Roma. Domenica 9 giugno, è tempo di elezioni per scegliere il futuro sindaco della città eterna. Tutto ciò avverrà due settimane dopo la prima tornata elettorale che ha escluso dalla corsa al Campidoglio gli altri candidati, e ha portato al ballottaggio di giorno 9 e 10 giugno il sindaco uscente Gianni Alemanno e l’avversario Ignazio Marino. Trascendendo dalle questioni di propaganda, di promesse e di dibattiti; il punto focale è che ai romani sembra non interessi votare, o meglio, più che altro sembrano disillusi. Tutto ciò è comprovato dal fatto che l’astensionismo alle urne è risultato essere uno dei più alti mai registrati. Ebbene, premettendo che non votare è sempre sbagliato, in fin dei conti si possono cercare di comprendere i motivi di tale scelta. Roma ultimamente dà l’impressione di essere un pò lasciata a se stessa, è usata solamente come scenario di propagande politiche in tempo di elezioni. Nell’ultimo mese la città infatti brulica di operai e cantieri dove ci si affanna a sistemare le strade, rifare i marciapiedi, insomma cercare di salvare l’apparenza tappando le urgenze principali e provando a racimolare ogni voto utile possibile.

Ma la politica non dovrebbe essere operativa e funzionale per il cittadino solo in occasione delle elezioni, perchè l’essere al servizio della popolazione è il suo unico scopo principale, che non ha nulla a che vedere col spartizione di poltrone e l’accaparramento ”selvaggio” all’ultimo voto. Quindi forse è per questo che le urne sono state disertate, ma noi che siamo degli inguaribili ottimisti ci auguriamo sempre che il vento cambi, portandoci una politica onesta e trasparente che inevitabilmente indurrà i cittadini ad affollare le urne e a barrare la propria preferenza con un bel sorriso, contenti e fiduciosi di aver adempito a un diritto/dovere che è la base della democrazia.

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