Chi non ha mai sentito parlare di Bridgerton? Del Duca di Hastings, di Daphne, di Anthony e della famigerata Lady Whistledown? Impossibile non aver messo il naso nelle vicende della nobiltà inglese narrate in Bridgerton almeno una volta o non essersi trovati davanti a qualche contenuto sui social media.
Il filo che lega tutti i protagonisti continua ad ingarbugliarsi e si espande la produzione, tra nuove stagioni e spin-off.

La Regina Carlotta Una storia di Bridgerton

Nel momento in cui corpo o mente non sono conformi agli standard si è portati alla vergogna. È questa la concezione che regna nel secolo corrente. Tra sfarzo, dimore spaziosissime, un linguaggio regale, abiti ampi e corsetti strettissimi, Tom Verica ha messo in scena questo concetto in La Regina Carlotta Una storia di Bridgerton. Si tratta dello spin off della celeberrima serie televisiva Bridgerton, dalla penna di Julia Quinn e Shonda Rhimes (sceneggiatrice e creatrice).
La serie è disponibile sulla piattaforma streaming Netflix a partire dallo scorso 4 maggio. Sei episodi narrano le vicende di Re Giorgio III e sua moglie, la Regina Carlotta.

Attraverso la narrazione delle vicende che si alternano tra passato e gioventù, e il tempo più recente, legato alla vita adulta dei personaggi, lo spettatore può immedesimarsi sia nella condizione del soggetto affetto da disturbi mentali, in questo caso Re Giorgio III, sia nella difficoltà per chi gli sta accanto e cerca di aiutarlo, la Regina Carlotta. Ci si affeziona alla coppia regnante, come ai personaggi di cui vengono narrate le vicende. Si arriva a sciogliersi in lacrime alla fine dell’ultimo episodio, ma questo è un segreto.

Per capire meglio è necessario procedere per punti, senza fare troppi spoiler (forse).

La storia narrata, quindi, è quella di Re Giorgio III e sua moglie Carlotta. Come prevedibile tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, si tratta di un matrimonio organizzato. Giorgio non conosce Carlotta e Carlotta non conosce Giorgio, è a tutti gli effetti un matrimonio a prima vista. Le nozze sono una vetrina agli occhi della società e della nobiltà, niente di più.

Col passare dei primi episodi è reso evidente come il giovane Re abbia problemi legati alla sfera mentale, ma non si riesce a dare un nome alla patologia. Re Giorgio viene descritto come pazzo o fuori di senno. All’epoca era impossibile categorizzare il disturbo del soggetto, per mancanza di studi nell’ambito di questa branca della medicina. Se adesso esiste una cura medica che può supportare il lavoro di psicoterapia, al tempo una soluzione al disturbo mentale era la vessazione a livello fisico, con la teoria che così facendo il soggetto sarebbe diventato mansueto anche a livello mentale.
Per preservare la privacy della famiglia reale vengono alzati muri intorno alla sfera medica del sovrano. Pochissimi sono a conoscenza della sua condizione e Carlotta inizialmente non è inclusa in questa cerchia. Sarà solo grazie alla caparbietà e alla forza della donna che riuscirà a scoprire il problema e potrà mettersi al fianco del Sovrano come figura di supporto.

Nel principio della serie televisiva emerge una difficoltà della protagonista a prendere coraggio e convolare a nozze. A poche ore dal matrimonio tenta la fuga, ma lo scavalcamento di un muro ricoperto di edera risulta essere un’impresa assai complessa. Il muro che Carlotta cerca di scavalcare prima del matrimonio può rappresentare metaforicamente il muro che, con il diventare palese del disturbo del re, si sarebbe alzato prima tra i due novelli sposi e poi introno alla dimora. “Questa casa ha muri troppo alti” è quel che ripete Carlotta. Muri che riuscirà a scavalcare prima tramutando in amore quello che inizialmente era solo attrazione tra i due coniugi, poi riuscendo ad organizzare la vita del sovrano in modo tale che tutto resti privato agli occhi del popolo e della nobiltà.

