Il 2021 viene ricordato come l’anno della Pandemia Covid-19, delle vaccinazioni e di un primo tentativo di tornare alla normalità. Nello stesso anno, oltre a dover fronteggiare le crisi economiche e sanitarie, l’Unione Europea si trova a dover gestire i provvedimenti istituzionali dell’Ungheria e della Polonia. Considerati illiberali dalla Corte Europea di Giustizia e dalla Commissione, Bruxelles prepara una risposta dura: il congelamento del PNRR per entrambi i paesi, accusati di aver violato i principi dello stato di diritto. Oggi, a quattro anni dalla decisione, possiamo comprendere e notare gli effetti di questa vicenda.

Ungheria e Polonia

La situazione riguardante lo stato di diritto nei territori citati è deteriorata già nel 2020. Oggi i governi dei due stati continuano ad ostacolare il lavoro dei giornalisti, arrivando persino a minacce fisiche o verbali. La normalità di questi territori vuole che essi usino il quarto potere solo a scopi propagandistici; inoltre, a livello istituzionale, i governi non hanno superato il periodo pandemico, non garantendo, ad esempio, la consultazione pubblica e limitando l’azione attiva dei cittadini.

Se molti definiscono l’Ungheria come uno dei tasti dolenti dell’Unione Europea, dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino, diviene difficile disprezzare totalmente l’azione polacca. Geograficamente confinanti, lo stato polacco si è posto da subito in prima linea per accogliere i migranti ucraini. In questo contesto di crisi umanitaria si auspicherebbe in un’apertura liberale dei due stati, per uscire dall’attuale azione comunitaria di tolleranza dell’intollerante.

Unione Europea

Il liberalismo non è assolutamente una caratteristica scontata. Se l’identità stessa dell’Unione Europea è definita dal rispetto dei valori su cui essa si fonda, bisogna porsi dei quesiti. Sicuramente i provvedimenti attuati nei confronti degli stati sono utili, ma sono del tutto coerenti? La politica della tolleranza non può essere applicata infinitamente, bisogna andare a costruire un tessuto di tutela dello stato di diritto, oggi inesistente. L’Unione deve difendere i propri valori; per far ciò, bisogna ci sia un continuo controllo sugli stati membri che ne negano i principi fondamentali. L’Unione Europea deve continuare ad operare per gli esseri umani.

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