E’ a suon di aut aut che questo  infuocato mese di gennaio volge al termine. Protagonista “Italicum”, la nuova (nuova?) legge elettorale frutto di una impensabile collaborazione tra Matteo Renzi segretario del Partito Democratico e Silvio Berlusconi, discusso leader di Forza Italia. Il testo nella sua forma provvisoria  è stato poi approvato dalla direzione nazionale  del PD e Nuovo Centro Destra.

Rispondendo al primo degli aut aut: sì, il modello dell’ italicum resta proporzionale, allontanando definitivamente il fantasma del sistema maggioritario proposto con il vecchio mattarellum. E’ il secondo degli interrogativi a destare non pochi dubbi, non solo tra le sale del governo ma addirittura dai Palazzi di Giustizia. Sono i giuristi a gridare infatti “Fermatevi! L’Italicum è peggio del porcellum”.

Sale lentamente un’eco che vuole il nuovo italicum come specchio lievemente modificato della passata legge elettorale. Il dibattito si accende, il battagliero segretario PD a chi accusa che tra italicum e porcellum non vi sono differenze a gran voce gli  risponde “vivi sulla luna” e così  il PD va avanti “bello e deciso”.

 

Effettivamente il premio di maggioranza e lo sbarramento all’ ingresso sono elementi già presenti nel porcellum, ma a portare una ventata di freschezza è l’ introduzione del ballottaggio. Se nessuno raggiunge il 35% dei voti, dopo 15 giorni si terrà un secondo turno di votazione, un ballottaggio tra le prime due coalizioni o liste indipendenti. Non sono possibili “apparentamenti” fra le coalizioni in ballottaggio e le liste escluse; questo per evitare il “mercato” che spesso nasce in questi casi. Chi ottiene più voti al ballottaggio riceverà il 53% dei seggi.

 

E ancora, collegi elettorali ridimensionati, da 3 a 6 deputati, liste sì bloccate ma più corte. Ciliegina sulla torta un progetto di legge costituzionale che prevede la trasformazione del senato in una camera delle autonomie, i cui membri saranno sindaci e presidenti di regione. Lo scopo è la attribuzione alla sola camera dei deputati il potere di togliere la fiducia al governo.

 

Per quanto sembri difficile, il lavoro sul testo dell’ italicum procede, non senza qualche scossone. Mentre il PD presenta nuovi emendamenti a modifica del testo base, FI si limita a ribadire il suo no deciso all’ introduzione delle preferenze. Il movimento 5 stelle da sempre voce ipercritica delle azioni del governo sottolinea un aspetto, quasi a voler spiegare il frastuono provocato dai dibattiti in corso tra i protagonisti della scena politica italiana Renzi/Berlusconi, ahimè entrambi fuori dalle aule governative. “le leggi” scrive Beppe Grillo sul suo blog, “si fanno in parlamento”.

 

Un accordo complicato ma possibile,dichiara quindi il sindaco di Firenze , anche se i tempi stringono e le scadenze incombono. L’obiettivo finale, continua Renzi ” è che le modifiche siano condivise  e che la legge elettorale sia portata a casa”. Chiude poi il presidente del consiglio Enrico Letta dichiarando “Se si trova un accordo il più felice sono io”

Se questi sono i punti di vista e le dichiarazioni degli ideatori e promotori della legge, sembra naturale domandarsi cosa significherà la legge per i cittadini.

 

Pare infatti che Italicum prometta agli italiani un rapporto rafforzato tra cittadino ed eletto, (oltre che i sempreverdi tagli ai costi della politica) e ancora, pare, il recupero di quel senso di stabilità che nel bel paese sappiamo mancare da un bel pezzo.

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