I due sovrani riusciranno ad avere un matrimonio duraturo, ma la convivenza sotto lo stesso tetto sarà saltuaria. La coppia avrà ben quindici figli. Mentre Carlotta porterà avanti anche gli affari del regno, “solo Giorgio” troverà la sua comfort zone nella sua dimora. È solo tra le sue quattro mura che il peso del cielo che sente sempre possa soffocarlo, sembra alleggerirsi.
Nella serie televisiva si nota soltanto un momento in cui il Re riesce a prendere in mano la situazione in modo lucido: il parto podalico che Carlotta affronta e con il quale da alla luce il primogenito Giorgio IV.

Nel corso della storia narrata si evidenziano molte azioni che Carlotta svolge per far sì che il Re possa sentirsi più a suo agio e possa togliersi il peso del cielo che sente opprimerlo. Osservando in modo accurato, la Regina Carlotta indossa sempre la stessa tipologia di abiti, come se costituissero una sorta di “porto sicuro” che permette a Re Giorgio, con l’andare avanti degli anni, di restare “solo Giorgio”, con la sua Carlotta, come una forma di abitudine.
Viene sottolineata una necessità di un supporto nei momenti di bisogno, perché la presenza della Regina, seppur respinta molto spesso dal Sovrano, diventa essenziale per lui.

Ovviamente, non si affronta solo il tema della salute mentale del Sovrano e del modo in cui la sua compagna di vita gli sta accanto, vengono trattati anche altri argomenti. La discriminazione razziale è presente: il matrimonio tra Giorgio III e Carlotta viene considerato “il grande esperimento” tra persone dal colore della pelle differente. C’è la necessità di portare avanti la dinastia con dei nipoti. Il tutto condito da del girl power di fondo.

Un salto nel presente

È possibile riscontrare analogie tra la serie e quel che succede ancora oggi nella nostra società. Seppure la medicina è andata avanti e ha avuto progressi sbalorditivi, la sfera dei disturbi mentali tende ad essere sempre considerata in secondo piano rispetto a quelli fisici. La tendenza a ricondurre in un’unica categoria tutte le persone affette da disturbi legati alla sfera mentale è una costante.
Oggi i legami sono sempre più fragili, basati spesso su relazioni poco stabili e approssimative. La socialità online prende il sopravvento su quella fisica, di persona. Nonostante questa fluidità e precarietà dei legami, si rende necessario sottolineare quanto la presenza di una persona al proprio fianco sia necessaria al fine di riuscire ad alleggerire il peso che si sente premere sulle proprie spalle.

Per contestualizzare meglio le difficoltà di comprensione nella società odierna dei soggetti affetti da disturbi mentali, si è proceduto ad un colloquio con due soggetti: una donna adulta e una giovane studentessa venticinquenne.

La donna adulta di professione è infermiera, quindi a contatto costante con varie forme di sofferenza. Ha dimostrato una grande curiosità intorno ai disturbi mentali, perché considerati ancora per certi versi come inspiegabili. Considera queste malattie come infide, perché non essendo visibili danneggiano la vita dei soggetti in modo drastico, ma senza essere evidenti all’esterno. L’intervistata sostiene che nel corso della visione si è portati costantemente a sperare in un futuro più roseo per il Re. Verso la fine c’è l’accettazione che nonostante si tratti di una vita complessa, c’è un dualismo della quotidianità di Carlotta, tra apparenza per il popolo e il tentativo di restare un porto sicuro per il suo “solo Giorgio”.

Per quanto riguarda il pensiero della ragazza, è emersa curiosità intorno al tema in questione, ma anche una sorta di abitudine circa la presenza di disturbi mentali tra i coetanei. Se qualche anno fa parlarne era considerato un tabù e si cercava di tagliare il discorso sul nascere, adesso c’è un’apertura al dialogo e fortunatamente si procede ad una maggiore accettazione, seppur con qualche riserbo. Nonostante ci sia stato qualche passo avanti, resta un pregiudizio di fondo che rende la questione davvero complessa e da maneggiare con cura.

Per concludere il discorso intorno a La Regina Carlotta, se Re Giorgio III cerca di togliersi di dosso il titolo nobiliare per restare “solo Giorgio” o “contadino Giorgio”, la Regina col passare degli anni sarà costretta a mettere in primo piano il titolo nobiliare per il bene di suo marito e della sua famiglia, oltre che dell’intero regno.

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