Vincitore della Palma d’ Oro 1970 e del premio Oscar alla miglior sceneggiatura non originale nel 1971, la pellicola del regista Robert Altman, tratta dal romanzo di Richard Hooker, appare tutt’oggi come un prodotto cinematografico utile a comprendere la realtà delle due Coree, le quali nel 2022 sembrano essere ancora lontane dalla chiusura di un rapporto di astio che dura dal 1950.

Il regista americano ha analizzato in altre sue opere come “The Long Goodbye” (1973), “Nashville” (1975), “The Protagonist”(1992) e “America Today”(1993), quelli che sono temi del passato che suscitano ancora oggi spunti di riflessione interessanti per comprendere la società odierna.

In M*A*S*H, quella che può sembrare agli occhi dello spettatore una satira sulla guerra di Corea, nasconde una critica più profonda su ciò che rappresentano gli orrori della guerra.

ANALISI DEL CONTENUTO E CRITICA DELLA GUERRA

Lo scenario su cui si fonda la pellicola è uno scenario bellico e crudele dove non c’è spazio per l’humor, ma al tempo stesso i protagonisti della pellicola, tre ufficiali medici, rompono gli schemi grazie al loro temperamento anticonformista. Tuttavia ai tre protagonisti viene più volte richiesto di mettere alla prova le loro abilità e la loro disciplina di dottori date le innumerevoli vittime della guerra che passano tra le loro mani.

Nella pellicola i tre medici, Benjamin Franklin, John Francis Xavier e Augustus Bedford condividono la vita con la capo infermiera Maggiore Margaret Bollore O’ Houlihan, la quale il soprannome è scaturito da uno scherzo dei tre medici che la riprendono con l’altoparlante del campo mentre è impegnata in un rapporto sessuale con l’altro protagonista della pellicola, il Maggiore Frank Burns. Questi due personaggi vengono continuamente presi di mira dai tre medici per via dei loro caratteri estremamente seri e religiosi e perché tentano di nascondere le proprie viziosità per salvare le loro apparenze.

All’ interno della trama, per via dei loro problemi disciplinari, i tre medici vengono inviati in Giappone per salvare la vita al figlio di un potente personaggio militare americano, non mancando anche qui di contagiare l’ambiente con la loro irriverenza. Al termine della pellicola ai tre dottori verrà concesso di tornare a casa in congedo.

Il paradosso è rappresentato nella pellicola attraverso le caratterizzazioni dei personaggi, le quali entrano in contrasto con la rappresentazione dei luoghi. Questo diventerà un marchio di fabbrica del regista nei suoi film a venire, i quali verranno sempre rappresentati con uno sguardo satirico sulla realtà. L’obiettivo di Altman è quello di mettere in risalto una velata ipocrisia e il menefreghismo dell’occidente, utilizzando come catalizzatori i suoi tre protagonisti.

LE ANALOGIE CON LA REALTA’

Nonostante l’immaginario che l’occidente ha creato nei confronti dell’Asia sia stato influenzato dal Vietnam, anche grazie al contributo del cinema e soprattutto di Hollywood, in realtà il conflitto coreano è stato più importante, in quanto il suo impatto mondiale a distanza di più di 70 anni è ancora presente tra noi.

Anzitutto la Guerra di Corea non ha mai raggiunto il suo termine, nonostante nel 1953 sia stato firmato un armistizio, il quale non ha mai portato però ad una pace condivisa. La questione coreana ha influenzato in maniera profonda gli schieramenti nella guerra fredda e la storia asiatica della seconda metà del novecento. Continua a caratterizzare il nostro secolo, all’interno del quale risulta evidente l’importanza dei conflitti in quei territori, sia per ragioni economiche sia per ragioni geopolitiche

RIFLESSIONI E CONSIDERAZIONI

Robert Altman, durante tutta la sua carriera, ha fatto della sua spensieratezza e senso dell’humor la sua arma segreta per pungere lo spettatore attraverso i suoi messaggi velatamente critici.

Mentre negli anni settanta la maggior parte dei registi si concentrava sul denunciare gli eventi storici tramite il cinema, egli si impegnava a stigmatizzarli attraverso la farsa. Prima di lui, solo Stanley Kubrick riuscì nelle intenzioni con il suo celeberrimo “Dr. Stangelove” (1964).

Ciò che Altman ha cercato di fare con M*A*S*H è stato portare la guerra ad un livello di comprensione adatto al grande pubblico, facendolo sì ridere, ma anche responsabilizzare su tematiche ancora oggi cruciali.

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