Una vera e propria moda tecnologica, quella dei podcast, che sta dilagando sempre più velocemente. Si tratta di una recente forma di trasmissione di contenuti audio, registrati e diffusi via internet, che una volta scaricati possono essere ascoltati da cellulare, tablet, computer o tv.
Questa nuova tecnologia espone le tematiche più svariate: dai documentari o dal cinema allo sport, alla letteratura o all’attualità, come dimostra la “Top 10” dei podcast più ascoltati in Italia nel 2022, alla cui testa svetta “Maxi” di Roberto Saviano, incentrato sul processo che ha sconfitto la mafia; il sesto posto spetta a “Le grandi Battaglie della storia”, raccontate dalla voce di Alessandro Barbero, infine, in coda al decimo posto vi è “La Piena. Il meccanico dei narcos” di Matteo Caccia, il racconto della storia di un uomo.
C’è davvero un podcast per ogni argomento: basta scegliere in base al proprio gusto ed interesse.

La storia del Podcast
Il termine podcast non è altro che la combinazione tra “pod” e “cast”, particelle di due parole inglesi: la prima significa letteralmente “baccello” e deriva da “iPod”, il lettore musicale in voga nei primi anni 2000; la seconda vuol dire “trasmissione”, deriva da “broadcast”, che appartiene al mondo della diffusione di radio e tv.
Il podcast inizia a diffondersi verso la fine degli anni Novanta, sia grazie alla divulgazione della connessione Internet a livello domestico che consentiva di scaricare files di grandi quantità, sia grazie alla digitalizzazione di strumenti di produzione audio, come il primo iPod, uscito nel 2001: da quel momento tutti potevano scaricare contenuti audio in formato digitale e ascoltarli quando e dove più preferivano.
Tuttavia, all’inizio questo fenomeno resta relegato solo agli Stati Uniti, dove nel 2004 il giornalista Ben Hammersley, in un articolo su “The Guardian”, ha suggerito alcuni nomi da affidare a quella nuova moda. Nel 2005, questo nuovo medium fu consacrato da Steve Jobs, il quale oltre ad annunciare la presenza sugli iPod di una nuova funzionalità che consentiva di scaricare podcast e archiviarli sul proprio dispositivo, ipotecò la parola “podcasting”, vietando alle altre aziende di usare il termine “pod” nella commercializzazione dei loro prodotti.
È nel 2014 che il podcast diviene un fenomeno di massa: negli Stati Uniti nasce il programma “Serial”, diviso a puntate, legate dalla narrazione di un giornalista che racconta un fatto reale di cronaca.
Da allora anche i paesi europei, seppure in ritardo, iniziano a varcare il mondo di questa nuova tecnologia, compresa l’Italia, dove gli ascolti di podcast registrano il tasso di crescita più elevato nell’ambito dei digital audio: un successo tra il pubblico, che in numeri assoluti si traduce in 8.5 milioni di ascoltatori mensili di podcast nel nostro Paese.

Vantaggi e svantaggi dei podcast
Da un’intervista fatta ad una studentessa ventiduenne, Miriana, riguardo l’uso dei podcast, sono emersi alcuni vantaggi: “Credo che i podcast siano un’ottima forma di intrattenimento, perché possono essere fruiti in ogni dove e in ogni quando, ad esempio quando guidiamo, cuciniamo, facciamo attività sportiva, non c’è un tempo prestabilito. Sono utili per l’apprendimento: moltissimi sono i podcast sulla scienza, la storia, la letteratura; sono utili anche per l’informazione, difatti molti podcast raccontano vere e proprie inchieste giornalistiche. Poi ritengo che questi media siano coinvolgenti e interattivi: innanzitutto perché chiunque può diventare un creatore di podcast, narrando qualsiasi argomento e poi perché gli ascoltatori possono intervenire e rispondere a domande, divenendo così partecipi del podcast in questione.”
A confermare l’utilità ed il coinvolgimento di questi media, citati dall’intervistata, sembra opportuno citare alcuni podcast di successo, che suscitano un forte interesse nei fruitori: “Boquet of Madness”, che si concentra su storie “true crime” e dai racconti delle due creatrici, Federica Frezza e Martina Peloponesi, è risultato evidente come questo podcast influenzi gli ascoltatori e le ascoltatrici nella vita reale ad accorgersi di dettagli e situazioni che verrebbero definiti innocui ma potrebbero essere pericolosi; oppure due podcast del tutto femministi, “Morgana” e “Cara Diva” che omaggiano le donne nel mondo, mettendo in luce l’attenzione verso le figure femminili.
Da un’altra intervista fatta ad un giovane lavoratore, Ruben, sono emersi invece gli svantaggi attribuibili ai podcast: “A mio parere, i podcast presentano dei contro. Innanzitutto, essendo fruibili in qualsiasi momento anche mentre si fanno altre cose, può succedere che l’attenzione cali e perciò è facile distrarsi. Poi, se si aggiunge anche il fatto che mancano degli elementi visivi, di certo i podcast non facilitano la comprensione. Infine, trovo che facciano perdere il gusto del contatto diretto che il fruitore può avere con un medium, che sia un semplice libro tenuto tra le mani o la visione di un film”.
Si desumono, dunque, due opinioni discordanti a proposito dei podcast, una a favore e l’altra contraria: una coesistenza di diversi punti di vista, proprio come quelli dei due intervistati, deriva senza dubbio dalla vastità dei diversi media di cui oggi disponiamo, i quali ci consentono di adoperare una scelta e di preferire un medium piuttosto che un altro, dimostrando come ogni personalità possa trovare il proprio posto nel variegato mondo mediatico.

Il podcast come forma comunicativa
Oggi con le nuove tecnologie sta cambiando il formato del linguaggio. Dunque, cambia la storia, nel senso del racconto della comunicazione”: è quanto ha dichiarato la scrittrice Chiara Valerio in un’intervista e stando a queste parole si deduce che oggi la narrazione trasmessa dai media può avere diverse forme e produrre altrettanti effetti, al punto tale che è narrazione ciò che noi riteniamo tale, compreso il podcast, che altro non è che una narrazione orale registrata.
Infine, ma non ultimo per importanza, Chiara Valerio sostiene anche che “nel momento in cui mutuano fruizioni dei messaggi e senso della narrazione, la cosa interessante è che si instaurano anche fra un tempo e l’altro e un mezzo e l’altro, delle analogie”.
Allora, se esiste uno scambio continuo tra le varie forme comunicative, perché dire sì al podcast piuttosto che ad un altro medium?
Perché in un mondo interconnesso come quello in cui viviamo, ciò che si trova nel mondo delle nostre credenze è possibile ritrovarlo in molti media, basti pensare ai cartoni animati della tv, che insegnano ciò che è giusto e sbagliato, ai testi delle canzoni trasmesse alla radio, portavoci di tematiche sociali: lo stesso vale per i podcast, sta a noi saperne fare buon uso e saperne trarre un’occasione di formazione e apprendimento.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here