GreenIdea è una realtà familiare nata cinque anni fa a Roma. Ad abitarla, curandone l’aspetto e gli obiettivi è anche Antonio, che ha accettato di raccontare parte della sua storia, delineandone le origini e le prospettive future.

GreenIdea, infatti, è un negozio specializzato nella vendita di prodotti alla Canapa, CBD, oli, pasta e cosmesi, attualmente nuovamente sotto attacco. In Italia, a partire dal 21 agosto 2023, un nuovo decreto – attualmente sospeso – ha stabilito che i prodotti ingeribili a base di CBD non potranno più essere venduti nelle erboristerie, tabaccai e in attività come quella di Antonio e della sua famiglia. Al contrario, da tempo nelle farmacie italiane vengono venduti prodotti a base di CBD, in almeno quattro tipologie di prodotti: gli estratti galenici prodotti in farmacia, gli estratti industriali prodotti da 3 diverse aziende, l’Epidiolex e il CBD sintetico. Qualora il decreto dovesse essere approvato definitivamente, i prodotti ingeribili a base di CBD, come l’olio di CBD, non saranno più acquistabili nei negozi di canapa light, ma saranno disponibili e acquistabili come medicinali soltanto in farmacia e con ricetta medica.

Già in passato – precisamente nell’ottobre 2020 – Roberto Speranza, Ministro della Salute, aveva inserito “le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis” nella tabella dei medicinali a base di sostanze attive stupefacenti. In seguito, il decreto era stato sospeso dallo stesso Speranza, sia per le crescenti proteste da parte delle associazioni nel mondo cannabis, sia per la volontà di coinvolgere l’Istituto Superiore di Sanità e il Consiglio Superiore di Sanità. In particolare, veniva richiesta una rivalutazione complessiva sull’aggiornamento delle tabelle degli stupefacenti e la valutazione degli effetti della sostanza attiva cannabidiolo, valutandone gli effetti, stabilendo se quest’ultimi rimanessero immutati a prescindere dalla percentuale di utilizzo della stessa.

A recuperare quel decreto, riproponendolo tre anni dopo, è stato l’attuale Ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Il 21 agosto scorso, Schillaci ha revocato la sospensione del suddetto decreto, definendo di conseguenza i prodotti ingeribili a base di CBD come sostanze stupefacenti. Come già detto, però, il decreto è stato nuovamente sospeso.

Cos’è il CBD?

Il CBD, o cannabidiolo, è la seconda sostanza più abbondante presente nella Cannabis. La Cannabis, o canapa, è una pianta angiosperma appartenente alla famiglia delle Cannabaceae ed è costituita da diversi elementi, comprese le cosiddette sostanze cannabinoidi, ovvero il THC (tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo).

Il THC è l’elemento psicoattivo che può provocare nel consumatore sensazioni di euforia e rilassamento; all’interno del corpo si lega ai recettori CB1.

Il CBD, invece, è un cannabinoide non psicoattivo e agisce in modo diametralmente opposto: si lega ai recettori CB2, che si trovano sulle cellule T del sistema immunitario e a livello del sistema nervoso centrale. La stimolazione dei recettori CB2 è responsabile principalmente della azione antiinfiammatoria e immunomodulatrice dei cannabinoidi. Difatti, se il THC può avere conseguenze sulla mente, il CBD consente di trattare l’ansia, la psicosi, i vuoti di memoria e disturbi come l’epilessia e la schizofrenia. Non a caso, non producendo effetti psicotropi, il CBD è legale nella maggior parte dei Paesi del mondo.

Le qualità della canapa sono state riconosciute anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nello specifico, l’OMS ha chiesto la rimozione della pianta intera di marijuana e della resina di cannabis dall’elenco IV, la categoria più restrittiva della Convenzione sulla droga del 1961. Molti sono stati i Paesi – come Germania, Malta, Spagna e Lussemburgo – che hanno riconosciuto il CBD come sostanza che non porta ripercussioni sulla psiche, discutendo sulla possibilità della legalizzazione di cannabis ad alto contenuto di THC.

Inoltre, l’uso di prodotti topici a base di CBD è indicato per condizioni dolorose e/o croniche come l’artrite. In commercio, è possibile trovare unguenti, balsami e lozioni, volti a dare sollievo al dolore e ridurre le infiammazioni. Il CBD viene sempre più utilizzato anche in cosmetica: creme, balsami e pomate dopo sole, attraverso il potere coadiuvanti del CBD, diventano più efficaci.

Da tempo, ormai, la comunità scientifica si è interessata alle proprietà terapeutiche del CBD, confermando la sua efficacia nel trattamento di una vasta gamma di patologie. Ad esempio, l’olio di CBD fornisce un valido supporto nelle terapie per l’epilessia infantile, come quella causata dalla sindrome di Dravet. Riduce significativamente due importanti forme di ansia, ovvero il disturbo ossessivo compulsivo e quello post traumatico; inoltre, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, costituisce un valido aiuto nel trattamento di patologie della pelle, tra cui la psoriasi e l’acne.

