Perchè l’uomo è ossessionato dalla Luna?

È innegabile come la Luna abbia esercitato, fin dagli albori del genere umano, una speciale influenza sugli abitanti del pianeta Terra. Il suo rapporto, spesso sottovaluto, con gli uomini è estremamente profondo e tocca aspetti anche diversissimi della vita.

È la costante dei nostri cieli notturni, faro e sicurezza nell’oscurità per i nostri antenati migliaia di anni fa; è stata alla base dei primi calendari e con il suo alternarsi al giorno si può dire sia nato il concetto stesso di tempo. Ha ispirato per secoli artisti e sognatori di epoche, scuole e correnti diverse.

Il fascino della Luna sulla Terra, allora, non è solo fisico. Non è solo sulle maree che esercita una così grande influenza. Anzi, è stato serbatoio di idee e musa ispiratrice per generazioni di creativi.

Già quando nei primi anni del 1500 il genio di Ludovico Ariosto pubblicava a Ferrara la sua opera più importanti, l’Orlando Furioso, il richiamo alla Luna era parte integrante e fondamentale della vicenda. Nell’opera di Ariosto, al canto XXXIV il paladino Astolfo si reca proprio sulla Luna alla ricerca del senno perduto da Orlando.

O ancora, si potrebbe pensare ai racconti fantastici di Jules Verne come “Dalla Terra alla Luna” (1865) e “Intorno alla Luna” (1870) dove lo scrittore francese immagina l’allunaggio ben 104 anni prima della storica missione dell’Apollo 11 che portò per la prima volta esseri umani sulla superficie lunare.

La corsa alla Luna ieri: USA e URSS

Erano le 13.32 del 16 Luglio 1968 quando dalla base di lancio 39 del Kennedy Space Center l’enorme vettore Saturn V si staccò dal suolo davanti ad oltre 650 milioni di persone che seguivano l’evento in diretta televisiva da 33 Paesi diversi del mondo. L’equipaggio dell’Apollo 11 si imbarcava verso una delle missioni più iconiche dell’intera storia dell’umanità.

Raggiungere la Luna ed atterrare sulla sua superficie sono due cose ben diverse: già altre missioni come Apollo 8 avevano compiuto una serie di orbite lunari, ma nessuno aveva mai osato spingersi fino ad un allunaggio di successo con equipaggio umano. Nemmeno i sovietici, fino ad allora padroni della corsa allo spazio, avevano mai tentato una simile impresa.

Da Mosca erano stati diversi i tentativi portati avanti dal “Programma Luna”, ma dalla Rampa Gagarin del cosmodromo di Bajkonur si erano dovuti affrontare ben 8 fallimenti prima che la sonda Luna-9 riuscisse ad avere un allunaggio morbido sulla superficie del satellite il 3 febbraio 1966. Si trattava sicuramente di un’impresa straordinaria, ineguagliata fino ad allora, ma Luna-9 era, appunto, una sonda.

I progressi del Programma Luna furono di fondamentale importanza alla NASA per lo sviluppo di Apollo 11. Ed è sicuro affermare come senza il primo, ci sarebbero state decisamente meno possibilità di vedere il secondo.

Erano da poco passate le 19 al centro di comando del Kennedy Space Center, quando il modulo Eagle dell’Apollo 11 toccò la superficie lunare. Un equipaggio umano aveva compiuto, per la prima volta nella storia, un allunaggio. Oltre i libri di Ariosto e Verne, l’uomo era veramente sulla Luna.

La corsa alla Luna oggi: BRICS, UE, USA

Con la fine del Programma Apollo (Apollo 17, 1972) e del Programma Luna (Luna 24, 1976) il capitolo della storia dell’esplorazione spaziale relativa agli allunaggi ed alla continua ricerca della superficie lunare sembrò chiudersi. La NASA vide diminuire drasticamente i propri fondi e in Unione Sovietica la crisi della Nomenklatura interna al Partito portò a dirottare lo sforzo politico su altri lidi che non fossero la corsa allo spazio.

