C’è chi ha chiuso la propria attività e non l’ha più riaperta, chi è stato travolto dalle difficoltà economiche e chi ha perso i propri cari: in questi ultimi anni l’emergenza da Coronavirus ha delineato una situazione critica, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche economico e sociale.
Disoccupazione, aumento delle disuguaglianze, crisi di numerosi settori: questi sono solo alcuni degli effetti causati dalla pandemia, effetti che ancora oggi influenzano la nostra vita.
Ciò ha portato i governi dei principali paesi, nonché le istituzioni internazionali, ad approvare misure di sostegno al reddito di famiglie e imprese, misure che tuttavia non hanno impedito di avere conseguenze devastanti in termini di disoccupazione.
I dati confermano un preoccupante calo degli occupati, che ha interessato in particolare i più giovani e le donne, i lavoratori considerati più fragili.
Ad esempio in Italia la busta paga degli italiani è in calo del 10%.
Le imposte sul lavoro dipendente sono aumentate in media del 2%, mentre la retribuzione netta a disposizione dei lavoratori si è ridotta del 10%.
Questi sono i dati dell’Istat contenuti nell’indagine “Reddito e condizioni di vita”.
A questa situazione già abbastanza gravosa si aggiunge la guerra in Ucraina, che ha causato lo sfollamento di milioni di persone, perdite di vite umane, inquinamento ambientale e distruzione di infrastrutture fondamentali.
Si tratta di una crisi umanitaria che richiederà anni, se non decenni, per essere superata.
La guerra ha innescato però anche una crisi economica ed energetica in Europa. In risposta all’aggressione russa, l’Unione europea ha imposto sanzioni economiche alla Russia, sottoponendo a controllo le importazioni di combustibili fossili dalla Russia.
L’attuale crisi energetica in Europa è duplice: i prezzi dell’energia sono aumentati drasticamente e l’Europa deve far fronte a un approvvigionamento limitato.
Molti paesi europei hanno iniziato a mettere in atto misure urgenti per ridurre i consumi, garantire la sicurezza energetica e prevenire gli sprechi, nonché per limitare l’impatto dell’aumento delle bollette energetiche sulle famiglie, perché di fatto, sono proprio le famiglie, ma anche le imprese, le aziende e i loro lavoratori a risentirne.
La crisi infatti ha sconvolto la realtà che ci circonda, ed è per questa ragione che possiamo riscontrare casi di persone che ne hanno risentito proprio vicino a noi.
La signora Emanuela ha 48 anni, vive a Rieti e lavora presso l’istituto comprensivo “Marco Polo”.
La scuola offre il servizio di una mensa scolastica, dove gli alunni pranzano tutti i giorni.
La signora Emanuela si occupa proprio di questo: da anni ormai lavora nella mensa e si trova sempre a contatto con bambini di diverse età.
Ma il suo lavoro negli anni ha subito variazioni, soprattutto con l’arrivo della pandemia e con la crisi economica, la ditta che gestisce il lavoro in mensa ha apportato cambiamenti nel lavoro dei suoi dipendenti, compresa la signora Emanuela.
A parlarcene però è proprio lei:
Cosa faceva durante la giornata prima della crisi economica e del covid?
Prima del covid lavoravo nel refettorio, preparavo la stanza, apparecchiando e sparecchiando per gli alunni che dovevano consumare il pasto.
Dopo che finivano di mangiare dovevo pulire, riordinare e disinfettare tutto, ancor prima del covid.
Quali sono stati i cambiamenti nell’ambito lavorativo a livello pratico?
I cambiamenti sono stati molti.
Adesso non lavoro più nel refettorio, ma sono io che porto i pasti dentro dei “box” chiusi agli alunni di tutte le classi, dovendo anche uscire con il mezzo apposito fornito dalla cooperativa per arrivare nelle scuole, visto che sono dislocate in punti differenti.
Il luogo nel quale ho svolto il lavoro viene sempre disinfettato da me.
Quindi a livello pratico è cambiato molto.
Come la crisi ha influito sul suo lavoro? Le ore di lavoro sono diminuite? Lo stipendio percepito è minore dunque?
Si, la crisi ha influito sul mio modo di lavorare e ovviamente anche sulle ore e sullo stipendio.
Con gli spostamenti per portare i pasti agli alunni sono aumentate le ore lavorative, ma lo stipendio è rimasto invariato.
Quindi lavoro di più ma guadagno allo stesso modo.
Alla luce dei cambiamenti nell’ambito lavorativo, ha mai pensato di cambiare lavoro, di cambiare proprio ambito lavorativo?
Si, perché il lavoro non mi da più soddisfazioni, già il fatto che lavoro di più e lo stipendio è sempre lo stesso a causa della crisi economica mi fa pensare di cambiare ambito lavorativo, che potrebbe portarmi ad essere più realizzata e a guadagnare di più.
Anche se al giorno d’oggi è complesso trovare e cambiare lavoro, soprattutto data la situazione che stiamo vivendo ultimamente.
Ha mai pensato di aprire un’attività per avere più profitti?
Certo, ho pensato di aprire un’attività che sia tutta mia, per non dipendere da nessuno, per non percepire uno stipendio basso e inadeguato rispetto alle ore lavorative.
Ma anche questo comunque è abbastanza complicato perché, per aprire una attività, la burocrazia in Italia è complessa e va a rilento.
Questo mi porta a pensare che non posso lasciare il mio lavoro se non ho la certezza che possa essere effettivamente aperta un’attività tutta mia.
Pensa che molte persone si trovino in situazioni come la sua?
Si, a volte anche peggio.
Conosco molte persone che lavorano molto ma hanno comunque uno stipendio esiguo.
Purtroppo con la crisi economica l’avere uno stipendio basso non basta a pagare le spese e le bollette, e questo porta a pensare di cambiare lavoro per riuscire a vivere dignitosamente.
Comunque per rispondere alla crisi che ha colpito sia aziende che lavoratori sono stati introdotte “risorse una tantum”. Per ora si tratta di possibilità e non di obblighi, che però potrebbero diventare strutturali.
Dunque l’aumento dell’inflazione, combinata con il rallentamento della crescita economica, sta riducendo drasticamente i salari reali in Italia e in molti paesi dell’Unione europea.
L’Italia è il paese che registra la decrescita maggiore, pari a 12 punti percentuali, intaccando in modo sostanziale il potere d’acquisto per le famiglie negli ultimi 15 anni.
Le crisi legate alla pandemia e all’inflazione hanno un impatto maggiore su lavoratori e lavoratrici con basse retribuzioni.
Quello appena riportato è solo uno dei tanti casi che si possono riscontrare per mostrare come la crisi influisca sulla vita di ognuno di noi.
Bisognerebbe ricorrere a delle misure.
In Italia ad esempio le risorse destinate alle misure contro il caro energia ammontano a oltre 21 miliardi di euro e consentiranno di aumentare gli aiuti a famiglie e imprese allargando anche la platea dei beneficiari.
Dunque, sembra che qualcosa stia partendo, ma queste misure saranno realmente efficienti affinché contrastino lo stato di crisi multiple in cui viviamo?