L’organizzazione interprofessionale spagnola della carne bovina (Provacuno) e la sua omologa belga APAQ-W hanno dato vita ad una campagna pubblicitaria volta a sfatare i falsi miti nati intorno alla carne rossa. L’obiettivo era quello di rivalutare il prodotto e promuoverne il consumo. Costata 4,6 milioni di euro, tale campagna promozionale aveva un titolo eloquente: “Diventa anche tu un carnitariano!”. Il neologismo nasce dalla crasi delle parole “carne di manzo” e “vegetariano” e designa molto più di un semplice consumatore di carne rossa. Il direttore di Provacuno Javier Lopez, in un’intervista per FoodNavigator, su questo è stato chiaro. “Carnitariano è un concetto;  consumatori che vogliono prendersi cura della dieta loro e della propria famiglia grazie all’apporto di proteine, vitamine e minerali che la carne bovina ci fornisce”. Il carnitariano è un consumatore attento e informato; sa che non c’è niente di meglio che del buon manzo europeo “sempre accompagnato da verdure e senza dimenticare l’esercizio fisico”. Uno stile di vita; un credo per cui Provacuno ha redatto un autentico decalogo formato cartello pubblicitario che ha poi distribuito per le strade di Francia, Spagna, Germania, Portogallo e Belgio. Carnitarismo: il nuovo stile di vita che mette l’Europa contro se stessa Direttore responsabile: Claudio Palazzi
Negli ultimi anni il consumo di carne rossa è diminuito. Nulla di male quindi se rappresentanti dell’industria della carne tentano di riavvicinare il consumatore con espedienti accattivanti. Il vero problema nasce nel 2019. La Commissione Europea approva la campagna Provacuno-APAQ inserendola in un progetto più ampio denominato Proud of European Beef. Arriva anche un aiuto concreto, un finanziamento che il sito di notizie Euronews stima aggirarsi intorno ai 3,6 milioni di euro: ben l’80% del totale! L’obiettivo, sostiene Bruxelles, è rafforzare la conoscenza e la competitività del settore europeo delle carni bovine. Questo permetterà al consumatore di non farsi influenzare dai nuovi stereotipi sulla carne rossa ed essere di nuovo fiducioso sulle sue decisioni d’acquisto. La domanda sorge spontanea: come può l’Europa del Green Deal promuovere un alimento considerato dannoso per l’ambiente e la salute?

Unione Europea contro OMS e IARC

Il consumo di carne rossa è diminuito negli ultimi anni mentre aumenta la domanda di prodotti vegetariani e vegani. A spingere i consumatori verso questa scelta sono ben più che semplici stereotipi. Numerose ricerche hanno infatti mostrato come un’alimentazione ricca di proteine animali incida sull’insorgenza di malattie e disturbi cardiovascolari. Nel 2015 era stata l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a pronunciarsi contro il consumo di carni rosse e processate. Un team di esperti internazionali indagò il legame fra salumi e cancro, esaminando decenni di ricerche. I risultati vennero pubblicati in un documento dello IARC, l’agenzia specializzata dell’OMS per la ricerca sul cancro e la carcinogenesi. La carne lavorata venne inserita nei cancerogeni di tipo 1 mentre la carne rossa non processata nei cancerogeni di tipo 2. Il primo gruppo è il più pericoloso perché esistono prove sufficienti che il consumo di questi prodotti aumenti il rischio di insorgenza del cancro. Nel caso specifico delle carni processate, si parlava di una evidenza per il tumore colorettale. Al gruppo 2 appartengono invece tutte quelle sostanze potenzialmente cancerogene ma per cui non esistono ancora sufficienti prove scientifiche. Questo non significa che non siano collegate all’insorgenza di altre patologie. A causa dell’alto tasso di grassi saturi infatti, le carni lavorate sono responsabili dell’insorgere del diabete e altre malattie cardiovascolari. Un problema di salute pubblica riconosciuto a livello internazionale che la  Commissione  Europea ha comunque deciso di finanziare.

Unione europea e ambiente: un rapporto ambiguo

Il documento “Farm to Fork Strategy redatto dalla Commissione Europea, vuole guidare l’Europa verso un sistema di produzione alimentare più sostenibile. Vi si legge “gli attuali modelli di consumo sono insostenibili sia dal punto di vista sanitario che ambientale. […] Passare ad una dieta che si basi più sui vegetali e includa meno carne rossa e processata ridurrà non solo i rischi per la salute, ma anche l’impatto ambientale del sistema alimentare”. L’urgenza sembrerebbe quella di incentivare la riduzione di carne rossa e non spendere soldi pubblici per prmuoverne il consumo. Questo tanto per la salute dell’individuo quanto per l’ambiente. La gran parte dei bovini europei  cresce infatti in allevamenti intensivi che inquinano più del settore dei trasporti. Da soli, afferma Greenpeace, producono il 17% delle emissioni di gas serra. Si confermano così la seconda causa di inquinamento dopo il riscaldamento residenziale e commerciale (37%). L’Unione Europea è ben cosciente della minaccia che i cambiamenti climatici rappresentano. Sa anche che per vincere la guerra dovrà trasformarsi in una economia moderna, dissociata dall’uso delle risorse. Nessuna persona e nessun luogo dovrà essere trascurato. Per questo ha ideato il Green Deal, un insieme di iniziative volte a rendere l’economia più sostenibile, pulita e circolare. Il piano vuole promuovere l’uso efficiente delle risorse, ripristinare la biodiversità e ridurre l’inquinamento. L’idea sarebbe quella di giungere alla decarbonizzazione entro il 2050. Abbiamo dunque trent’anni ancora per ridurre a zero le emissioni nette di gas a effetto serra. Un risultato che il finanziamento alla campagna Provacuno-APAQ allonatana sempre di più. Come può l’Europa puntare alla decarbonizzazione e allo stesso tempo finanziare allevamenti intensivi di carni rosse? La risposta va probabilmente ricercata nei delicati e complessi equilibri economici dell’Unione.
Provacuno ha gettato le basi per un progetto straordinario. Ha preso un individuo e lo ha trasformato in un carnitariano. Quella semplice azione di allungare il braccio per prendere il manzo imballato al banco frigo è diventata un rituale. La credenza per cui la carne fornirebbe proteine e minerali fondamentali per l’organismo si è fatta credo e ha diffuso il suo decalogo. E’ nato un nuovo stile di vita. Il consumatore, mangiando carne, sente di far parte di qualcosa di grande. Si sente protetto, coerente, fiducioso. E nel frattempo l’Europa si indebolisce. La promozione di uno stile di vita sostenibile cade sotto i colpi di decisioni incoerenti. E la fiducia per quell’Organo che dovrebbe condurci alla salvezza viene minata. Se veramente abbiamo a cuore il pianeta e la salute degli individui dovremmo almeno iniziare a tracciare un cammino e percorrerlo coerentemente fino alla fine.

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