L’esplorazione spaziale, certo, non cessò. Nuovi orizzonti si erano aperti dopo la conquista della luna ed i pianeti rocciosi del nostro sistema solare divennero il piatto più ambito dalle agenzie spaziali di mezzo mondo. Infatti, ai due classici poli rappresentati da Mosca e Washington nella corsa all’esplorazione spaziale nel corso degli anni ’70 si unirono anche importanti realtà come Tokyo per il Giappone (NASDA, ora JAXA) e Bruxelles per la Comunità Europea (ESA).

Nel corso di tutta la seconda metà del XX secolo il panorama degli Stati con un accesso diretto allo spazio si è dunque allargato esponenzialmente ed un nuovo gruppo di potenze mondiali si è fatto sotto per reclamare il proprio posto all’interno dell’economia globale e della corsa allo spazio: il BRICS. L’organizzazione internazionale si compone di alcuni dei Paesi più popolosi al mondo (Cina, India, Russia, Brasile, Sudafrica) e si è posto ormai come principale oppositore al blocco “occidentale” formato da USA e UE. Sono decine dunque, oggi, gli attori principali nel dettare le politiche spaziali e non sempre la cooperazione è risultata essere la soluzione primaria.

Se da un lato infatti esperienze come quella della ISS (Stazione Spaziale Internazionale) sembrano far apparire i rapporti sotto una luce decisamente rosea, la realtà dei fatti è leggermente diversa. La Cina, ad esempio, ha da tempo iniziato la costruzione di una propria Stazione Spaziale ed è probabile che anche la Russia finisca per collaborare con questo progetto o ne partorisca uno simile.

A distanza di una sessantina d’anni dall’allunaggio dell’Apollo 11, il mondo si prepara oggi ad una nuova campagna di missioni spaziali verso la luna grazie al Programma Artemis. In partenza per l’Agosto del 2022, Artemis I sarà il primo tassello di una nuova avventura per il genere umano.

E chissà che quando le future missioni Artemis, nel corso degli anni ’20 del 2000, prenderanno veramente il largo e toccheranno il loro apice con un nuovo allunaggio, non si potranno avere nuovamente milioni di persone a sospirare all’unisono all’accensione dei motori ed esultare una volta raggiunta l’orbita.

La Luna è una questione geopolitica

Oggi come ieri “conquistare” la Luna è una questione di prestigio e geopolitica. Non è un caso infatti come proprio Artemis, una delle più grandi e importanti collaborazioni fra NASA, JAXA ed ESA, abbia visto escludere dal progetto le agenzie spaziali russe e cinesi. Non bisogna dimenticare, poi, come lo spazio e le frontiere dell’universo siano diventate un business particolarmente redditizio.

La palla viene giocata allora anche in campo economico, dove all’egemonia dei vettori russi Soyuz è andata a sostituirsi quella degli statunitensi Falcon, mossa sicuramente non gradita a Mosca. L’agenzia spaziale russa, infatti, è stata a lungo l’unica a poter garantire con costanza partenze verso la stazione spaziale internazionale. Il ritorno di vettori spaziali al Kennedy Space Center è sicuramente un elemento di capitale importanza geopolitica e prestigio internazionale. Non è da escludere infatti la possibilità di vedere sviluppare in tempi brevi un progetto parallelo ad Artemis da parte di Russia e Cina per raggiungere la Luna.

La rivalità fra Stati, Nazioni e Blocchi internazionali si sta lentamente spostando sempre più dalla Terra allo Spazio. Le nuove frontiere della colonizzazione spaziale e dell’utilizzo economico dei corpi celesti saranno i prossimi grandi temi della discussione internazionale. La prova di ciò non può che essere lo sviluppo in diversi Paesi di “Forze di protezione Spaziale”, incluse all’interno delle proprie Aeronautiche militari (come nel caso della Russia e della Cina) o come arma autonoma dell’esercito (è il caso della Space Force USA).

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