restaurazione dello storico edificio di Anzio. Il sindaco De Angelis ha portato avanti l’iter necessario a restituire il Paradisino alla città, anche con la partecipazione della Città Metropolitana di Roma, e ha dichiarato di volerlo rendere “la casa della cultura di Anzio”.

Le nuove prospettive per la struttura, in caso di completamento del progetto, sono molteplici e tutte di grande spessore. La riapertura del Paradisino costituirebbe prima di tutto un motivo di orgoglio per i cittadini anziati, molti dei quali sono nati e cresciuti con l’edificio al centro della vita cittadina, ma anche per le nuove generazioni che avrebbero la possibilità di vedere una struttura decadente riportata al suo antico splendore, come nei racconti di nonni e genitori. La nuova Casa della Cultura potrebbe ospitare mostre d’arte, antica e contemporanea, o mostre cinematografiche, per valorizzare il passaggio dei grandi attori e registi che lo hanno scelto per dar vita alle proprie opere. Il Paradisino potrebbe sicuramente tornare ad essere ambìto tra le produzioni italiane e non, rappresenta infatti la massima espressione dell’architettura degli anni 20’ e con i giusti incentivi potrebbe tornare presto sui grandi schermi. Inoltre, il comune potrebbe avvalersi di una cornice magnifica per ospitare eventi e convegni, ma anche consigli comunali e cerimonie. Il tutto andrebbe a celebrare la ricca storia della città, rappresentata in questo caso da un edificio che ha vissuto momenti di grande splendore e momenti di grande dolore, come la guerra e i bombardamenti negli anni 40’, ma che mai come oggi aveva vissuto in un tale stato di abbandono. Per fortuna sembra che l’amministrazione sia decisa a fare in modo di riportare in vita il Paradiso sul Mare, patrimonio storico, culturale e sociale di Anzio e non solo.

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