Iran, la storia si ripete
Nell’ultimo periodo alcuni nuovi avvenimenti sembra stiano riportando alla memoria episodi appartenenti al passato. Protagonista è il popolo iraniano, che ormai da secoli combatte per una condizione migliore e pacifica. Nonostante ciò non si è apportato nessun cambiamento sia a livello culturale e sociale che economico. Questo ha fatto sì che la rabbia popolare e la delusione siano aumentate provocando repulsione e aggressione nei confronti dello Stato.
Per questo negli ultimi giorni hanno avuto luogo alcune proteste diffuse cosi velocemente, da coinvolgere tutto il territorio iraniano e migliaia di persone. Quest’ultime si sono unite per manifestare contro l’attuale regime di ROUHANI. Tali proteste potrebbero ricordare le altre tre grandi rivoluzioni iraniane (1979-1999-2009).
In realtà non è così, questa volta qualcosa è diverso. Si tratta attualmente di una protesta “spontanea” ovvero di una rivoluzione fatta da persone comuni. Scendono in piazza uomini, anziani, donne e giovani contro lo stato per un miglioramento del paese.
Le ragioni principali di protesta sono di fattore economico. In seguito alle mancate promesse del governo di Rouhani e alle condizioni economiche degli iraniani che sono peggiorate. Chiedono una soluzione per la disoccupazione e un aumento dei prezzi.
Queste sono le richieste principali, tuttavia non smettono di combattere anche per una maggiore libertà e indipendenza. In cerca di una pace, sconosciuta ormai da secoli in Iran. Se si pensa che nel 2018 a libertà di pensiero in alcuni paesi è ancora limitata, se non addirittura proibita.
In seguito alla rivoluzione del ’79 ad oggi con il nuovo regime instauratosi, la situazione è cambiata per il popolo iraniano. Privati dei loro diritti, gli iraniani non possono esprimersi liberamente, viene negata l’omosessualità, non vi è nessuna legislatura che tuteli i bambini,forme di punizione pesanti.
Trattando l’argomento dei diritti umani, non si può non parlare della condizione delle donne iraniane. Nei giorni moderni si nota da una parte le donne occidentali libere sia a livello lavorativo che sociale, e dall’altra le donne iraniane costrette ad indossare un velo per coprirsi e non mostrarsi. Una differenza paradossale e trova una spiegazione solo nei differenti sviluppi politici-sociali. Questo perché prima della rivoluzione del ’79 le donne dell’Iran erano maggiormente libere, comparivano su riviste, indossavano vestiti in base alla loro volontà e partecipavano al concorso Miss Iran. Dopo gli anni ’80 mentre le donne occidentali ottenevano una serie di conquiste a livello di diritti, le donne iraniane iniziavano ad essere sottomesse all’uomo e completamente discriminate dalla società.
Si tratta di una mentalità radicata dal passato e che permane ancora tutt’oggi che non permette un miglioramento a livello culturale ed economico. Lo dimostrano proprio gli ultimi fatti accaduti, frutto di un esasperazione del popolo iraniano e dell’incapacità dello stato di risolvere i problemi, se non con la violenza o la repressione.
Questa situazione porterà ad aumentare ulteriormente il malfunzionamento dell’intero sistema economico e l’indebolimento della società. Per ottenere la pace e la libertà chissà quante altre rivoluzioni o cambiamenti dovranno avvenire. Attualmente, purtroppo, non vi è sviluppo culturale e la l’unica vittima rimane il popolo.