Tuttavia, è bene specificare che l’assunzione di CBD non dev’essere considerata come sostituzione alla medicina tradizionale, ed è sempre consigliato richiedere il parere di un medico prima di integrare CBD. Come ogni sostanza, anche il CBD può provocare effetti collaterali, sebbene solitamente siano poco frequenti, temporanei e dipesi principalmente dalla dose di CBD assunta. In sostanza, gli effetti collaterali variano a seconda della sensibilità individuale.

GreenIdea: una realtà familiare nel cuore di Roma

A far parte di questa realtà, difendendone gli scopi da pregiudizi e disinformazione, c’è GreenIdea. Antonio, che ne fa parte, ha accettato di raccontarne le origini e le prospettive future.

A.P.: Iniziamo dal principio. Qual è la storia dietro Greenidea? Com’è nato questo progetto?

Antonio: GreenIdea nasce da un’impresa familiare. Da mia madre e da mia nonna che si sono spostate dalla Calabria a Roma, dove c’erano maggiori opportunità. GreenIdea è un progetto che vuole offrire un metodo naturale, la possibilità di un’alternativa.

A.P.: Di recente ci sono state novità importanti. Il decreto del 22 settembre scorso ha stabilito che i prodotti ingeribili a base di CBD non potranno più essere venduti nelle erboristerie, tabaccai e in attività come la sua. Lei è parte di questa realtà, la vive concretamente, per questo le chiedo: quali saranno, secondo lei, le conseguenze più immediate di questo nuovo decreto?

Antonio: Il decreto attualmente è stato sospeso, ma sicuramente colpisce ragazzi e aziende italiane. Nonostante in Europa – e in tante aziende italiane – la canapa venga utilizzata anche a scopo cosmetico. La canapa, in generale, viene sempre un po’ demonizzata. Magari anche per ignoranza.

A.P.: Infatti molti sono i pregiudizi e la disinformazione a riguardo. Sempre più spesso si sente dire che l’Italia, ormai, sia un Paese per vecchi. È davvero così? Secondo la sua esperienza, sono più i giovani a favore di politiche diverse?

Antonio: Sì, generalizzando sì, i giovani sono più numerosi. C’è anche però una fascia di età – in particolare quelli che hanno passato il ‘68 – che vedevano così demonizzata la canapa e che hanno spinto soprattutto per farla regolamentare. Anche se oramai è molto più comune il consumo di canapa – un materiale sfaccettato, che può essere utilizzato in più settori. Ad esempio, è un ottimo isolante – e del CBD a livello mondiale.

A.P.: Le attività come la sua contribuiscono in positivo all’economia italiana. In Italia, secondo i dati, è un commercio che fattura circa 150 milioni di euro e coinvolge più di diecimila persone. Paesi a noi vicini come Spagna, Germania e Malta hanno da tempo superato l’idea del CBD come sostanza responsabile di gravi ripercussioni per la psiche. Aspetto confermato anche dall’Organizzazione mondiale della sanità. Allora perché, secondo lei, l’Italia sembra così ostinata a opporvisi?

Antonio: È difficile rispondere a questa domanda senza cadere nella retorica. Forse la risposta è possibile trovarla in questa volontà di ostacolare attività che offrono metodi alternativi, anche per quanto riguarda il THC e il CBD. All’inizio il mio negozio veniva visto come un luogo di spaccio.

A.P.: È sempre per via della disinformazione, praticamente. È sempre lì il punto: disinformazione e pregiudizi.

Antonio: Sì, è sempre lì. Ma la canapa ha tanti scopi: terapeutici, a livello industriale, tessile. È utile per combattere il cambiamento climatico. Con la canapa si possono creare mattoni, ed è anche un ottimo isolante. Sono passati cinque anni da quando ho aperto il negozio e ci sono stati comunque dei cambiamenti: la clientela si è andata man mano ampliandosi. Ci sono molte più persone che preferiscono questa tipologia di prodotti, un’alternativa naturale, rispetto all’uso di determinati farmaci che possono avere controindicazioni maggiori. Anche per quanto riguarda fattori di stress, come ad esempio l’arciflora, e altre piante che hanno questo tipo di poteri.

Alla fine della nostra chiacchierata Antonio mi ha chiesto se è stato bravo. Io gli ho risposto che lo è stato, ma non perché ha offerto la propria disponibilità nel rilasciare un’intervista sull’argomento. Piuttosto perché, sul suddetto argomento, è preparatissimo. Come in ogni settore, è fondamentale conoscere ciò di cui si parla, a prescindere da ogni posizione, idea e condivisione. Informarsi per conoscere, infondo, è lo strumento migliore per costruirsi opinioni solide e al tempo stesso elastiche, aperte a dibattiti, attriti e possibili cambiamenti.

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