La Petra

Bagnoli del Trigno, da tutti definito La Perla Del Molise, è un comune italiano della provincia di Isernia, in Molise. Questo pittoresco borgo conta 726 abitanti (al 2017) ed è conosciuto anche come La Petra per la sua posizione a ridosso di un massiccio roccioso che si staglia tra il fiume Trigno e il torrente Vella. Bagnoli del Trigno si sviluppa su due altitudini, il paese in basso, verso la valle, è detto “de vasce”, mentre quello arrampicatosi intorno alla roccia è detto “de n’coppa”.

Le origini di Bagnoli del Trigno

Le origini di Bagnoli Del Trigno sono ignote, tre sono le versioni attorno alla sua nascita. Secondo la prima sembra che Bagnoli abbia avuto origine da un cavaliere romano. Egli, avendo preso parte alle guerre dei romani contro i sanniti, rimase impressionato dai luoghi e, ogni anno, trascorreva le estati lungo il Trigno. Venuto a mancare, il suo nucleo familiare e gli schiavi diedero vita ad un piccolo gruppo di abitazioni. Secondo un’altra leggenda, pare che la sua origine debba attribuirsi ad un gruppo di abitazioni sorto attorno alle sorgenti termali. Secondo la terza versione, forse la più plausibile, la sua origine risale al periodo del tardo Impero Romano, ai tempi delle invasioni barbariche. A dar vita a Bagnoli Del Trigno sembra siano state alcune tribù. Queste, spinte dalla necessità di trovare riparo e ritenendo quel luogo adatto ad una difesa immediata, si addossarono alla roccia.

Patrimonio storico architettonico

Due dei baluardi di bellezza in Bagnoli del Trigno sono il Castello Sanfelice e la chiesa rupestre di San Silvestro.

Il Castello Sanfelice, innalzato su un masso calcareo a guardia della valle del torrente Vella, domina l’abitato. Esso è una tipica fortezza medievale, arroccata ed inaccessibile su tre lati, dotato di massicce mura perimetrali prive di aperture e con ingresso laterale. Di epoca longobarda, fu dimora dei Conti di Isernia nel periodo normanno, dei Conti di Molise in quello svevo, di Riccardo di Montefuscolo in periodo angioino e dei Caldora sotto gli Aragonesi. La struttura originaria rimase inalterata fino al 1548 quando il feudo fu acquisito dalla famiglia Sanfelice fino al termine dei diritti di feudo, circa al 1768. In seguito, caduto in meno di un secolo a stato di rudere, è stato ceduto nel 1985 al Ministero dei beni culturali che ha avviato la ristrutturazione seppur con pochi e saltuari fondi. Dell’originario edificio, restano oggi solo le mura perimetrali e quelle interne portanti.

Invece, è apparso impossibile per la chiesa di San Silvestro risalire all’anno di costruzione. Il portale di ingresso tardo romanico rimanda ad architetture realizzate intorno al XI-XII secolo. La chiesa di San Silvestro è stata danneggiata da terremoti e ricostruita ed oggi risulta chiusa al culto in virtù dei lavori che la interessano. Sua caratteristica peculiare è quella di essere letteralmente incastonata fra due rocce che sovrastano la parte bassa del paese. Tra gli elementi artistici di rilievo ce questo campanile “a cipolla” o “a bulbo”, staccato dall’edificio ecclesiastico e costruito su uno sperone roccioso. Un vero e proprio campanile nella roccia.

Patrimonio culturale

I Frammenti d’Antico di Bagnoli del Trigno è tra le manifestazioni in costume più caratteristiche dell’intero territorio molisano. Le lancette tornano indietro tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, quando il duca sfilava in corteo con i nobili e le autorità, in onore di Santa Caterina, santa patrona. Gli abitanti di Bagnoli sfilano oggi per le vie del paese indossando abiti d’epoca e, mentre il duca, le dame e i cavalieri fanno il loro giro, nella piazza della terra di basso e per i vicoli del borgo e fin su alla chiesa di San Silvestro, sono allestiti punti di ristoro per la degustazione di piatti tipici bagnolesi. Per acquistare tali prodotti gli euro si cambiano in ducati. Durante la serata sono rievocate scene in costume per descrivere alcuni episodi, come la liberazione delle fate dal Castello di Sanfelice o l’incendio del Castello rievocato da fuochi pirotecnici.

A causa della pandemia da Covid-19 la manifestazione, negli ultimi due anni, non si è potuta tenere per via dei grandi numeri che il paese raggiunge intorno al 18 di agosto, giorno della festa di Santa Caterina.

Problemi e progetti

L’abbandono dei centri storici minori dell’Appenino, soprattutto nelle regioni meridionali, è un fenomeno ormai macroscopico. Sappiamo essere un problema che deve essere affrontato attraverso progetti politici, sociali, edilizi di ampio respiro. Fondamentali risultano anche la conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico, artistico e l’ambiente naturale. Con il Novecento il paese ha visto un forte spopolamento a causa dell’emigrazione, soprattutto a Roma dove molti bagnolesi svolgono il lavoro di tassisti.

Le principali attività a Bagnoli Del Trigno sono aziende agricole e di allevamento, spesso con annesso caseificio e punti di vendita in paese e fuori, soprattutto a Roma. Altra attività degna di nota è la Domus Hotel Resort & Spa con il suo Centro Phisiothermale Balneoli e la presenza della Domus Medica. Da citare anche la Biogroup, azienda basata sulla Medicina Biointegrata. Rilevante è anche la menzione di un altro progetto ad opera di due giovani romani. Questo riguarda il piantare alberi di paulonia per la bioedilizia. In Molise sono i primi ad avviare un progetto simile, altri sono presenti nelle Marche e in Piemonte.

Anni fa quel che si faceva era sposarsi e trasferirsi a Roma, ma da non molti anni diversi giovani hanno deciso di restare, trovando opportunità di lavoro proprio nelle suddette attività. Sono riprese in misura maggiore rispetto agli anni passati anche le nascite con la riapertura della scuola della pre-infanzia, dell’infanzia, la primaria e la scuola media. A ciò hanno contribuito anche stranieri (indiani, polacchi) ospitati dalle famiglie locali e impiegati nelle tipiche attività di agricoltura e allevamento, ma non solo, che ormai da anni si sono sposati e sono rimasti a Bagnoli Del Trigno.

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