REFERENDUM ATAC PRO O CONTRO PRIVATIZZAZIONE? COME HANNO REAGITO I ROMANI
La città di Roma e il suo sindaco si sono trovati nuovamente al centro dell’attenzione dei media. Gli eventi degli ultimi giorni sono susseguiti uno dietro l’altro. La sentenza, che dichiara la Raggi innocente, pone fine a un’aria di tensione che si era creata tra lei e i vertici del Movimento. Lo sgombero del campo nomadi Baobab, voluto dal Ministro degli interni e dalla prefettura, ha puntato i riflettori dell’opinione pubblica sulla capitale. Ciò che ci interessa è però il referendum sull’Atac, il quale si è svolto domenica scorsa. Prima del voto non è mai stato al centro dell’attenzione dei media, se non negli ultimissimi giorni, e neanche al centro del dibattito politico. Questo spiega sicuramente i risultati alquanto negativi riportati di seguito.
IL RISULTATO DEL REFERENDUM E L’ANALISI DEL VOTO
Prima di tutto è opportuno sottolineare che si trattava di un referendum consultivo. Ciò significa che, qualsiasi esito avesse avuto, non sarebbe stato vincolante per la giunta. Il Partito Radicale ha lanciato l’iniziativa,sottola guida del leader Riccardo Magi. Ha trovato poi il sostegno del Partito Democratico e di Forza Italia. A sostegno invece del no alla privatizzazione oltre al Movimento si è schierata la Lega e Potere al Popolo .
La procedura prevedeva,per la validità delle votazioni, un quorum del 33,3%. I numeri finali sono ben lontani. Infatti solo il 16% degli aventi diritto si è recato alle urne. A seguito del risultato negativo è montata la protesta dal coro dei Radicali; hanno infatti annunciato di fare ricorso al TAR. La tesi portata avanti dai Radicali sostiene l’inutilità del quorum in un referendum consultivo. Inoltre Magi ha parlato di una grave sconfitta per la democrazia diretta. Innegabile il fatto che la Raggi non abbia minimamente incentivato alla partecipazione. Sul suo profilo Facebook infatti,sempre molto utilizzato, non viene mai menzionato,se non per festeggiare dopo i risultati. Da un sindaco di un partito che fa della democrazia diretta la sua forza ci si poteva aspettare qualcosa in più. Innegabile però che la Raggi non aveva niente da guadagnarci, a parte il tendere una mano ai cittadini a lei contrari.
Chiaramente la colpa non è solo della mancata comunicazione ai cittadini della Raggi,ma soprattuto di chi ha lanciato e sostenuto questa iniziativa: per farla semplice i partiti di sinistra. Il risultato è nuovamente un segnale della disaffezione dell’elettorato con questa compagine politica. Inoltre sottolinea ancora una volta come queste forze politiche non siano più in grado di coinvoglere la popolazione alla partecipazione, neanche quella più immediata del semplice voto. Sicuramente tra quel 74% che non si è recato alle urne parecchi non ne erano proprio a conoscenza, qualcuno non era in grado di decidere e molti erano contro la privatizzazione. Comunque la si voglia vedere rimane una sconfitta per le opposizioni.
I DUE QUESITI REFERENDARI
Nonostante il disastroso esito dell’affluenza c’è un dato positivo per i sostenitori del “si” alla privatizzazione. Infatti di quel 16% recatosi alle urne il 74% ha votato a favore della privatizzazione. Attenzione però, quei pochi recatosi a votare, hanno trovato non uno ma due quesiti. Il primo infatti chiedeva se i romani fossero d’accordo alla privatizzazione. Per spiegarci meglio con privatizzaizone si intende: togliere il monopolio dei servizi di trasporto ad Atac ed aprire alla possibilità di una gestione diversa. Il comune quindi avrebbe dovuto indire delle gare da cui sarebbe risultata vincitrice una o più aziende. Tuttavia il comune avrebbe comunque mantenuto un forte controllo e diversi poteri sul servizio; ad esempio il prezzo dei biglietti e le tratte.
Il secondo quesito invece chiedeva ai Romani se fossero d’accordo con un affiancamento di altre imprese per il servizio dei trasporti. Atac sarebbe rimasto l’erogatore dei servizi di linea su gomma e rotaie. Invece in ambito locale,per servizi non di linea, il comune avrebbe favorito la partecipazione di altre aziende.
UN FORTE NO ALLE PRIVATIZZAZIONI
Di questa vicenda rimangono molte certezze. Di alcune ne abbiamo già parlato, di altre lo faremo adesso. E’ certo che a Roma vi è un problema di gestione dei servizi,in particolare quello dei trasporti. Proprio i trasporti sono uno dei disagi di cui i romani si lamentano di più. Non è un problema recente, ma che viene tramandato di amministrazione in amministrazione. Il problema riguarda soprattuto zone periferiche poco collegate. Molto curioso sottolineare come però l’affluenza è stata più bassa in queste zone rispetto a quelle centrali. E’ chiaro che il comune deve attivarsi per migliorare la situaizone. Il sindaco Virginia Raggi ha annunciato che prossimamente verranno attivati circa 600 nuovi autubus.
Tuttavia il dato più evidente rimane che i cittadini romani sono fortemente contrari alle privatizzazioni, anche quando rimane forte il ruolo del pubblico. Non credono, o meglio non vogliono che i problemi vengano risolti tramite privatizzazione. Questo perchè se ne potrebbero creare di nuovi. Ad esempio una gestione finalizzata ai profitti e non al miglior servizio di tutti i cittadini. Inoltre non è detto che vengano risolti. Basti pensare ad Acea,non solo immischiata in vari scandali di natura politica, ma anche in gravi disservizi. Insomma è evidente che i cittadini romani vogliono che il servizio del trasporto resti pubblico, resti cosa loro.