Con violenza di genere si intende la violenza fisica, sessuale, psicologica e istituzionale, esercitata contro soggetti sulla base del loro orientamento sessuale, identità di genere, sesso o genere. Oggi se ne sente parlare sempre di più e mai per cose positive.

Hai presente la necessità di guardarsi sempre alle spalle? La consapevolezza di non poter uscire dopo una certa ora? Tenere le chiavi sempre ben strette in mano per usarle come potenziale arma di difesa quando si cammina per strada? Oppure le chiamate fatte ad amici o parenti quando c’è poca gente intorno a noi o qualcuno tende a lanciare uno sguardo in più? Ah, certo, come dimenticare le mani un po’ lunghe delle persone sui mezzi pubblici?
Se sei una donna, provi queste cose almeno una volta al giorno.

Oggi una delle principali cause di morte per le donne è l’omicidio per mano di persone conosciute e che fanno parte della propria realtà relazionale.
Il femminicidio è il culmine della violenza sulle donne, ma non va dimenticato che i  gesti feriscono, come anche le parole.

Proviamo a rendere visivamente il femminicidio: un taglio nella società, che cerca di cicatrizzare, ma impiega del tempo e puntualmente non gli viene dato tempo di chiudersi, perché ogni giorno viene riaperto e addirittura reso più profondo.

Essere Donna: il fil rouge tra ieri e oggi

Essere donna oggi è complesso; lo è da sempre, solo in modalità differenti.

Si è passati da vivere in una società patriarcale in cui le donne erano rilegate nelle quattro mura di casa, considerate adatte solo a fare figli e crescerli, ad una società che sulla carta elogia l’emancipazione della donna. Purtroppo in molte parti del globo la considerazione femminile risulta ancora bassa, o più bassa di quanto detto sopra.

Io vedo mia nonna, giovane, è vero, ma comunque appartenente ad una vecchia generazione. Lei ammette che nel passato veniva accettata di più una sottomissione al genere maschile, perché così veniva inculcato dalla società. Oggi è impensabile che permanga una situazione in cui la donna deve essere l’eterna seconda da colpevolizzare.
Per non parlare della teoria del tetto di cristallo che una donna fatica il triplo per raggiungere, ma questa è un’altra storia.

Tante vicende fanno scalpore, se ne parla giorni in televisione, come anche sul web ed è una cosa importante. Gran parte delle violenze non vengono considerate degne di nota, anzi passano in sordina, come se ormai si considerasse questa grande piaga della società una porzione della normalità.

Vogliamo parlare di un altro elemento orribile della nostra società? L’incolpare in modo costante la donna, quando l’unica persona da attaccare è l’altra metà della mela. “Perchè non hai denunciato?” “Perchè sei uscita con lui?” “Saresti dovuta essere un po’ più sveglia”. Aiutatemi ad urlare che non è così. È solo un enorme scarica barile per mascherare quel maschilismo di fondo presente nella nostra società ancora oggi.

Quante volte tu che stai leggendo ti sei sentita in pericolo? Io almeno ogni volta in cui esco da casa. Nel momento in cui torno tra le mie quattro mura mi sento al sicuro, coccolata dal calore domestico. C’è chi tra quelle mura trova l’inferno e l’impossibilità di reagire ad una situazione che la costringe a vivere in modi orribili. Perché parlare di situazione quando si può dire la verità? Sostituiamo la parola situazione con la parola uomo.

Posso sembrare pesante, è vero, ma è assurdo doversi trovare a parlare di violenza di genere nel 2023, quando ognuno dovrebbe essere ormai libero di vivere come vuole, con chi vuole, ma soprattutto in serenità e sicurezza.

Fear None è un graffito situato a Roma

Già solo passeggiando per Roma si può notare una quantità consistente di murales dedicati proprio alle vittime del femminicidio, come a voler dire “svegliatevi, è una cosa di cui parlare” ed è così realmente.
All’inizio di giugno 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge sul Femminicidio, in cui sono previste pene più severe e una velocizzazione del processo giudiziario. È importantissimo non tener sottogamba i segnali e le richieste di aiuto.

Io sono la prima ad ammettere di sperare in un futuro migliore, ma tutto fa pensare che forse un domani roseo è impensabile, almeno fino a quando esisterà ancora la violenza nel suo complesso.

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