Vacanze più brevi e un futuro sempre più incerto. Questa è l’estate 2013 per gran parte degli italiani. Le strade di Roma sono affollate anche a Ferragosto e non si tratta solo di turisti. Molti romani sono rimasti a casa per lavoro o mancanza di fondi. Ma nonostante l’austerità e le ristrettezze,  il ben noto fair play di cui  può vantarsi l’Italia persino all’estero è stato ostentato in diverse forme: un lauto banchetto consumato all’ambasciata italiana del Cairo mentre all’esterno centinaia di civili e militari muoiono in nome della rivoluzione; o anche condannati che impugnano le redini di un Paese massacrato minacciando la crisi di governo in ragione  della loro eterna lotta contro la Giustizia “di parte”. Ma ci sarebbe una crisi (economica) ben più allarmante da affrontare.

Torniamo alla capitale: attuale simbolo del potere che da più di vent’anni si dimostra inadeguato, incompetente e disonesto. Roma ha ben più di 2000 anni di storia, ma non si può vivere sempre di rendita. Il neo Sindaco ha ereditato una città distrutta da 5 anni di pessima amministrazione. La sfida raccolta da Marino è indubbiamente coraggiosa e ne derivano grandi responsabilità, ma anche delle priorità. L’idea dell’area pedonale per il “Parco Archeologico” è indubbiamente ottima, ma chiudere al traffico degli snodi fondamentali è una mossa forse troppo azzardata e precoce. I romani e i turisti non sono ancora pronti a questo passo per il semplice motivo che i servizi di trasporto sono del tutto inefficienti.

La metropolitana è un vergognoso incrocio di due linee che si intersecano nell’affollatissima Termini, in cui la fermata è stata teatro di lavori infiniti e quando sono finalmente terminati è bastata una pioggia di mezza giornata per provocare un’inondazione con conseguente blocco del servizio. Quest’alta opera d’ingegneria, tra l’altro costata cifre ben oltre le previsioni,  non è l’unica piaga della gloriosa Roma. La stazione Tiburtina, inaugurata ben due volte dall’ex sindaco anche con la presenza del condannato Berlusconi, è un’attraente involucro che nasconde la trasandatezza e la trascuratezza di lavori mai terminati e spazi mai assegnati né tantomeno utilizzati.

Sempre per quanto riguarda i trasporti,  Marino (i cui intenti sono mossi sicuramente da nobili fini come quello di promuovere l’uso della bicicletta) dovrebbe concentrarsi a migliorare la viabilità piuttosto che chiudere subito aree indispensabili poiché mancano valide alternative. La metro B e B1 è una linea di totale inefficienza. È continuamente soggetta  a guasti e i treni che la percorrono sono indecorosi. Ma il vero problema da risolvere sono gli orari di accesso. Roma è forse l’unica capitale europea a chiudere l’ accesso alla metropolitana nei giorni feriali alle 23,30, rendendola quindi inutilizzabile da chi vorrebbe usufruirne per un’uscita serale. Se si è obbligati in tarda serata a fare affidamento sui mezzi pubblici i tempi di attesa riescono a raggiungere i 45 – 60 minuti tra una corsa e l’altra. C’è inoltre totale assenza di tabelle di orari da rispettare.

Cambiando discorso,  trattiamo l’argomento parchi pubblici, spostando così in parte la responsabilità anche sui Municipi che con le ultime elezioni hanno virato a sinistra. Un esempio empirico di trasandatezza può essere considerato il Parco delle Valli nel quartiere Monte Sacro. Nato dallo sforzo della giunta  Veltroni,  anch’esso è stato abbandonato al suo (triste) destino. Devastato quotidianamente da vandali che buttano immondizia neanche fosse una discarica, sradicano fontanelle da cui dovrebbe sgorgare acqua potabile, distruggono gli attrezzi ginnici istallati per il “percorso della salute” e i giochi dei bambini, rompendo la targa dedicata a Valerio Verbano e sfondando la rete di recinsione per accedere tranquillamente nel luogo di “sterminio”. In tutto questo viene in loro ausilio un’assente sorveglianza da parte di addetti alla vigilanza o della polizia municipale e la totale mancanza di lampioni all’interno del Parco per illuminarlo quando è buio (che l’inverno vuol dire le 4 del pomeriggio). Uno spettacolo indegno con concorso di colpa tra chi distrugge e chi, da parte dell’Amministrazione Pubblica, non fa niente per impedirlo.

Gli argomenti da trattare sarebbero innumerevoli, cominciando dall’assenza di piste ciclabili poiché Marino è un fervido sostenitore della bicicletta, ma potremmo chiudere con il cavallo di battaglia del sindaco Alemanno quando fece la sua campagna elettorale contro Rutelli: “la sicurezza”. Roma sta diventando la tipica città “poco sicura”. Furti, omicidi e violenze sono all’ordine del giorno e quest’aumento di criminalità si è registrato proprio durante l’Amministrazione Alemanno. Ora Marino dovrà combattere questa piaga perché la capitale d’Italia non può permettersi una simile “cancro”. Portando un esempio nel quotidiano, passeggiando sul lungo Tevere in pieno centro storico è ormai consuetudine imbattersi in parcheggiatori abusivi che chiedono “il pizzo” al fine di far trovare al conducente la macchina indenne. Ciò avviene abitualmente dove sono presenti i parchimetri. In tal modo, cedendo al ricatto, una serata di 3 ore circa potrebbe costare 10 euro di parcheggio tra il “legale”  e l’”illegale”. Ma la cosa che stupisce di più è la macchina della Municipale a 10 metri dai posteggiatori abusivi immersa nel lassismo. Magari più tardi quando i malintenzionati vanno via le autorità competenti potrebbero passare a controllare se il parchimetro è stato regolarmente pagato.

Quindi Marino, nella sua pur nobile idea di chiudere al traffico (magari “chiudere” sarebbe meglio significasse prescrivere il totale passaggio di mezzi nell’area pedonale) i siti archeologici (ma ora si parla anche di Tridente), dovrebbe agire   dopo avere risolto le vere piaghe che danneggiano Roma e che quindi hanno la precedenza. Solo dopo avere reso l’auto un mezzo obsoleto grazie alla piena efficienza dei mezzi pubblici e delle ciclabili è possibile chiudere il traffico a Roma.

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