20 febbraio 2012-20 febbraio 2013, è trascorso ormai un anno da quando i lavoratori dei treni notte hanno occupato la fabbrica dell’ex Rsi, in via Prenestina, senza che nulla sia cambiato.

La loro protesta è iniziata più di un anno fa, quando  Trenitalia ha notificato il licenziamento a 800 lavoratori, che si occupavano della manutenzione dei vagoni letto. Era stata promessa una ricollocazione per tutti e invece questa è avvenuta solo per 400, mentre gli altri sono senza lavoro. Roberto ci racconta la storia dei vagoni letto, l’emigrazione fra nord e sud del Paese, dei viaggi di partenza e ritorno, viaggi sicuramente estenuanti, ma fatti di voci, risate, amicizie. Si partiva lasciando il resto alle spalle, portando poche cose legate da uno spago, con il sogno di avere una possibilità, di farcela e poi condurre tutta la propria famiglia con sé, oppure ritornare, più volte possibile, dai propri cari, per risentire il profumo della terra, i colori e i suoni della Puglia, della Calabria, della propria terra.

Poi sono arrivate i treni veloci e le cuccette non erano più utili, le persone non erano più disposte a viaggi così lunghi. Roberto però accusa che quella del progresso è soltanto una scusa per far si che non si alzino le polemiche, infatti i treni notte continuano a viaggiare.

La protesta cresce, a Milano i lavoratori si barricano su una torre, mettendo in pericolo la loro stessa vita pur di riavere il loro lavoro, per essere orgogliosi mentre raccontano ai propri figli le avventure dei “loro” treni. È proprio così che i lavoratori considerano questi treni, come loro, dopo avervi lavorato per 25 anni, dopo aver viaggiato in tutta Italia e non solo, sono giunti fino in Francia, nelle tratte Roma-Parigi e Venezia-Parigi.

E adesso non servono più l’azienda dismette, ma i treni continuano a viaggiare. È qui il punto insoluto che Roberto cerca di spiegare “ quando sul mercato è arrivata anche Ntv ( i treni di Montezemolo) Trenitalia ha accusato il colpo, la concorrenza era forte, prezzi simili e comfort molto maggiori. Per questo Trenitalia si è concentrata sulle tratte più fruttuose, ovvero quelle diurne e l’alta velocità. Mentre i vagoni letto sono stati appaltati ad una società estera, francese per l’esattezza, così i treni sono italiani e il personale algerino.” Roberto continua “il problema è che dovrebbe esserci la Rete ferroviaria italiana, Rfi, e i poi gli erogatori del servizio, Trenitalia e Ntv, invece in Italia si è creata la situazione per cui Rfi e Trenitalia sono la stessa cosa.”

Il ministro Fornero, poco dopo l’occupazione dei locali, aveva promesso di monitorare la situazione perché tutti i lavoratori fossero ricollocati, oggi possiamo sostenere con certezza che non ha mantenuto la sua promessa ed è anche scaduto il tempo per farlo.

In questo anno però è venuta alla luce la forte coesione e solidità sociale di questo Paese, infatti si sono sviluppate decine di iniziative fra i lavoratori in occupazione, i centri sociali, i teatri occupati e gli studenti,  conferenze e seminari si sono svolti nella fabbrica.

Ad oggi, un anno di occupazione e si festeggia, con un velo di amarezza che è impossibilr nascondere, ma si festeggia per non aver mollato, per non essersi arreso.

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