Inconcludente. Abrogando l’articolo 18 toglie ogni diritto ai lavoratori. Annunciopoli. Ha scelto ministre “troppo” belle. Gli atteggiamenti del Premier Renzi giustificano le critiche, gli scontri tra lavoratori e polizia ai cortei, i lanci di uova a Ferrara e le accanite dispute nei salotti e nei talk show?

La questione non si può limitare allo schierarsi con Renziani o Anti-renziani. Per effettuare un’analisi attenta bisogna guardare al passato, al presente e al futuro.

Passato. Con estrema sintesi: tranne per qualche conquista ottenuta dai brevissimi governi Prodi, la classe dirigente che ha guidato l’Italia in questo arco temporale si è dimostrata inetta e di dubbia correttezza. Ne conviene agevolmente che per fare meglio dei protagonisti degli ultimi anni di amministrazione politica basterebbe il minimo impegno. Ma “poco” non basta per uscire dalla devastante crisi che ci attanaglia.

Presente: cosa è possibile fare con l’odierna compagine amministrativa? Gli attuali schieramenti che dovrebbero guidare il Paese sono sinteticamente suddivisi in tre “fazioni”: PD, Forza Italia, Movimento 5 stelle. Nessuno di questi schieramenti ha la possibilità di governare da solo. Tutti e tre hanno bisogno dell’appoggio di uno degli altri due avversari/alleati per effettuare anche la più piccola delle riforme.

Questa forma d’impasse porta a due soluzioni possibili: andare al voto o cercare qualsiasi tipologia di accordo purché venga effettuata qualche riforma consistente. La seconda soluzione, adottata dall’attuale esecutivo, porta a riforme pasticciate e spesso inapplicabili dovute ad accordi prodotti da alleanze troppo eterogenee e spesso portatrici di ambigui interessi. Analizziamo sommariamente (per via delle innumerevoli sfaccettature impossibili da valutare in un breve articolo) la situazione attuale per arrivare a una conclusione (sempre che ci sia).

Futuro: scegliere la prima soluzione: il voto. Sarebbe la strada più ovvia e più “gettonata”, soprattutto in un paese democratico come il nostro. Però qui si apre un nuovo dibattito: gli italiani sono dotati della cultura necessaria a capire cosa e chi sia adatto a risolvere i problemi del Paese? Perché è vero che Berlusconi, Lega, Udc e compagnia hanno devastato il Paese per anni. Ma chi li ha continuamente e inesorabilmente portati al potere votandoli? Nell’emergenza che stiamo vivendo l’Italia si può permettere un altro errore attribuito all’elettorato? La risposta è: assolutamente no. Ma l’alternativa è il commissariamento, provvedimento, anche questo, non auspicabile in democrazia.

Demandare il potere a chi non è stato scelto dal popolo per noi italiani è un déjà vu che mette i brividi e ci riporta al ventennio fascista. Inoltre gli ultimi governi imposti hanno clamorosamente fallito (vedi Monti e Letta). Le discutibili decisioni dell’attuale esecutivo (anch’esso imposto e non votato) sono quasi bilanciate da fatti indiscutibili: in primo luogo Renzi e la sua compagine dimostrano un’inconsueta (per quanto riguarda la classe dirigente) preparazione e voglia di lavorare a cui noi italiani non siamo abituati. Di buono inoltre hanno reso strutturali gli 80 euro in busta paga. Anche l’abbassamento dell’Irap è stata una conquista per le imprese. Resta da capire come integrare il buco che crea l’abbassamento di questa imposta destinata a finanziare la sanità e lo strano “giochetto” dell’aumento previsto il prossimo anno della medesima imposta. Occorre anche spiegare il continuo abbassamento dell’occupazione nonostante gli imprenditori debbano pagare meno tasse. E’ pur vero che il pagamento dell’Irap e le conseguenze della sua diminuzione devono essere ancora attuate e i benefici sono individuabili solo nel lungo periodo. Inoltre c’è la scelta di avere il tfr (tassato!!!) in busta paga o riceverlo sempre a fine rapporto.

C’è chi dice che Renzi è un ottimo comunicatore. Questa dote viene spesso vista con occhio critico perché nella realtà dei fatti non sempre applica ciò che promette, ma è anche vero che la comunicazione che opera l’attuale Premier è di fondamentale importanza. Quando, per esempio, un leader, sotto i riflettori di chiunque guardi incuriosito e preoccupato le sorti d’Italia, comunica che le tasse debbono essere pagate è sicuramente diverso che sentire un Premier che, rivolgendosi alla eterogenea massa di persone colte e meno colte e più o meno influenzabili, affermi che è moralmente giustificato evadere (Silvio insegna). E’ anche importante rilevare la differenza: il continuo attacco alla Magistratura da parte di esponenti delle Istituzioni soprattutto se si è direttamente coinvolti in vicende giudiziarie e comunicare che quando si riceve un avviso di garanzia occorre affrontare il problema nelle sedi adatte che sono quelle processuali (vedi Tiziano Renzi).

Chi è quindi il partito più adatto per il nostro presente e futuro? Il Movimento 5 Stelle? Sicuramente è un movimento che ha provocato la rottura di una politica indecente che occupa inesorabilmente da troppi anni le poltrone del potere manifestando incompetenza e corruzione. Ma è anche vero che il M5S, nonostante le tante buone intenzioni, sono quasi due anni che di fatto non ha manifestato concretezza nelle azioni. Anzi ha persino rallentato quello che di buono era stato proposto. Poteva fare accordi con Renzi e portare avanti dei punti in comune. Hanno invece optato sempre per il “no” a qualsiasi proposta anche se queste rispecchiavano le loro idee. Il nostro Paese non può permettersi il lassismo né tanto meno l’attesa. Per non parlare delle ultime dichiarazioni di Grillo che dirotta la rabbia dei suoi adepti verso i clandestini e fa l’occhiolino alla mafia di una volta che aveva “la sua morale” in contrapposizione al mondo attuale della finanza. Avrebbe dovuto esprimere questo concetto a eroi come Falcone e Borsellino che sono morti di “morale” mafiosa.

L’Italia è in piena crisi. La fame sta cominciando a sentirsi. Inevitabilmente segue la rabbia e l’impulsività. E’ meglio che i politici trovino presto una soluzione o lo sfogo degli italiani non sarà solo verso i nemici da loro creati (Europa e clandestini) ma verso i veri responsabili: la casta.

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