Uno spreco senza precedenti: la Metro di Conca d’Oro
Nel cuore del quartiere di Montesacro, nella piazza di Conca d’Oro, sorge l’omonima fermata della metro B1. Stazione inaugurata il 13 giugno 2012 al costo di centinaia di milioni di Euro, oggi, poco più di 5 anni dopo, versa in uno stato di fatiscenza e semi-abbandono. Fra progetti completati ma inspiegabilmente non resi attivi: un parcheggio mai entrato in funzione ed esterni vandalizzati e relegati ad uso discarica. Vediamo più da vicino uno dei più grandi sprechi della Capitale.
Nel giugno 2012 Alemanno inaugurava la stazione di Conca d’Oro. Con una frequenza di un treno ogni 9 minuti nelle ore di punta (cifre comunque molto lontane da quelle delle maggiori capitali europee), la fermata sembrava essere la soluzione ai vari problemi di traffico della zona ed un primo passo verso il riavvicinamento fra centro e periferia. La nuova opera inoltre doveva essere più che un semplice snodo metropolitano. La costruzione, che occupa l’intera piazza, prevedeva infatti un parcheggio ed un centro commerciale. Ed effettivamente nel 2012, a lavori ultimati, la stazione venne consegnata nelle mani del comune rispettosa dei progetti: costruita su tre piani, nei primi due sono ancora evidenti e visibili gli spazi che dovevano ospitare le attività commerciali, mentre il parcheggio è stato completato, e dalla piazza si possono notare gli annessi ascensori e biglietteria. Tutto, ovviamente, con enormi esborsi pubblici. Ma la situazione attuale rispecchia un autentico disastro, con sprechi da capogiro e uno stato d’abbandono che ha dell’incredibile soprattutto se si considera la modernità dell’opera.
Iniziando dall’esterno e dalla piazza, evidenti colpe di privati incivili che hanno trovato nell’edificio un facile bersaglio di vergognosi atti vandalici. Nelle mura esterne della stazione è pressoché impossibile trovate un metro quadro libero da scritte e murales. La maggior parte delle rivestiture in plastica e vetroresina sono state danneggiate, distrutte e a volte divelte. Nei giardinetti centrali invece si trovano, oltre ai pezzi delle rivestiture distrutti e mai raccolti, vere e proprie oasi di sporcizia, per lo più composte da bottiglie e lattine di birra. Centinaia e centinaia di detriti in continuo aumento che, oltre ad essere pericolosi, rendono il parco inagibile e contribuiscono a creare una cartolina di sconcertante degrado. Proseguendo con l’infausto tour degli esterni, non si tarda a trovare colonne danneggiate ed un lampione sul punto di crollare. Vanno infine citate le numerose segnalazioni da parte degli abitanti della zona, che hanno denunciato Conca d’Oro come un’ormai frequentata piazza di spaccio. Una situazione vergognosa, che ha portato in soli 5 anni al deterioramento della costruzione. Ma la situazione è ancora più incredibile se si pensa che tutto ciò sarebbe stato facilmente evitabile. Tralasciando il fatto che la stazione, affidata al servizio Atac, avrebbe potuto essere controllata con un esborso minimo (soprattutto a fronte delle spese totali), all’interno della stessa era stato previsto l’inserimento di una caserma delle forze dell’ordine, che nella zona manca. Ovviamente la caserma, oltre ad essere essenziale per l’intero quartiere, avrebbe preventivamente evitato il degrado grazie ad un continuo controllo e fungendo da deterrente per vandali e spacciatori. Sapere che tale caserma ad oggi non esiste ha ancora più dell’incredibile poichè la stazione prevede uno spazio adibito che è stato effettivamente costruito, insieme alle altre sale per gli esercizi. Scendendo al primo piano della stazione è possible notare una grande vetrata, attraverso la quale si nota un’enorme area divisa in locali, chiari scheletri di attività commerciali. Ciò che avrebbe dovuto essere il primo piano del centro commerciale, lo spazio che tra gli altri prevedeva anche la caserma, oggi non è nulla. Continuando a scendere verso il secondo piano (piano -2) ci sono numerose zone con muri provvisori, pronti ad essere abbattuti per svelare ulteriori locali commerciali. Tutto ciò è inoltre visibile nelle molteplici mappe della stazione, disseminate all’interno della struttura, che recitano ‘piano attività commerciali’.
Tornando all’esterno della piazza si parano davanti la visuale dei lugubri edifici grigi sono: la biglietteria (con tanto di vetro antiproiettile ed apertura per consegna ticket) e l’ascensore, entrambi collegati al parcheggio. Gran parte dell’area sottostante alla piazza infatti è un parcheggio da 250 posti auto. Un’area completamente nuova, alla quale mancano soltanto alcuni dettagli per l’attivazione e che oggi è passata nelle mani di Atac. Ma il parcheggio ad oggi è ancora inattivo. La zona è molto trafficata e spesso chi vuole prendere la metropolitana è costretto a vagare in cerca di parcheggio che, se si trova, è in una piccola area a pedaggio con strisce-blu.
Ma non è finita qui. Anche all’interno atti vandalici hanno rovinato la struttura, arrivando al punto di rompere il soffitto. Inoltre una zona di passaggio per i binari è inagibile quando piove per via delle abbondanti infiltrazioni d’acqua. Va aggiunto infine che sui binari e nella metro è totalmente assente la copertura telefonica; oltre a provocare disagi, lavorativi e non, in caso di ritardi o imprevisti (purtroppo molto più che frequenti), rende anche pericoloso il tragitto. Quindi errori tecnici di costruzione si aggiungono tristemente alla sciagurata gestione complessiva.
Siamo quindi di fronte ad un vergognoso caso di spreco senza precedenti. Le responsabilità sono da ripartire fra la giunta ai tempi di Alemanno, quella di Marino ed infine la giunta della pentastellata Roberta Capoccioni (attualmente sfiduciata) e sindaca Virginia Raggi. Va inoltre sottolineato che l’opera, nonostante i costi elevati, era stata consegnata rispettosa dei progetti iniziali, che però non sono mai stati messi in pratica. E se inizialmente la situazione era in stallo, oggi l’apertura di una zona commerciale è impensabile. Nessuna attività avrebbe infatti interesse a stabilirsi in un’area tanto degradata, fatiscente e pericolosa. Urge quindi un’opera di recupero, che avrà presumibilmente costi molto elevati. Costi che potevano essere evitati e che vanno ad aggiungesi alle spese già effettuate. Tutto ciò per costruire un luogo che avrebbe creato lavoro e dato un impulso ed una possibilità all’economia locale. Invece l’unico effetto è stato il degrado della zona, i danni agli abitanti limitrofi costretti ad osservare impotenti dalle finestre di casa spaccio, vandalismo, sprechi e una discarica a cielo aperto.