“Tutto scorre come un fiume” così Eraclito affrontò il tema del cambiamento grazie all’acqua nel lontano 500 a.c.
Il confronto con la natura ha sempre affascinato l’uomo nelle sue forme più antiche fino ai giorni nostri. Tutt’oggi non sappiamo prevenire la maestosità catastrofica della natura e dell’acqua, oggi nel secondo millennio, dove la scienza è la materia dominante, pervengono irrefrenabilmente notizie di tragedie naturali. Non ci è dato anticipare nulla, il mondo come l’entropia è caos, è destino, è continuo mutamento.

Eraclito spiega: «Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va».

Giacomo Ciangottini ha analizzato l’acqua in tutte le sue forme, si è soffermato ad osservare i cambiamenti di un oggetto singolo ovunque. Il fluido composto da molecole di H2O, in cui i due atomi d’idrogeno sono legati all’atomo di ossigeno, cambia, si trasforma. In questa selezione fotografia osserviamo l’acqua che muta, che scorre indistintamente per i luoghi del mondo. Scavalca rocce e accarezza alghe come un guerriero senza paure, va senza mai fermarsi, sfidando l’ignoto della terra. L’acqua rabbiosa, sbatte e ribatte la sua forza indomabile contro le rocce del male. Non è mai stanca. Combatte  la staticità naturale senza mai arrendersi. La passione alimenta ogni sconosciuta forza; appresso, impedisce lo sguardo lontano, la nebbia dei misteri. L’acqua nella sua forma più segreta. Le piccole molecole sono talmente vicine che creano una nuvola di riservatezza, tutto ciò che sta dietro è personale, il bosco vestito; a volte invece rimane immobile, un ammasso liquido utopistico da spostare, il grande tappeto blu, Venezia la città dell’acqua, Venezia la scialuppa degli innamorati. L’acqua rassicurante, il sentimento fiducioso sconfina l’instabilità degli atomi, nessuno pensa al mutamento catastrofico. Vi è solamente staticità; improvvisamente appare in uno spazio verde, ora è sorprendente. Non ci abbandona mai, anche quando la clorofilla è predominante, gli atomi sono sempre in agguato. È un legame forte. È un amore inseparabile l’uno per l’altro. Il verde cela quel sentimento puro e intoccabile, avvolgendo con tutte le sue potenzialità, il flusso metafisico che lo rende vivo.

L’uomo da sempre è destinato a controllare la propria vita, è lui stesso che decide il suo futuro, chi essere, cosa scegliere. L’incerto, il movimento, la dinamicità catapultano la mente al di là dell’io, talmente distratti nel toccare l’acqua che falsifichiamo la nostra vera identità. Non prevenire cosa accadrà l’istante successivo è eternamente straziante.

La natura è imprevedibile.
Tutto scorre, tutto si muove, tutto cambia nel tempo, nulla è inerte.

La vita è una grande sorpresa di eventi irreali e toccare due volte lo stesso atomo è impossibile.
Viviamo nell’affascinante caos eterno, lasciamoci cullare dal destino, viviamo quello che possiamo nella definita linea temporale.

Cerchiamo stabilità nel dinamismo del terremoto.

© Alice Ciangottini / aliceciangottini@yahoo.it

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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