Ce l’abbiamo fatta. Anche questa volta abbiamo dimostrato di essere un Paese ridicolo. Era difficile riuscirci, ma noi italiani non deludiamo mai le aspettative. È stato votato di nuovo. Questo danno i risultati, ma come al solito alla domanda “cosa hai votato?” nessuno risponde “ per il PDL”. Un governo che ha distrutto l’Italia, l’economia, noi italiani e per concludere al meglio quest’ottimo lavoro, ci ha reso ridicoli a livello internazionale.

Non sono personalmente un fan di Grillo, ma capisco perfettamente il desiderio di rinnovamento e la nausea che hanno provocato i politici in questi ultimi 20 (o forse più) anni. Ovviamente la paura dell’incognita rimane: il M5s è il primo partito d’Italia e non sappiamo assolutamente niente dei deputati e senatori che sono stati scelti per governarci. Non sappiamo se sono “comprabili” e non conosciamo la loro esperienza, che in politica è comunque nulla. Sicuramente legiferare o preparare una manovra finanziaria richiede grande esperienza e padronanza in materie economiche e giuridiche. Quindi un senatore che non sa neanche dove si trovi il Senato (“tanto si trova con Google Maps”) o non conosca neanche la procedura per eleggere il Presidente della Repubblica di cui è imminente la scadenza del mandato, non fa stare tranquilli gli italiani. Forse Bartolomeo Pepe, neo senatore eletto per il Movimento 5 Stelle, dovrebbe cominciare a dare una letta almeno a un manuale di diritto pubblico e diritto costituzionale prima di svolgere il suo lavoro. Faccio un esempio nel campo dell’informatica tanto cara al M5s: il caso di Bartolomeo Pepe potrebbe essere simile a quello di un tale che dopo essere stato assunto come sviluppatore software da una società avendo una scadenza il mese successivo scopra di non sapere programmare e ignori anche che per fare il proprio lavoro debba usare un computer che comunque non sa accendere (oltre a non sapere l’indirizzo del suo ufficio).

La soluzione politicamente ideale, a mia modesta opinione, sarebbe stata una vittoria della coalizione Pd-Sel con una maggioranza tale da rendere per la prima volta governabile il Paese da parte della sinistra. I precedenti governi Prodi si reggevano grazie al voto dei senatori a vita o di Mastella. Sì proprio Mastella, che ancora non si capisce cosa c’entrasse con la sinistra, sembra quasi un ossimoro “Mastella-sinistra”. Tornando alla fantapolitica, questo governo utopico avrebbe dovuto essere vigilato dal M5S. In un Paese normale e civile suonerebbe piuttosto stravagante che i deputati debbano essere “sorvegliati” da altri colleghi, ma ricordiamoci che siamo in Italia e qui niente è “strano” neanche il ritorno di Berlusconi. Un governo così composto avrebbe dato finalmente per la prima volta in 20 anni la possibilità alla sinistra di dimostrare se è  la propria classe dirigente sia capace o meno di governare. Ma la loro incompetenza  si è manifestata molto prima del dopo elezioni.

Tutto iniziò con una vuota opposizione  al PDL, consentendo al governo Berlusconi di uccidere l’economia italiana ignorando la crisi che imperversava dal 2008. Dopo la caduta del PDL il PD appoggiò il governo Monti. I tecnici ottennero di riconquistare credibilità all’estero (chi non ci sarebbe riuscito dopo un governo di scandali retto da dei pupazzi), ma affossarono ancora più la crescita economica, portando la classe medio-bassa all’indigenza. Quando cadde anche Monti il PD adottò le primarie per dare una parvenza di democrazia nella scelta del loro leader. Peccato che l’organizzazione lasciasse molto a desiderare, ci furono diversi episodi che provocarono scetticismo nell’elettorato. Intanto le polemiche sulla falsa libertà di potersi candidare alle primarie. Poi la deprecabile scelta di chiedere due euro a chi votava. Il personale ai seggi era composto da volontari, quindi a titolo gratuito. Inoltre in concomitanza con una terribile crisi e con lo scetticismo di molti riguardo l’attuale politica si può chiedere un tributo di due euro per dare il proprio voto (diritto che tra l’altro dovrebbe essere a titolo gratuito)? Infine quando la sfida si è fatta dura per Bersani, da parte dell’ entourage vicino al Segretario, è stata accolta la norma che chi non aveva votato nella prima fase, non avrebbe potuto farlo al ballottaggio. Ammettere una nuova regola quando l’elezione è in essere è estremamente scorretto e poco democratico, inoltre tale “norma” è in contrasto con la legge elettorale, che invece prevede nel ballottaggio la possibilità di votare anche per chi non l’ha fatto nel primo turno. Questa mossa ha probabilmente permesso a Renzi di non vincere, lui che (può piacere o non piacere) era l’unica speranza di non far scendere nuovamente in campo Berlusconi, far vincere la sinistra e cambiare finalmente la gerontocratica classe dirigente che oramai aveva fallito da tempo. Infine come colpo di grazia la sinistra ha concepito una campagna elettorale a tratti inesistente e a tratti ridicola. Insomma il PD è riuscito a perdere quando sembrava impossibile farlo.

Il governissimo porterebbe la sinistra al definitivo “harakiri”. L’unica soluzione potrebbe essere quella di trovare un accordo con il partito di maggioranza che rappresenta anche la novità cioè il M5s, trattando i punti in comune nei loro programmi. Dovrebbero cercare di considerare gli argomenti più cari agli italiani  e cercare di “rimodernare” le scalcinate Istituzioni.

Grillo quindi cerchi di pensare all’Italia e agli italiani e lasci lavorare i suoi grillini che hanno già  dato prova di possedere questa volontà (vedi Sicilia) e la sinistra non cerchi alleanze con chi è interessato solo al proprio tornaconto (leggi PDL). Non c’è spazio per l’ingovernabilità: l’Italia sta affrontando uno dei periodi più bui dell’ultimo secolo e i politici sono l’unica speranza per uscire dal baratro. Questa volta devono rimboccarsi le maniche e fare il loro lavoro, non possiamo più permetterci il lusso di perdere tempo.

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