I Software Open Source come possibilità di investimento nel settore informatico. Nati più come fenomeno culturale e universitario negli anni 80 per contrapporsi ai prodotti delle grandi imprese, si sono evoluti dagli anni 90 fino ad oggi, diventando una parte significativa del business di molte aziende.

Il paradigma Open Source, sintetizzato ne “La Cattedrale e il Bazaar” di Eric Raymond, prevede un metodo di sviluppo innovativo: grazie ad un libero scambio di informazioni su internet, si instaura una sinergia tra gli sviluppatori e la comunità della rete dove un semplice utente può diventare un creatore di contenuti.

La vera forza del modello risiede nella valutazione del capitale umano e in un’organizzazione più orizzontale che verticale, caratteristiche che possono rendere gli Open Source Software strategici per le economie dei paesi avanzati.

Se a livello terminologico nel FLOSS, Free Libre Open Source Software, si utilizzano molte volte parole diverse per esprimere concetti simili, lo stesso non avviene a livello giuridico per le licenze d’uso dei software: esse esprimono le varie differenze culturali e di visione sociopolitica tra chi sostiene la mera superiorità tecnica dell’Open Source e chi vi vede prima di tutto uno strumento di libertà e, solo successivamente, la possibilità di lavorare con più efficacia ed efficienza rispetto al software proprietario, termine utilizzato per indicare tutti i programmi non FLOSS.

Queste differenze stanno alla base del presente lavoro: introdurre il lettore nel mondo dell’Open Source, mostrargli i suoi vantaggi e svantaggi in applicazioni aziendali o pubbliche e cercare di rimuovere quel velo di scetticismo che ricopre la maggior parte delle persone che si avvicinano per la prima volta all’argomento.

Interessanti sono le caratteristiche delle Information and Comunication Technologies, di cui il FLOSS fa parte e alla loro diffusione in Europa e soprattutto in Italia. Particolare importanza viene data alle infrastrutture per la banda larga, indispensabile per lo sviluppo del FLOSS, con accenni all’Agenda Digitale Europea e Italiana.

Nell’Open Source Software un aspetto cruciale è costituito dalle licenze d’uso dei software, spesso diventate i manifesti delle diverse culture informatiche. Si prosegue con lo studio del modello Linux, proposto da Eric Raymond nel saggio “La Cattedrale e il Bazaar” dove il programmatore delinea i vantaggi del metodo di sviluppo aperto seguito da Linus Torvalds per il coinvolgimento diretto della comunità, simile ad uno scambio di opinioni di un bazaar contrapposto alla tradizionale struttura gerarchica di sviluppo dei software che ricorda i sistemi per costruire le cattedrali; infine vengono delineati gli attuali metodi utilizzati per sviluppare FLOSS e per fornirgli il supporto.

In questo articolo l’OSS viene considerato da un punto di vista commerciale e viene spesso confrontato con il software proprietario. Si citano le possibili applicazioni di programmi a codice sorgente aperto in ambito industriale con particolare riferimento ai vantaggi e agli svantaggi presenti nella programmazione e nella sua adozione da parte delle imprese. Vengono analizzati i modelli commerciali dell’OSS, alcuni proposti da Raymond nel saggio “The Magic Cauldron” e vengono citati degli esempi, tra i quali il più significativo è quello della Red Hat.

Nella diffusione del FLOSS in Italia sia dal punto di vista delle imprese che da quello delle Pubbliche Amministrazioni per le prime viene considerata l’analisi ELISS II condotta tra il 2004 ed il 2005 dall’Università di Pisa in cui oltre a definire i motivi che hanno portato all’adozione dell’Open Source Software e ai vari business delle aziende, si approfondiscono i  rapporti tra le imprese e le comunità di sviluppo. Per le seconde invece si fa riferimento ad alcune direttive europee che hanno favorito lo sviluppo del FLOSS, viene descritta la European Union Public License, EUPL, licenza raccomandata per i progetti comunitari di software libero e viene analizzato il possibile impatto del FLOSS sulle PA italiane, considerando sia i pro che i contro. Alla fine vengono proposte due iniziative italiane: Assoli, l’Associazione per il software libero e ILS, l’Italian Linux Society.

Questo lavoro è stato realizzato utilizzando un FLOSS, LibreOffice 3.5.6 e l’autore può confermare di non essere un grande esperto di programmi informatici a dimostrazione che con questa tipologia di software, con un po’ di pratica, si possono raggiungere buoni risultati.

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